In seguito al mio ritorno in Sicilia (dopo quaranta anni d’insegnamento come docente di Letteratura italiana nei licei fiorentini) – sull’esempio del prof. Giorgio La Pira (il “siciliano”sindaco santo)e del costante impegno di mio fratello Nicola ( a cui si deve la realizzazione del CNR-ITAEIstituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia “Nicola Giordano” di Messina)- perseguo un costante obiettivo, senza comunque-finora-essere stato ascoltato dalle istituzioni regionali:“proporre soluzioni lavorative per i nostri giovani con progetti in ambito agricolo, turistico ed energetico”.
Sono convinto che nella nostra terra si possono realizzare- in ogni ambito- iniziative virtuose e innovative,con l’apporto di interlocutori seri ed affidabili. Sogno o utopia?
Per questa ragionemi pregio di sottoporrealla sua attenzionecinqueproposte nel campo delle “Energie rinnovabili e di mobilità sostenibile” che potrebbero essere prese in considerazione e sviluppate dalla Regione Siciliain collaborazione con il CNR-ITAE “Nicola Giordano”.
E’ noto che oggi siamo lontani dal contenere l’aumento delle temperature: le medie ambientali sono ben al di sotto del limite del 2° C fissato dalla COP21 di Parigi.
Dovremmo scendere entro il 2030 dagli attuali 32 a 24 miliardi di tonnellate di CO2 che emettiamo ogni anno nell’atmosfera, ma al ritmo attuale rischiamo invece di salire a 34 miliardi.
Secondo l’International Energy Agency (IEA), di questo passo la temperatura salirà di 2,7° ed entro il 2040 avremo esaurito il limite massimo di emissioni che assicura il contenimento entro i due gradi.
Nell’ambito delle Energie rinnovabili e delle Nuove Tecnologie sostenibili, i prossimi cinquant’anni saranno decisivi per l’umanità; il mondo s’aspetta che anche l’Italia possa dettare tempi e progetti originali (come avveniva anni fa), per far nascere posti di lavoro e benessere per tutti.
PRIMA proposta
Il CNR “Nicola Giordano” di Messina, ha in corso alcune importanti soluzioni in campo energetico, finalizzate alla realizzazione del progetto denominato “Hydrogen Valley”: un sistema di co-generazione di energia elettrica e idrogeno. Il progetto è coordinato da Meridionali Impianti in collaborazione con Sol Spa e ITAE (Istituto di Tecnologie Avanzate per l‘Energia).
La tecnologia Fuel Cell definita “clean” al pari del fotovoltaico o dell’eolico, ma con standard di efficienza molto più elevati, ridotta occupazione del territorio,non è soggetta alla discontinuità tipica delle tecnologie rinnovabili (Eolico e Fotovoltaico).
Attraverso sistemi di co-elettrolisiè possibile utilizzare la CO2, vapore acqueoe altri inquinanti PM10 – PM 5 – Nox dai fumi di scarico ad esempio degli altoforni. Con i sistemi SOFC/FCMC produrremo Idrogeno oppure E.E. di potenza. I sistemi potrebbero essere utili nel produrre gas naturale sintetico.
Perché allora ad esempio non inserire la Sicilia e il Meridione, con i suoi centri di eccellenza sul piano tecnologico e non solo… –cercando alleanze nei seguenti progetti?
a)progetto FLAGSHIPS, finanziato dall’Ue per concretizzare un trasporto per via acqua a emissioni zero e lanciato all’inizio del 2019: il progetto si concretizza nell’impiego per uso commerciale di due imbarcazioni dotate di celle a combustibile alimentate ad idrogeno ( già realizzato in Francia e in Norvegia);
b) il progetto dell’ IVECO, che ha in programma gli e-camion elettrici a idrogeno con un accordo commerciale Iveco- Nikola Motor Company (USA).
Possibile che non ci sia spazio operativo anche in Italia?
