Siamo proprio nel “mondo alla rovescia”. Salvini torna da Palermo assolto da quelle “toghe rosse” che da mesi sono sotto attacco da parte della maggioranza di governo che le considerano, sin dai primi vagiti del Governo Meloni, come i principali avversari. Sono giunti a definirle “zecche Rosse”.

La sentenza di Palermo, che per noi non assolve l’allora Ministro degli interni per il comportamento tenuto nei confronti di un pugno di disperati, da lui dipinti come orde che mettono a rischio i confini del Paese, smentisce l’assunto con cui Meloni e soci sono partiti lancia in resta contro la Magistratura.

Noi, invece, non abbiamo mai smesso di credere nei meccanismi della Giustizia. Di cui non sfuggono i tanti  limiti, dei quali pagano i costi soprattutto, però, i “senza potere”, cosa di cui non si preoccupano in molti. E così sappiamo che la sentenza di ieri servirà solo alla retorica di crede di “difendere la patria” tenendo a mollo più del necessario i migranti e faticano ad accettare le regole del gioco democratico tra i quali, e tra le più importanti, c’è proprio l’autonomia dei Magistrati e il rispetto degli equilibri tra i diversi organi dello Stato.

Abbiamo in ogni caso una nota di speranza: che Salvini, dopo qualche giorno di euforia per lo scampato pericolo si, impegni pienamente adesso per farci viaggiare i treni …

About Author