A Nashville si è consumato l’ennesimo atto di barbarie. La giovane donna che ha sparato all’interno della scuola presbiteriana, uccidendo varie persone, è stata uccisa a sua volta dalla polizia.
Follia? Certamente. Ogni volta però si torna sull’argomento che vede noi europei scontrarci con le leggi e il costume degli americani: si può consentire un uso così libero delle armi, tanto da considerare normale il possesso di una pistola o di un fucile, con una facilitazione implicita al compimento di gesti drammatici da parte di squilibrati o delinquenti?
Andiamo alla fonte del problema. “Essendo necessaria una milizia ben regolata per la sicurezza di uno Stato libero, il diritto del popolo di possedere e portare armi non sarà infranto”. Questo stabilisce il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Dalla sua interpretazione è scaturito un lungo dibattito in ordine alla regolamentazione del possesso delle armi. Alcuni sostengono che qualsiasi restrizione rappresenti una violazione dei diritti costituzionali, mentre altri ritengono siano necessarie per garantire la sicurezza pubblica.
Ora, il governo federale degli Stati Uniti ha limitate competenze poiché la maggior parte della regolamentazione delle armi ricade sotto la giurisdizione degli Stati. Ciò significa che i requisiti per ottenere un’arma, le restrizioni sul tipo di arma che è possibile possedere e le condizioni in cui le armi possono essere utilizzate, variano da Stato a Stato.
In questa cornice giuridica il Presidente degli Stati Uniti non può fare molto, essendo il suo potere poco più che modellato sulla cosiddetta “moral suasion”, abbastanza debole da riuscire a condizionare la legislazione federale e statale. Per questo Biden, oltre al vivo rammarico per quanto avvenuto e alla ennesima deplorazione per gli “effetti” di questa libertà di circolazione delle armi, si è confessato ancora una volta impotente.
La lezione che ci arriva dunque dagli Stati Uniti è che, a prescindere dalle buone intenzioni, un “discorso estremista” sui diritti individuali non si confà agli interessi bel ordinati della comunità. Spesso ce ne dimentichiamo, cancellando il concetto più equilibrato che ci suggerisce il personalismo d’ispirazione cristiana. Un diritto che non concilia persona e comunità si rivela effimero o dannoso.
Giuseppe Fioroni