The Guardian di Londra (CLICCA QUI) pubblica i risultati di un rapporto della Civil Liberties Union for Europe (Liberties) secondo cui “il governo italiano ha profondamente minato lo stato di diritto con modifiche alla magistratura e ha mostrato ‘una forte intolleranza alle critiche dei media’, in un esempio emblematico della crescente ‘recessione democratica’ dell’Europa”.
Insieme al nostro Paese sono citate le responsabilità di altri paesi quali la Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia – che “intenzionalmente minano lo stato di diritto sotto quasi tutti gli aspetti”.
“La recessione democratica dell’Europa si è aggravata nel 2024”, ha affermato Liberties in una dichiarazione. Il rapporto, condiviso con il Guardian prima della pubblicazione, ha evidenziato sistemi giudiziari soggetti a manipolazione politica, debole applicazione della legge contro la corruzione, uso eccessivo di procedure legislative accelerate, molestie ai giornalisti e crescenti restrizioni alle proteste pacifiche. “Senza un’azione decisa, l’UE rischia un’ulteriore erosione democratica”, ha concluso il rapporto, compilato da 43 organizzazioni per i diritti umani in 21 stati membri dell’UE.
Liberties ha iniziato l’esercizio annuale nel 2019 per seguire da vicino i rapporti sullo stato di diritto della Commissione europea, che dovrebbero fungere da controllo di salute democratico degli stati membri dell’UE. I sei rapporti della ONG hanno mostrato “l’allarmante persistenza delle violazioni dello stato di diritto in tutta l’Unione europea”, ha affermato Viktor Kazai, esperto senior dello stato di diritto presso Liberties. “Tutti gli aspetti fondamentali dello stato di diritto hanno dovuto affrontare problemi sempre più gravi negli ultimi anni”, ha aggiunto, mentre i tentativi dell’UE di invertire il declino sono stati “deludentemente limitati”.
In Italia, i ricercatori hanno evidenziato come il governo di Giorgia Meloni avesse elaborato proposte per dare “poteri illimitati” al ministero della giustizia sui procuratori, il che avrebbe aumentato il controllo politico sulla magistratura. I collaboratori italiani hanno anche segnalato “livelli senza precedenti di interferenza nei media di servizio pubblico”, come la cancellazione del “manifesto antifascista” dell’autore Antonio Scurati e il procedimento disciplinare aperto contro il conduttore del talk show in cui il discorso avrebbe dovuto essere tenuto.