Se volgiamo lo sguardo al passato, ci accorgiamo che l’Europa, più volte nel corso dei secoli, è stata minacciata, aggredita e persino sull’orlo di essere conquistata da potenze ostili. Eppure, ogni volta, ha saputo resistere, difendersi e rilanciare la propria civiltà. Oggi, però, questa capacità di reazione sembra essersi affievolita, mentre nuove minacce incombono su un continente che appare più fragile e diviso che mai.
Dai Romani ai nostri giorni: un’Europa sotto assedio
Le minacce all’Europa risalgono ai tempi più antichi. I Romani, che con la loro espansione avevano posto le basi della civiltà europea, dovettero affrontare il pericolo di Annibale e dei Cartaginesi durante le guerre puniche. Il celebre grido Hannibal ad portas! evocava la paura di un’invasione capace di mettere in ginocchio Roma e l’Italia. Se la battaglia di Zama nel 202 a.C. non avesse segnato la sconfitta di Cartagine, forse la storia dell’Europa sarebbe stata diversa. Nei secoli successivi, altre minacce si abbatterono sul continente. L’epoca medievale vide l’avanzata delle incursioni saracene e arabe, che per secoli insidiarono le coste e i territori europei. Poi fu il turno dell’Impero Ottomano, che per quasi cinque secoli cercò di espandersi verso il cuore dell’Europa, arrivando a minacciare Vienna nel 1683. Se a Lepanto, nel 1571, la flotta cristiana guidata da Don Giovanni d’Austria non avesse sconfitto quella ottomana, il Mediterraneo sarebbe diventato un lago turco e la storia dell’Europa avrebbe preso una strada diversa. Nel Novecento, la minaccia ha cambiato volto ma non natura. Dopo la sconfitta del nazifascismo nella seconda guerra mondiale, l’Europa non si è ritrovata libera, bensì divisa. Da un lato, le democrazie occidentali sotto l’ombrello anglo-americano; dall’altro, l’Europa orientale soggiogata dall’Unione Sovietica dietro la cortina di ferro. La libertà, almeno per metà del continente, fu garantita solo grazie alla resistenza militare e strategica della NATO e all’intervento decisivo degli Alleati durante il conflitto, con lo sbarco in Sicilia, Anzio e Normandia.
Le nuove minacce: instabilità, dipendenze e conflitti
Oggi, come in passato, l’Europa è minacciata. Ma le aggressioni non provengono solo da eserciti in marcia: il pericolo arriva anche dalla debolezza interna e dall’incapacità di affrontare le sfide con coesione e determinazione. Il primo fronte di crisi è rappresentato dalla guerra in Ucraina, che ha riportato il conflitto armato nel cuore dell’Europa. L’invasione russa ha mostrato quanto il continente sia vulnerabile, sia militarmente che economicamente. La dipendenza energetica da Mosca ha messo in ginocchio diversi paesi, costringendo l’Europa a cercare in fretta alternative, ma senza una strategia comune di lungo periodo. Un altro grande pericolo è la crescente instabilità del Medio Oriente e del Nord Africa. Le crisi in queste aree generano ondate migratorie incontrollate che mettono a dura prova la coesione sociale europea. Senza una politica estera unitaria e senza una difesa comune dei confini, il rischio è quello di un’Europa incapace di gestire i flussi e preda di divisioni interne. Ma forse il nemico più insidioso è la perdita di fiducia in sé stessa. L’Europa, che per secoli ha difeso la propria civiltà con le armi e con la cultura, oggi sembra impantanata in un relativismo paralizzante, in cui il pacifismo ingenuo e l’incapacità di prendere decisioni forti rischiano di trasformarla in un attore sempre più irrilevante sulla scena mondiale.
Difesa e consapevolezza: due pilastri per il futuro
La storia dimostra che l’Europa ha saputo difendersi non solo con le armi della civiltà, ma anche con eserciti ben equipaggiati e addestrati, sostenuti da un forte senso di appartenenza e determinazione.
Oggi, di fronte a nuove minacce, ci troviamo di nuovo davanti a un bivio: costruire una difesa comune adeguata ai tempi o rassegnarci a diventare un’Europa fragile e indifesa, esposta agli appetiti delle potenze esterne. L’Unione Europea, pur essendo un gigante economico, rimane un nano politico e militare. La mancanza di una politica estera e di difesa unitaria ci espone a pericoli sempre più concreti. Le tensioni geopolitiche, l’aggressività russa, il terrorismo, le crisi migratorie e l’instabilità nel Mediterraneo sono solo alcune delle sfide che richiederebbero una risposta forte e coesa.
Una difesa comune per un’Europa sovrana
Senza un esercito europeo, senza una politica di difesa unitaria, senza una chiara visione strategica, l’Europa rischia di ripetere gli errori del passato, aspettando che siano altri a garantirne la sicurezza. Eppure, la storia ci insegna che la libertà non è mai stata un dono, ma una conquista. Se vogliamo un’Europa forte, libera e sovrana, dobbiamo riscoprire lo spirito di Lepanto e della resistenza al totalitarismo. Solo un’Europa consapevole della propria identità e del proprio ruolo potrà evitare che la storia, questa volta, non si ripeta in modo tragico e cruento.
Michele Rutigliano