SECONDA proposta
Di recente ho avuto un colloquio con il nuovo direttore del CNR ITAE “Nicola Giordano”, Antonino ARICO’, che si è reso disponibile a portare avanti -con l’ Hysytech dell’ing. Massimiliano Antonini di Torino (pronto ad operare in ambito di progetti europei) -un impianto prototipo per produrre:
Termovalorizzatori pirolitici HT aletto fluido- self contained, più leggeri meno ingombranti e costosi degli attuali termovalorizzatori (tecnologia “clean” con zero emissioni nell’ambiente): trattamento rifiuti solidi urbani, di biomasse vegetali, residui plastici, pneumatici ecc., con il Syngas ottenuto si produce EE.
RSU: mancano impianti, le discariche sono sature e cresce anche il “turismo” dell’immondizia. Lo dice l’ultimo studio di FISE Assoambiente. Con la consulenza e la guida del Tecnologo Energetico Filippo ARPAIA (che ha conosciuto ed apprezzato i lavori di mio fratello nel campo innovativo delle celle a idrogeno) sono in corso accordi per creare un Polo internazionale di ricerca e produzione a Messina, partendo da possibili alleanze con Imprenditori privati, Istituzioni ed Atenei, principalmente con UNIME / CNR- ITAE, per dare una risposta all’UE che ha deferito l’Italia alla corte di Giustizia Europea, per ripetuto e prolungato superamento dei limiti di PM10 e per discariche abusive.
Secondo il Portavoce dell’Esecutivo Ue per l’Ambiente Enrico Brivio: “Occorrono interventi strutturali che affrontino il problema all’origine”.In Italia a causa delle polveri sottili muoiono prematuramente 66mila persone l’anno e ciò preoccupa la Commissione europea che ha aperto procedure d’infrazione contro 16 Paesi tra cui l’Italia.
Per questo motivo se alimentassimo i Traghetti sullo Stretto di Messina con l’idrogeno sarebbe questo un bel progetto dimostrativo per trasformare in realtà le emissioni zero.
TERZA proposta
Trasporti nello stretto. Con questa iniziativa la Regione Sicilia potrebbe contribuire ad accelerare l’introduzione dell’idrogeno per i trasporti marittimi a corto raggio.
Il trasporto marittimo globale, fonte di CO2 e di altre sostanze inquinanti, è stato messo recentemente sotto i riflettori grazie alla crescente pressione per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GES).
In base a uno studio dell’Organizzazione marittima internazionale, il trasporto marittimo emette approssimativamente 940 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari a circa il 2,5 % delle emissioni di GES.
Con l’idrogeno prodotto e fornito dalla raffineria di Milazzo sarà possibile (con la ricerca applicata dell’Istituto Nicola GIORDANO), adattare con idonei propulsori gli attuali traghetti, a zero emissioni.
SI SEGNALA CHE YANMAR HA PRESENTATO A DUSSELDORF IL PROGETTO PER MOTORI MARINI: Yanmar mira a installare il sistema di celle a combustibile marittimo sulle proprie imbarcazioni e ad avviare un test dimostrativo sul campo entro la fine dell’anno fiscale 2020. Inoltre, l’azienda prevede di espandere la tecnologia per una varietà di applicazioni e implementazioni. Perché non proporre alleanze con l’imprenditoria messinese come sede di produzione e vendita?
QUARTA proposta
E’ sotto gli occhi dei bene informati che il fotovoltaico sta avendo un impulso imprenditoriale rilevante dovuto alle sue ottime peculiarità tecnologiche, di impatto ambientale ed anche per il basso costo del silicio; basti pensare che un modulo che 10 anni fa costava 700 euro a parità di potenza erogata oggi costa 180 Euro, lo stesso dicasi per il materiale accessorio di collegamento.
Oltre tutto anche i costi di manutenzione si sono ridotti per via dei controlli da remoto con ICT. Volendo, oggi ogni piccolo Comune può rendersi autonomo energeticamente con le rinnovabili; per questo motivo multinazionali straniere di grosso calibro, fungendo da ESCO (Energy Service Company sono imprese che forniscono tutti i servizi necessari a realizzare un intervento territoriale per il miglioramento dell’efficienza energetica, i servizi forniti, comprendono quelli tecnici, commerciali e finanziari), stanno acquisendo aree per realizzare centrali EE da 50 a 100 MW.
