Attraverso i social continuano a circolare notizie false ed allarmanti in tema di moneta, “fake news” che incidono nell’opinione pubblica. Sebbene il denaro circoli nelle tasche di tutti, pochi approfondiscono cos’è e come funziona. Purtroppo c’è chi specula su questa ignoranza.

Le “fake” più seguite inducono a credere che la Banca centrale europea (Bce),  le banche centrali nazionali (Bcn), le banche commerciali (Bc) si arricchiscano e dominino i popoli ricorrendo al signoraggio, creando moneta dal nulla, usando in modo improprio la riserva frazionaria bancaria. Gli obiettivi di chi  crea e fa circolare queste “fake news”, sono evidenti:

  • L’Unione Europea (UE) è la terza potenza economica mondiale; seminando scontento e divisioni fra i paesi aderenti, le centrali di potere internazionale  che competono con l’Europa avranno buon gioco.
  • Abbandonare l’Euro e introdurre un sistema monetario locale, in cui la banca centrale esegue gli ordini del governo nazionale, è l’espediente praticato dai governanti incapaci e dai dittatori, per scaricare sui popoli e sulle generazioni del futuro i guasti causati dalla loro pessima amministrazione.

Tralascerò per il momento la questione “signoraggio” e mi collegherò all’articolo di Luca Rampazzo, pubblicato su “Politica insieme il 25 gennaio 2020 ( CLICCA QUI  ).

Nel primo articolo del 26 novembre 2019 ( CLICCA QUI ) avevo documentato che le banche europee non possono arricchirsi creando denaro dal nulla; peraltro l’UE attribuisce la facoltà di battere moneta solo alla Bce. Quest’ultima non stampa e non conia moneta su ordina di chi governa l’Unione, perché gode di autonoma gestionale, esercita poteri limitati ed è sottoposta al controllo degli organismi istituzionali e politici europei.[1]  La banca dell’Unione batte moneta quando l’emissione è necessaria all’economia europea. La Bce, per risparmiare costi, può delegare alle Bcn il compito di stampare quantità limitate di moneta. La delega si attua sulla base di un programma concordato, con cui si assegna ad ogni Bcn  una produzione limitata di banconote a due, tre tagli e  talvolta anche il conio di monete metalliche. In tutti i casi l’emissione diretta, o delegata dalla Bce, deve avere sempre come contropartita titoli (o beni) di valore corrispondente a quello della moneta emessa.

Riporto l’articolo di partita doppia che la Bce è obbligata a redigere per ogni emissione monetaria.

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ENTRATA

Cassa   valore 100 (titoli o beni reali)

 USCITA

Moneta emessa valore 100

Poiché questa operazione va registrata nello Stato Patrimoniale della Bce, non genera alcun ricavo.

L’operazione contabile evidenzia il motivo per cui la Bce emette moneta: se in un dato periodo di tempo l’economia dell’Unione cresce, aumenta il lavoro, si sviluppano le attività d’impresa, i beni e i servizi, agli scambi commerciali serve idonea moneta. La Bce può compiere altre operazioni, in nota sono elencate le principali[2].

Oggi non manca chi vorrebbe aggiungere a questa istituzione europea funzioni ulteriori, ad esempio finanziare piani di sviluppo finalizzati a sostenere l’economia di un paese. Ogni proposta deve essere vagliata con massima cura dagli organismi democratici dell’Unione, senza stravolgere le funzioni fondamentali di cui sopra. Infatti, come scrive Luca Rampazzo, se per misurare si decide di usare il metro, esso dev’essere di 100 cm, allungarlo o accorciarlo quando fa comodo è inammissibile.

Riserva frazionaria

La riserva frazionaria è lo strumento di politica monetaria, cui sono assoggettate tutte le banche dell’Unione monetaria europea.

Mentre per i crediti e debiti accesi fra Tizio e Caio la legge non impone alcuna riserva, per i depositi custoditi dagli istituti di credito la Bce impone una riserva obbligatoria, pari al 2% dei depositi. Pertanto una banca, che riceve 100 € in deposito, ne può prestare (al massimo) 98. Gli altri 2 € devono essere tenuti a riserva presso la Banca Centrale.

