Risale ad oltre tre mesi fa – esattamente al 19 marzo scorso – dopo una lunga e meditata riflessione che ha impegnato molti amici, l’avvio delle sottoscrizioni della petizione che INSIEME intende presentare al Parlamento in ordine alla prevenzione dell’aborto (CLICCA QUI). Si tratta, secondo il nostro partito, non di mettere in discussione la 194, ma piuttosto di applicarla compiutamente. Cosa che fin qui non è’ mai intervenuta per quanto concerne i primi articoli che la legge stessa dedica alla prevenzione della interruzione volontaria della gravidanza.
La nostra iniziativa è del tutto “laica” – in nessun modo ideologica o “fondamentalista – anche perché riteniamo che non sia necessario essere cattolici o credenti per contrastare una pericolosa deriva culturale. La questione dell’aborto mette in discussione principi “umani” universali che interrogano ciascuno – credente o meno che sia – in ordine al valore della generatività che della vita rappresenta il carattere precipuo e distintivo ed alla concezione che l’uomo ha di sé stesso. Non a caso sosteniamo che la politica in toto, cioè con riguardo all’intero spettro delle tematiche che le appartengono, ha bisogno, a nostro avviso, oggi, a fronte delle imponenti trasformazioni che c’incalzano, di una vera e propria “rifondazione antropologica”.
Abbiamo, del resto, ripetutamente affermato che la nostra petizione – relativa appunto alla prevenzione dell’ aborto – ha anche una valenza più generale, nella misura in cui vorrebbe, appunto, invitare tutti, da qualunque cultura si provenga , a riflettere sul valore fondativo che il rispetto della vita assume anche in ordine alla piena affermazione dei principi di libertà, di giustizia sociale e di democrazia.
Ripensare a fondo il primato della vita, in ogni fase del suo sviluppo, la dignità della persona come soggetto in relazione e, dunque, la effettiva consistenza della libertà, ben oltre una solipsistica autodeterminazione, è compito cui vorremmo invitare tutti.
In questo senso, ci sentiamo in linea con quanto afferma – a proposito della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti – la Pontificia Accademia della Vita (CLICCA QUI), laddove sostiene come sia necessario: “sviluppare scelte politiche che promuovano condizioni di esistenza a favore della vita senza cadere in posizioni ideologiche aprioristiche”. Il che vuol dire, come sostengono i vescovi americani, sviluppare su un argomento talmente dirimente un “dialogo civile”.