Nella commemorazione solenne in Parlamento non sono mancate espressioni di gratitudine e di apprezzamento per il Papato appena concluso, così come s’è vista nuovamente una Presidente Meloni commossa e dal tono funebre molto partecipe al triste addio. Quando la pietas, risalente all’epoca degli antichi romani, ha indotto il Governo a proclamare il lutto nazionale per cinque giorni (addirittura!), si è constatato statisticamente un record assoluto nella storia millenaria della caput mundi; ma non pochi hanno connesso tale delibera del Consiglio dei ministri a quella che ha “acconsentito” le manifestazioni per la Liberazione, purché con “sobrietà” …

Nulla, rilevo, è stato detto a proposito dei due temi, fondamentali anzi vitali, che hanno ispirato l’attività “politica”, in senso lato, di un Capo di Stato così sensibile e attento al bene comune: la pace e la cura per la “casa comune”. Identica omissione è facile notarla nelle dichiarazioni stereotipe, più o meno ufficiali, rese dai presidenti Trump, Macron, von der Leyen, ecc. – evito pro bono pacis di menzionare il Capo del governo israeliano e quello ungherese per “demeriti eccezionali”.

E così siamo stati “costretti” ad accogliere con tutti gli onori in una sorta di “festival dell’apparenza”, piuttosto ipocrita, una classe politica mediocre a livello europeo e mondiale che ignora, rectius fa finta di ignorare, i due fini principali del pensiero di Franciscus per cui egli si è battuto, instancabilmente, fino all’ultimo respiro.

Non si rendono conto, evidentemente, che con il loro operato “spuzzano” terribilmente … D’accordo, bisogna fare buon viso a cattivo giuoco, ma negli ultimi tempi ‘sto gioco, rituale e cinico, si sta facendo troppo cattivo e deleterio tra una novantina di guerre, incessanti bombardamenti ad ospedali e vittime innumerevoli di bambini, specialmente palestinesi e ucraini.

Va bene, al limite, definirlo “un bravo uomo, gran lavoratore” Papa Francesco, ma non prendiamoci in giro e si onori davvero un grande uomo di “buona volontà”, impegnandosi seriamente per un rapido avvio del processo di pacificazione delle guerre in atto.

A noi, credenti, non resta che l’ammirazione profonda per chi s’è prodigato con preghiere e suppliche, oltre alla Speranza nella Provvidenza affinché l’esempio di Papa Bergoglio illumini le menti e scaldi i cuori dei governanti G7, rendendosi consapevoli di essere i maggiori responsabili dell’incerto, preoccupante destino del pianeta, di quella “casa comune” cui il nostro Pontefice dedicò l’enciclica “Laudato sì” per richiamare loro e tutti noi, ciascuno nel proprio ambito, ad occuparsi di più ed a curare il creato, tanto vilipeso e trascurato dal cosiddetto homo sapiens.

Dulcis in fundo, al termine della processione da San Pietro a S. Maria Maggiore la bella immagine degli ultimi, degli emarginati con una candida rosa in mano, coloro che Francesco non ha mai dimenticato. Ricordiamoli con lui in modo solidale o caritatevole, comunque nel segno del rispetto dei principi costituzionali, fondamentali della Costituzione e del Vangelo.

Michele Marino

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