Gli obiettivi ufficiali della riserva frazionaria sono:

a) garantire i depositanti sulla liquidità dei depositi bancari;

b) regolare la base monetaria presente nel sistema.

La riserva frazionaria si compone di diverse fasce e ruoli: una parte viene conservata presso la banca centrale (riserva obbligatoria); una parte va a comporre il fondo interbancario (che viene utilizzato in sede di default bancario per rimborsare i depositi – seppure con il tetto di 100mila euro); infine una terza parte ha un ruolo di “riserva legale / statutaria” (a questo riguardo vanno valutate le decisioni di ogni singola banca).

Contratto di deposito bancario

In riferimento alle operazioni inerenti al deposito bancario, la legge precisa che in caso di deposito di denaro, la proprietaria di quel denaro diventa la banca (si tratta infatti di un “deposito irregolare”). Nel contempo l’istituto di credito alla scadenza del termine convenuto, ovvero a richiesta del depositante, è obbligato a  restituire il denaro depositato nella stessa specie monetaria (art. 1272 c.c.). Quando si compie questa operazione, si verificano nel medesimo istante un credito a favore del depositante e un debito per la banca.

Sebbene, come ho detto, la banca è proprietaria del denaro che custodisce, essa può prestare solo una parte del denaro ricevuto in deposito. La parte (frazione) rimanente dovrà essere tenuta a riserva.

Transito di moneta da un deposito all’altro

Come gli interessi, calcolati sulla durata del deposito, generano un costo per la banca e un ricavo per il depositante e le commissioni per l’operazione generano un ricavo per la banca e un costo per il depositante, così il transito di denaro da un deposito all’altro fa sorgere ad ogni passaggio, come al primo, un altro credito e un altro debito e così via, quanti sono i depositi attivati.

Abbiamo rilevato che nel momento in cui Tizio versa denaro nella banca A, quest’ultima riconosce al depositante un credito. Se successivamente la banca A versa denaro ad un’altra, si ripete l’operazione precedente, fra credito e debito, e così via. Questo procedere da deposito in deposito, lo ribadisco, non genera ricavo, perché ad ogni transito, credito e debito si compensano. La massa monetaria complessiva è sempre la stessa, transita semplicemente, generando operazione attinenti allo stato patrimoniale.

Seguiamo questo percorso:

Piero deposita 100 € nella banca A, quindi i depositi bancari della banca A ammontano a 100 €. La banca A mette 2 € a riserva e presta i restanti 98 € a Michele.

Michele compra 98 € di beni o servizi da Damiano. 
Damiano deposita 98 € nella banca B, quindi i depositi bancari delle banche A e B ammontano a (100 + 98) € = 198 €. La banca B mette 1.96 € a riserva e presta i restanti 96.04 € a Giovanni.

Giovanni compra 96.04 € di beni o servizi da Federico. 
Federico deposita 96.04 € nella banca C, quindi i depositi bancari delle banche A, B e C ammontano a (100 + 98 + 96.04) € = 294.04 €. La banca C mette 1.92 € a riserva e presta i restanti 94.12 € a Paolo.

Paolo compra 94.12 € di beni o servizi da Francesca. E così via. 

La quantità di denaro prestato di volta in volta va a ridursi per effetto della riserva obbligatoria. Parallelamente si rileva un incremento dei depositi bancari, ovvero un incremento dei debiti che il sistema bancario ha nei confronti dei depositanti.

Per effetto della riserva frazionaria i depositi bancari possono crescere fino a un multiplo finito (non infinito!), pari all’inverso del coefficiente di riserva del deposito iniziale.

Se il coefficiente di riserva è pari (come nell’esempio) al 2% = 0.02, allora il moltiplicatore dei depositi è pari a 1 / 0.02 = 50.

Se il deposito iniziale di Piero è (come nell’esempio) di 100 €, allora i depositi bancari possono crescere fino a 5’000 €. Questo significa: dati 100 € in circolazione, la somma dei debiti del settore bancario può raggiungere la cifra massima di 5000 €, mentre la somma dei prestiti concessi dalle banche può arrivare massimo a 4900 €.

