L’articolo di mons. Simoni di qualche giorno ( CLICCA QUI )fa sottolineava tra l’altro la necessità che Insieme chiarisca bene come essere e come apparire a proposito di alcune questioni fondamentali tra le quali il riferimento al Pensiero sociale della Chiesa e alla sua armonia con i valori espressi nella Carta costituzionale (“Come essere e apparire di fronte all’opinione pubblica italiana una risposta e proposta politica coerente sia con i punti più qualificanti della Dottrina sociale (aggiornata a oggi) della Chiesa cattolica, sia con l’impostazione politica pienamente democratica-costituzionale tanto nella prassi interna quanto nelle scelte di fondo e nelle relazioni pubbliche”).

Perciò vorrei sottolineare la necessità e anche l’urgenza di un ulteriore chiarimento su questo versante affinché, come tutti vogliamo, Insieme diventi sempre più il punto di riferimento delle tante esperienze politiche, dei movimenti e delle associazioni cristianamente ispirate.

Diventa necessario in questo momento di passaggio chiarire ed elaborare meglio il concetto di ispirazione cristiana, perché mi sembra che esso giochi un ruolo determinante a vari livelli. E’ un chiarimento che ha bisogno di un approccio collegiale, dunque faccio un appello a tutti coloro che hanno a cuore la centralità del tema e lo vogliano elaborare. Seguono alcune riflessioni assolutamente non esaustive.

Il primo effetto di una ispirazione cristiana per il proprio pensiero e azione è quello di autentica motivazione che muove il singolo associato a partecipare a una azione politica disinteressata a servizio di tutti e specialmente di chi è nel bisogno materiale e immateriale, alimentando così una prossimità generativa tipicamente cristiana; e può anche servire a un chiarimento dei propri posizionamenti interiori sul rispetto della legalità e dell’etica ispirata dalla Costituzione.

Un secondo livello consegue dal dato che Insieme non è un partito confessionale, non è il partito dei cristiani appartenenti alla confessione cattolica (nemmeno don Sturzo volle l’aggettivo cattolico per il Partito Popolare…) ma sposa apertamente le “visioni del mondo” generate dalla fede cristiana senza però ovviamente chiedere una professione di fede cristiana agli iscritti (né tantomeno chiedendola agli altri), dichiarando però al contempo che l’azione politica del Partito è ispirata cristianamente. Dunque in realtà Insieme non “sposa” la fede cristiana, ma una teoria (visione) e un paradigma per la dimensione pratica tipica della politica desunta dal Cristianesimo (solo nella confessione cattolica? E le altre confessioni cristiane pure presenti nel Paese?). Questa diventa a mio avviso una considerazione rilevante nel momento in cui il Partito continuerà a motivare le proprie scelte in merito a temi etici sensibili sui quali, nel nostro Paese, si registra sempre una tensione mai sopita (ddl Zan). Se le scelte etiche non vengono da una professione di fede o non sono motivate esclusivamente da essa bisognerà dimostrare la convenienza e l’opportunità di alcune scelte di campo rispetto ad altre per la realizzazione del bene di tutti. In alcuni articoli pubblicati su queste pagine sono state già espresse alcune posizioni di Insieme sulle famiglie “arcobaleno”, sull’adozione dei minori da parte di coppie di persone omosessuali, sul matrimonio gay, inizio e fine vita ecc.; tutti temi su cui il magistero della Chiesa è chiamato in causa.

In ogni caso, il concetto di “ispirazione cristiana”, in riferimento a tali questioni non può restare solo al livello di un riferimento vago di tradizione. E’ richiesta, invece,  una necessaria elaborazione di pensiero che non ha esiti scontati ed è anzi piuttosto complessa da operare e quindi richiede un impegno di pensiero direi immediato.

Anche perché nel nostro Paese la stragrande maggioranza dei credenti cristiani appartengono (o dicono di appartenere) alla confessione cattolica, ma nella Chiesa oggi (penso soprattutto ai laici, ma anche al clero) l’unità sui temi morali e anche sociali non è affatto da dare per scontata. Se è sufficientemente concreta l’unità nella fede, altrettanto non può dirsi per le concezioni antropologiche diverse che si possono assumere e ancora più lontana è l’unità sulle diverse e possibili opzioni politiche… Ricordo, a questo proposito, quanto detto dal cardinale presidente della CEI, S.E. mons. G. Bassetti, sulla perdurante divisione dei credenti in “cristiani della morale” e “cristiani del sociale” e su quanto ci sia ancora da capire e parlare in proposito (cattolici del campanile o del Vangelo…?) Ritengo che un lavoro del Partito su questo versante sia una premessa necessaria e urgente per un auspicato e indispensabile coinvolgimento dei credenti nella trasformazione del nostro amato Paese.

Luca Novara

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