Ogni scritto di Giorgio La Pira, così come la lettera inviata all’Arcivescovo di Messina, Mons. Paino e a tutti i partecipanti Catholicae Ecclesiae, è, soprattutto in occasione della Giornata Mondiale della Pace, come una conchiglia che emette il suono e la profondità del mare, da ascoltare con attenzione per cogliere il senso e la profondità delle sue parole, con la parola dominante: Unità nella Pace (per curiosità, nel testo, la parola “pace” è ripetuta ben 12 volte). INNUMERAE PACIS GRATIAE UNITATIS SPES.
Che sia vissuto presso gli zii Occhipinti a Messina, dove intraprese gli studi presso l’istituto tecnico Jaci, assieme a Salvatore Quasimodo e Salvatore Pugliatti e poi studente universitario nella facoltà di Giurisprudenza della stessa città ; che abbia operato a Firenze, come professore universitario di Istituzioni di diritto romano e da sindaco “santo” ; che sia andato in qualsiasi parte del mondo (dalla Russia al Vietnam, da Sofia a Dakar) il suo costante messaggio è sempre stato uno solo: la pace e l’unità di tutti i popoli, non solum iis qui Christiano censentur nomine, sed omnibus terrae populis ac gentibus nono quodam ardore excitantur.
La Pira vide nel Novum Concilium Ecumenico, indetto da Papa Giovanni XXIII, le dolcissime attese degli antichi profeti (Is 2,2 ss.) e del Nuovo Testamento (Apoc. XX 1ss), trovandone le radici nel Concilio di Firenze del 1439 indetto da Eugenio IV: “anno fraternee unitatis et pacis vinculis Orientalem et Occidentalem coniuxit Ecclesiam”.
L’antica pacificazione tra la chiesa cattolica con quella ortodossa, rivissuta nel nuovo Concilio come la porta attraverso la quale le nazioni di tutto il mondo saranno nuovamente unite nella fede : ut unum sint.
Uniti nel segno di Papa Giovanni XXIII che saepe affirmavit quippe quod illius ”portae quae respicit ad orientem (Ez 43,4); e di Papa Pio XII: una epoca nuova, una stagione nuova è spuntata nella storia della Chiesa e delle nazioni: la stagione delle «genesi» di popoli e nazioni che cercano il Signore! Questi spettacolari movimenti storici del tempo nostro -la genesi storica dei popoli dell’Asia e dell’Africa- fa del presente periodo storico “novum totius orbis historiae ver,nova aestas” un’autentica primavera un movimento, volto ai secoli futuri ed alla storia futura.
Traspare anche se indirettamente -in questa lettera indirizzata all’Arcivescovo di Messina, mons. Paino- il legame con Messina: “quando metto piede a Messina -diceva la Pira al dott. Lorenzo Deodato -come se non me ne fossi mai staccato!”; e con il “momento eucaristico”: “io non dimenticherò mai quella Pasqua 1924 in cui ricevetti Gesù Eucaristico-scrive a Pugliatti molti anni dopo- e risentii nelle vene circolare una innocenza così piena da non potere trattenere il canto e la felicità smisurata” nel ricordo del suo impegno nella Fuci quando- intervenendo ad un convegno tenuto a Messina nel 1929 e voluto da Mons. Paino- “esortava la gioventù cattolica a farsi ricercatrice delle verità parziali fiorite nel campo del pensiero non cristiano e di riportare queste verità, quasi alla loro casa naturale, nel grembo della Chiesa”; e soprattutto con Firenze, la città sopra il monte la novella Gerusalemme con il ricordo di Giuseppe II (1360 circa – Firenze, 10 giugno 1439) un arcivescovo ortodosso bizantino, patriarca di Costantinopoli dal 1416 al 1439 sepolto in S. Maria Novella, che poco prima di morire riuscì a ricomporre lo scisma d’Oriente del 1054: colui qui cum Christianae unitatis strenuus fuisset defensor ac propugnator, Concilio nondum confecto diem obiit supremum et in ea quam supra memoravi Mariana Basilica sepultus est.
Con la speranza che Florentina civitas Orientales et Occidentales episcopos intra sua moenia iterum videre optat et expetit.
Nel sesto giorno prima delle Idi d’Augusto ( c’è forse un richiamo alla Pax Augustea?) per la festa di S. Anna, Madre della Vergine Maria dell’anno 1962.
Nino Giordano