Per questo genere di sviluppo si deve impedire l’accaparramento di aree marginali, unendo tutte le forze imprenditoriali e politiche per fare approvare una Legge Regionale che favorisca le imprese siciliane.
QUINTA proposta
Nella ex-sede del CNR/ITAE , potrebbe nascere-una volta restaurata- una “Start Up energetica”, con corsi di alta tecnologia: un progetto di grande importanza per la Sicilia e precisamente nella villa ex-De Pasquale (in località S. Lucia sopra Contesse), dove mio fratello, il prof. Nicola Giordano, aveva creato l’istituto di ricerca per l’energia alternativa.
Santi De Pasquale, ultimo erede della famiglia, aveva donato tale complesso, in cambio di un vitalizio, all’Università di Messina. L’elegante edificio fu realizzato nel 1912.Le attrezzature tecniche erano di prim’ordine: distillatori (enormi ampolle di rame stagnato intercomunicanti fra loro),alambicchi di metallo o di vetro, caldaie, imbuti, filtri e contenitori di ogni forma e dimensione; molto singolare anche il grande pozzo, sito nella parte terminale dell’edificio.
Dal 1994, momento in cui il CNR, dotato di nuovi locali, restituì la vecchia sede alla gestione dell’Università di Messina, il laboratorio tecnologico è ormai lasciato in uno stato di totale abbandono e di degrado. Quando lei vuole e quando sarà possibile, potremo andare insieme a vederlo (si tratta di una Villa Liberty di 600 mq. L’università di Messina non ha programmato alcuna iniziativa di restauro) e rimanere basito di fronte ad uno scenario di ruberie sistematiche a cui è stato fatto oggetto negli anni.
Questa Villa in stile liberty- una volta restaurata con l’apporto di gruppi industriali e in collaborazione con l’Università- potrebbe essere un polo -“star -up”- per creare un centro di studi formazione post-universitaria, rivolta ai giovani e finalizzata alla promozione di tecnologie innovative e sviluppare una rete di produttori e tecnici diffusa sul territorio italiano ed internazionale, con il successivo sostegno formativo di UNIME (laboratori, corsi di specializzazione, attività seminariali …).
Per questa finalità il CNR “Nicola Giordano” ha presentato al PNRR tramite “l’Agenzia
per la Coesione Territoriale” il progetto “Ecosistemi dell’innovazione finalizzato allo sviluppo e valutazione di tecnologie ad idrogeno verde per applicazioni in campo navale e nei settori “hard to abate”.
Si indicano a solo titolo semplificativo:
CORSI DI FORMAZIONE TECNOLOGICA POST-DIPLOMA
- SVILUPPO FILIERA COSTRUZIONI AD EMISSIONI ZERO; SISTEMI DI COSTRUZIONE. MATERIALI INVOLUCRI- SISTEMI ENERGETICI NUOVE COSTRUZIONI E REFITTING.
- CREAZIONE DI UNA BIBLIOTECA FINALIZZATA AI PERCORSI DI STUDI con monitoraggio informatico dei dati relativi ai corsi.
- RECUPERO TERRENI INQUINATI (Petrolchimico, Centrali carbone) per “BIOREMEDIATION “UTILIZZANDO VEGETALI AUTOCTONI PER LA PURIFICAZIONE DEI TERRENI (es. Fico d’India)
- FILIERA DEL RECUPERO E TRATTAMENTO PLASTICHE DAL MARE:
- a) METODOLOGIE DI RACCOLTA;
- b) TRATTAMENTI
Gent. le on. Schifani, ognuno di questi progetti può contare su persone di alta e lunga esperienza professionale in campo tecnologico.
Nella speranza che almeno uno di essi possa essere valutato positivamente dalla Regione Sicilia, la ringrazio per la sua attenzione. Attendo una sua risposta.
Nino Giordano – Coordinatore INSIEME Regione Sicilia