E’ possibile affermare che da quando i centri motori della civilizzazione, e quindi i fattori propulsivi della Storia, hanno abbandonato il Mediterraneo prendendo la via del Nord Europa è iniziato il progressivo declino del Mezzogiorno, culminato nella sua attuale arretratezza?
Colmare gli squilibri interni al nostro Paese ha spinto l’Unione Europea ad attribuire all’Italia l’ingente aiuto costituito dal Recovery Plan recepito dall’Italia tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’impegno dell’attuale Governo Draghi è conseguire l’obiettivo che ci è stato proposto.
Necessario avere sempre presente il messaggio della “Laudato sì” cioè che Ambiente, Ecologia, Sostenibilità,
Economia Circolare, Rispetto del Creato, Solidarietà, Futuro costituiscono la cornice che deve sostenere e rendere ostensibile, ascoltabile e condivisibile il pensiero, cioè i ragionamenti che, da cristiani, dobbiamo proporre all’interno del discorso pubblico, contrastando sempre “la cultura dello scarto”.
La guerra di Putin contro l’Ucraina, e la conseguente  “crisi del grano”, stanno restituendo centralità
geopolitica ed economica al Mediterraneo, anche a ragione della progressiva riduzione di interesse statunitense,
sempre più orientati verso il Pacifico. Se ne sono accorti anche gli organizzatori di The European House -Ambrosetti
nell’incontro di maggio organizzato dal Ministro Mara Carfagna, nel corso del quale si è espressa la scelta di
strutturare una piattaforma logistica mediterranea nel Mezzogiorno con l’intento di creare nuovi flussi di valore
aggiunto.
L’attività del Premier Draghi dovrebbe far si che questa centralità coincida con un rinnovato impegno strategico del Paese le cui coste sono tutte bagnate dal Mediterraneo. Le circostanza geostrategiche accennate si traducono per il Mezzogiorno italiano in una nuova opportunità accompagnando il Mediterraneo nella sua traiettoria di assunzione di rilevanze cruciali all’interno di dinamiche globali.
Su nessun dossier come quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) il Governo si gioca, in un colpo solo, quasi tutto: il futuro dell’economia nazionale, la credibilità all’interno ed all’estero e la sua stessa sopravvivenza.
Iniziando dal dossier Istruzione, bisognerà istituire 228.000 posti in asili nido e scuole d’infanzia prevalentemente nelle regioni del Mezzogiorno; ed inoltre, “una progressione di carriera” degli insegnanti collegata alla valutazione (indipendente) delle loro prestazioni”; la limitazione dell’eccessiva mobilità degli stessi nell’interesse della continuità dell’insegnamento”; la Riforma complessiva della Pubblica Amministrazione;  “infrastruttura digitale per analisi dei megadati al fine di aumentare l’efficacia dell’analisi dei rischi”; “la riforma della spending review” finalizzata ad obiettivi quantitativi di risparmi”.
Gli assi del Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa sono stati pensati per recuperare anche tutti quei ritardi che hanno come conseguenze il trovare città del Mezzogiorno costantemente nelle ultime posizioni della classifica relativa alla Qualità della vita in Italia, come ancora confermato da quella del mese di maggio.
Per rilanciare in modo economico, efficace ed efficiente l’intero Paese, bisogna rompere questa separazione di
realizzazioni, in termini di esecuzione  tra Nord e Mezzogiorno. Oggi, la priorità del Governo è una sola: fare le cose che si devono fare. “O le forze politiche si mettono d’accordo e fanno approvare in Parlamento la concorrenza e la delega fiscale che contiene la riforma del catasto, o non c’è più il Governo”.
L’attuazione del PNRR per l’Italia è essenziale, anche se il Patto di Stabilità resterà sospeso pure per l’anno 2023.
La Commissione europea ha dato atto all’Italia che nell’anno 2021 le misure assunte sono state in linea con
le precedenti raccomandazioni (tutte le 45 misure previste sono state approvate nel 1°Semestre), l’Italia non può
assolutamente permettersi, in presenza di Guerra, inflazione in crescita, recessione dell’economia, di rallentare in
tema di PNRR, antidoto al rischio recessione ed inflazione, difficile sostenibilità del debito.
L’Italia deve limitare la crescita della spesa corrente, deve ridurre la pressione fiscale sul lavoro, recuperare risorse
evitando il sottoutilizzo di altre fonti di entrate. Il Governo intende supportare le Amministrazione del Mezzogiorno che si ritiene abbiano grandi difficoltà alla presentazione di progetti per la realizzazione di investimenti e che, invece, sono destinatarie vincolate del 40% almeno delle risorse del Piano. Bisogna a tutti i costi riuscire ad ottenere la riduzione della forbice della diseguaglianza.
Entro il 30 giugno sarà necessario approvare in Parlamento i provvedimenti relativi ad alcuni degli obiettivi
del PNRR che ancora non sono stati approvati, tenendo presente che quelli relativi al 1° semestre sono stati tutti
tempestivamente approvati consentendo l’erogazione delle relative tranche
di contributi pari a 46 miliardi di Euro.
Se è assolutamente documentato dalle recenti parole del Presidente Draghi quanto il PNRR sia importante per
l’Italia, va in questa sede evidenziata l’importanza dell’afflusso di risorse per il Mezzogiorno, circa 90 miliardi. Il Mezzogiorno dell’Italia deve imparare in fretta, da parte sua, ad interpretare il ruolo operativo di Porta Sud
dell’Europa intera e di Piattaforma Logistica attrezzata, con le sue coste, le sue reti di mobilità, i suoi porti, retro
porti, ZES.  La coesione territoriale è uno dei due grandi punti deboli individuati dalla Commissione Europea nel
Country Report che ha accompagnato il documento sulle Raccomandazioni Paese 2022 per l’Italia. “In Italia il processo di convergenza è in fase di stallo e persistono forti disparità regionali ”.

Non c’è Regione delle otto del Mezzogiorno nei nove Indicatori esaminati dal Report, che si avvicini sensibilmente alla media UE a 27 degli indicatori regionali individuati. Nelle ultime 24 posizioni della classifica del Sole 24 Ore sulla Qualità della Vita dell’anno 2021 nelle 108 città italiane Capoluogo di Provincia, ci sono solo quelle del Mezzogiorno, tra cui Palermo e Catania, Messina, Napoli; ultima delle 108 Crotone.

Gli indicatori economico sociali della Qualità della Vita dei cittadini, anche recentissimi, delle aree comprese nel
Mezzogiorno d’Italia evidenziano ancora la fruizione di Diritti a cittadinanza discriminata, a causa del divario dei
servizi; al Sud tutto è squilibrato, discriminato, inferiore, dalla qualità e disponibilità dei beni essenziali alla
l’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni, in tema di Istruzione, Asili nido, Amministrazione della Giustizia,
gestione della Sanità, funzionamento del sistema Finanziario; un divario di efficienza di sistema quale quello italiano
tra Centro\Nord e Mezzogiorno non trova riscontro in alcun altro Paese dell’Unione Europea a 27.
Massimo Maniscalco

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