Pertanto:  (5000 € – 4900 €) = 100 € (versamento iniziale)

Dagli esempi di cui sopra si evince che non conta solo la quantità di moneta legale in circolazione (quella emessa dalla Bce, per intendersi) ma anche la velocità di circolazione di questa moneta. Il sistema bancario, tramite la riserva frazionaria, contribuisce a far “circolare” la moneta, ma non crea moneta. Chi sostiene che il sistema bancario “crei moneta” tramite la riserva frazionaria, sbaglia. Infatti l’esempio di cui sopra dimostra il contrario: le banche A, B e C non creano denaro, ma prestano di volta in volta solo una parte del denaro già esistente. Si rileva solo una circolarità dei debiti e dei crediti, che procede di pari passo con l’aumentare dei prestiti concessi.[3]

Lo stesso fenomeno si osserva nel caso di prestiti tra individui: se Adalberto presta 100 € a Chiara, che presta 98 € a Danilo che presta 96 € a Stefano, etc. i debiti e i crediti aumentano assieme ai prestiti concessi.

In effetti qualsiasi prestito o spesa – anche al di fuori del canale bancario –  contribuisce a dare velocità alla circolazione della moneta.

Come funziona la Riserva frazionaria

Per evitare il rischio che le richieste di prelievo superino le riserve a disposizione della banca, il sistema bancario misura e controlla statisticamente (con calcolo prudenziale) la quantità di denaro sufficiente a soddisfare i prelievi.[4]

Default bancario

Gianni Di Noia il 26 gennaio 2020 ( CLICCA QUI ) ha riproposto alla nostra attenzione una scena del film Mary Poppins, in cui si vede la folla di clienti che si precipitavano in banca per ritirare il denaro depositato. Un fatto di questo tipo, sebbene alquanto improbabile, porterebbe una banca al default.[5]  Esso potrebbe concretizzarsi a prescindere dalla riserva frazionaria, nel caso in cui i correntisti, contemporaneamente, richiedessero la restituzione dei depositi. La singola banca coinvolta si troverebbe automaticamente in default, perché potrebbe rimborsare tutti i propri correntisti solo nel caso in cui avesse a disposizione tutti gli incassi. Si tratta di una circostanza non realizzabile, neppure chiedendo i rimborsi dei prestiti effettuati ai “prenditori” (che è il ruolo tipico della banca, cioè quello di “intermediario” tra chi ha eccedenze e chi ha necessità finanziarie), visto che non sarà mai in grado di farlo tempestivamente. Si consideri inoltre che non tutto il denaro è depositato in forma liquida (e quindi rimborsabile senza o con brevissimo preavviso) e molto di esso è esigibile a scadenza.

In conclusione, senza allarmismi e inutili sospetti, cerchiamo di capire bene cos’è e come funziona il denaro che abbiamo in tasca e gettiamo nella spazzatura ogni fake news.

Mario Rossi

Note

[1]

Il parlamento europeo stabilisce quali sono i compiti e i doveri della BCE approvandone lo Statuto e stipulando trattati che ne determinano gli obiettivi e le funzioni. La Bce agisce in autonoma, ma sempre nell’ambito dei poteri e doveri ad essa attribuiti dall’UE.
La Bce non può impartire ordini e nemmeno riceverne da altri organismi.  E’ indipendente ma condizionata, dall’ “esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dai trattati e dallo statuto del SEBC e della BCE“. (cfr. Gazzetta Uffuciale Unione Europea).

[2] La Bce può svolgere anche le operazioni seguenti:

Long Term Refinancing Operation (LTRO): dal dicembre 2011 la Banca centrale ha stanziato fondi tramite aste a tasso fisso e a piena aggiudicazione, con scadenza a 36 mesi invece dell’usuale settimana. In tal modo tra il dicembre 2011 e il febbraio 2012 sono stati prestati alle banche europee oltre 1000 miliardi di euro, con l’obiettivo di normalizzare i parametri del credito nell’Eurozona ed evitare un “credit crunch” (“stretta creditizia”): il termine indica una restrizione dell’offerta di credito da parte degli intermediari finanziari (in particolare le banche) nei confronti della clientela (soprattutto imprese), in presenza di una domanda di finanziamento insoddisfatta.

