E chi l’avrebbe mai detto che il primo ad incontrare Giorgia Meloni avrebbe potuto essere proprio Emanuel Macron. Il nemico dell’alleata di Giorgia Meloni d’Oltralpe, la Le Pen. E’ di pochi giorni fa l’urticante dichiarazione della ministra francese per gli affari europei, Laurence Boone, intenzionata a “vigilare” sul comportamento del prossimo governo italiano.

C’è poi un’aggravante: Macron viene a Roma per partecipare all’incontro interreligioso “Il grido della pace” organizzato da Sant’Egidio. Quel covo di “comunistelli di sacrestia” o di “catto-comunisti” come probabilmente sono indicati, da Andrea Riccardi in giù, tutti quei cattolici che hanno un’altra idea rispetto a quella di quanti preferisce frequentare Giorgia Meloni.

“Il grido della pace” si terrà dal 23 al 25 ottobre e vedrà la partecipazione anche del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Presidente del Niger Mohamed Bazoum, oltre che rappresentanti di altre fedi religiose. Un’occasione in cui si leverà il controcanto di chi non vede solo l’uso delle armi per la soluzione della guerra scoppiata in Ucraina dopo l’aggressione russa. Per la conclusione, tutti al Colosseo con Papa Francesco.

Nonostante non si tratti di un evento politico, potrebbero non mancare delle domande maliziose su come sia conciliabile da parte di certi ambienti l’impegno per la pace con l’alleanza organica alle elezioni, ultime e penultime, con il Pd che, invece, esprime una delle posizioni più ferme in materia.

In ogni caso, una patata bollente non da poco per Giorgia Meloni, interna e internazionale, che dovrebbe giurare domani 22 ottobre e trovarsi, così, a pieno titolo insediata a Palazzo Chigi e, per di più, costretta a ricevere un primo ospite “ingombrante” com’è per lei è Macron. A meno che, anche per altri motivi, Giorgia Meloni non accetti l’incarico con riserva e lasci per qualche ora in più a Palazzo Chigi Mario Draghi. L’unico modo per non iniziare l’avventura da Presidente del Consiglio … camminando sulle uova.

 

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