Settembre è uno di quei pochi periodi dell’anno in cui l’attenzione dei mass media si rivolge alla situazione della scuola italiana, in particolare alla copertura delle classi con il corpo docente.
Chi vi lavora sa bene che questo è solo uno dei problemi che riguarda il sistema scuola che richiede però di essere affrontato in tempi brevi con delle procedure sempre di urgenza e che coinvolgono tutto il personale scolastico fin ben oltre le prime settimane di settembre.
Un documento dell’ANP, Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola, pubblicato proprio a settembre, aiuta a ricordare che il problema della copertura delle classi, e quindi di reclutamento del personale docente, è solo uno dei vizi della scuola italiana e ne nasconde mediaticamente di altri e più profondi.
Il particolare contesto sociopolitico in cui viviamo, caratterizzato da diverse criticità di natura sociale e ambientale, un periodo quasi post Covid e con una crisi climatica foriera di potenziali notevoli conseguenze, richiede alla scuola la capacità di innovarsi e di contribuire alla formazione di una cittadinanza consapevole e responsabile.
Non si può che essere d’accordo sulla priorità di porre mano alla necessaria ed inderogabile riforma del sistema scolastico italiano. Anche l’analisi dei problemi e delle difficoltà appare puntuale e circostanziata. In questo articolo (CLICCA QUI) è riportato l’intervento di Marcello Soprani in cui si ricordano le proposte per correggere i vizi del nostro sistema scolastico che ben si legano all’analisi messa a punto nel documento dell’ANP.
In particolare, il documento descrive le proposte distinguendole su due fronti: la didattica innovativa e la valutazione formativa.
Qui si mostra la necessità e l’urgenza di accogliere la proposta formativa delle Università che da tempo nei corsi di Laurea in Scienze della Formazione presentano le metodologie innovative da introdurre, quali alternative alla lezione frontale; la tecnologia, esperienza necessaria vissuta in tutte le scuole durante il lockdown, quale valido supporto alla didattica e la valutazione formativa da riconoscere come forma di valutazione completa rispetto, ad esempio, alla nota valutazione sommativa.
Il salto di qualità che ci si attende dalla scuola italiana è quello di accompagnare gli studenti oltre le conoscenze, per sviluppare abilità, fino all’acquisizione delle competenze che il sistema indica come essenziali nei profili educativi di fine curricolo scolastico, considerando che il percorso di apprendimento è dinamico, soggettivo e produce competenze perché mette in gioco i soggetti che apprendono e la loro capacità di utilizzare le conoscenze apprese.
Nel documento opportunamente viene sottolineata anche l’importanza di creare una rete di buone pratiche. Esistono già numerosi esempi di innovazione “dal basso”: molte scuole italiane, infatti, distribuite su tutto il territorio nazionale, hanno aderito alle idee di innovazione proposte dal movimento delle Avanguardie Educative, costituito nel 2014 a Genova. Tante altre partecipano a gemellaggi elettronici con paesi europei attraverso la piattaforma eTwinning (da poco migrata nella rete più ampia di European School Education Platform). Con la significativa partecipazione a questi progetti i docenti mostrano così di essere pronti ad accogliere i venti di innovamento e di volerli mettere in pratica sperimentando.
Un ultimo passaggio è dedicato alla valutazione, dove il sistema di certificazione delle competenze si conferma essere più omogeneo tra le scuole dello stesso grado, oltre che coerente con la programmazione per curricoli adottata nelle scuole.
Si può, infatti, ricordare che l’attribuzione dei voti nelle scuole italiane, così diversi poi dai dati registrati durante le rilevazioni INVALSI, hanno concorso a svalutare il voto stesso. Costituisce un ottimo esempio la valutazione nella scuola primaria, dove il voto è stato sostituito da giudizi descrittivi che rilevano il livello di apprendimento di un preciso obiettivo. L’ANP si augura che questo sistema possa essere adottato negli altri gradi di istruzione.
Un’occasione da non perdere, infine, è rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Missione 4, che si propone di creare le condizioni per lo sviluppo dell’economia potenziando i servizi d’istruzione dal nido alle Università e sostenendo la ricerca.
È un’occasione in cui le parti coinvolte hanno già manifestato la loro disponibilità, hanno presentato le loro proposte e sono pronte a dare avvio a un nuovo corso.
Eleonora Augugliaro