Securities Markets Programme (SMP): programma avviato nel maggio 2010 e proseguito fino al settembre 2012, consiste nell’acquisto sul mercato secondario di titoli del debito pubblico (fermo restando il divieto stabilito nei trattati europei di acquistare tali titoli sul mercato primario), con lo scopo di frenare il contagio della crisi del debito sovrano partita dalla Grecia (reputando che il mercato dei titoli di stato scontasse in quel periodo un’ingiustificata volatilità) e di assicurare il corretto funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

  Outright Monetary Transactions (OMT): programma di acquisto di titoli di stato sul mercato secondario annunciato nel settembre 2012. La principale differenza rispetto al SMP è che qui il programma può essere avviato solo se il Paese che ne usufruisce ha prima fatto richiesta di aiuto a uno dei cosiddetti “fondi salva-Stati” (il Fondo europeo di stabilità finanziaria prima e il Meccanismo europeo di stabilità poi). Il programma non è mai stato implementato, in parte perché a partire dall’estate del 2012 le turbolenze sul mercato dei titoli di stato si sono ridotte.

Targeted Long Term Refinancing Operations (TLTRO): due serie di operazioni portate avanti nel giugno 2014 e nel marzo 2016, simili al LTRO, però mirate a privilegiare le banche che aumentano i prestiti a imprese e famiglie. L’obiettivo è quello di stimolare l’inflazione.

Asset Purchase Programmes (APP): programmi di acquisto diretto di titoli avviati all’inizio del 2015 con l’obiettivo di stimolare l’inflazione.

 Quantitative easing (“allegerimento quantitativo): per attuare questo programma, le banche centrali acquistano grandi quantità di titoli di stato (la BCE è arrivata ad acquistarne 80 miliardi al mese), così da stabilizzarne il valore ed evitare il pericolo di default del bilancio statale. Il Qe, ad esempio, ha consentito all’Italia di abbattere lo spread di circa 400 punti base, così da risparmiare diversi miliardi di euro di interessi sul debito.

[3] In un mondo senza prestiti, non ci sono né debiti né crediti. Appena si realizza un prestito, per esempio, di 100 €, i debiti ed i crediti diventano entrambi pari a 100. Se poi 98 € di quei 100 vengono nuovamente prestati, i debiti ed i crediti diventano entrambi pari a 198 € e così via.

Da questo esempio si evince che la massa (quantità) di moneta circolante non muta (nell’es. rimane 100 €). Invece varia (si moltiplica) l’utilizzo di quella moneta, causato dai depositi che si moltiplicano in base allo scambio di essa.  In tal modo si espande la base monetaria (formula data da somma di currency + reserve). Questa base è influenzata dal monte-riserve (a sua volta legato al coefficiente frazionario di cui sopra). Il coefficiente è uno strumento utilizzato nell’ambito della Politica monetaria, che in questo modo può controllare la base monetaria (ad es.: se aumento il coefficiente riduco la base monetaria).

La massa complessiva di moneta può variare solo se la Bce ritira moneta o attua una nuova emissione.

[4]  A seguito di calcoli statistici complessi, le banche conoscono richieste medie

di prelievo in un dato periodo di tempo.

[5] «Rivoglio i miei soldi», urla il giovane Michael Banks all’avido signor Dawes, il vecchio banchiere che gli ha strappato di mano i suoi due penny. Una ribellione fatale: i correntisti pensano che la banca non voglia rimborsare i depositi e nell’atrio si scatena il panico. «Si muova giovanotto, tutto il denaro del mio conto!». Le ricche signore in fila perdono la loro grazia e sbattano i pugni sui banconi. Il portone principale viene sfondato dalla folla. In pochi secondi la direzione ferma i pagamenti e fa chiudere le sterline nel caveau.

 

 

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