«Oggi intercettiamo, attraverso i tamponi, i casi di contagio al momento e solo per chi quel tampone lo fa. Con questa indagine riusciremo a capire e quantificare anche chi in questi mesi è entrato in contatto con il virus e magari non se ne è accorto perché non ha avuto sintomi o ne ha avuti di leggerissimi e ha pensato di avere un semplice raffreddore o qualche linea di febbre. Una porzione di persone che oggi non siamo ancora in grado di quantificare».
Così dice in un’intervista a Open ( CLICCA QUI )Linda Laura Sabbadini, Direttrice centrale dell’Istat, l’Istituto nazionale di Statistica con cui il Ministero della Salute coordina la cosiddetta indagine sulla sieroprevalenza dopo che il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto che consentirà di ottenere un campione composto da 150 mila persone. Un passaggio ritenuto importante per raggiungere una valutazione di quanti siano stati gli italiani ad essere stati esposti al Coronavirus.
Linda Sabbadini non si nasconde che ci si trovi all’avvio di un lavoro “immane” visto che nel pieno di una epidemia “si agisce in corsa e nel modo più rapido possibile”, il disegno della rilevazione è una parte cruciale, le operazioni devono essere predisposte con qualità perché ” il tempo è fondamentale, le necessità della scienza si devono sempre coniugare con il rispetto della legge, a garanzia dei diritti di cittadini e cittadine”. Il processo verrà monitorato dall’Istat, dal ministero, dalle Regioni, dalla Croce Rossa.
Per quanto riguarda il ruolo delle regioni, Linda Sabbadini precisa che sarà ogni singola regione a valutare la somministrazione migliore dei test all’interno di un campione statistico che permetterà di raggiungere una rappresentazione dell’intera Italia. “La rappresentatività- precisa- sarà a livello regionale: all’interno delle regioni avremo una rappresentatività per sesso, per sei classi di età, e per quattro grandi gruppi di attività economica. Sono stati estratti duemila comuni – quindi un numero elevato – a livello nazionale e poi all’interno di questi comuni viene estratta la popolazione, tenendo conto delle variabili di cui sopra».
Per quanto riguarda il ruolo del Garante della privacy, Linda Sabbadini sottolinea che il garante viene sempre chiamato per dare il suo parere, che “le varie fasi dell’indagine sono state condivise con il suo ufficio e c’è stata un’ampia condivisione del lavoro”.
Rispondendo ad una domanda sul “ritardo”, Linda Sabbadini dice: «Sembra di essere sempre in ritardo in una situazione di pandemia. Ma non come paese, anche a livello internazionale. La pandemia è troppo recente, la diffusione del virus troppo veloce. Ma dobbiamo essere anche un pò fieri di quello che stiamo facendo. Il personale sanitario, gli scienziati , i decisori politici nazionali e locali, noi stessi stiamo dando il massimo e di più».