Lo Stato “biscazziere” ti dice Gratta e Vinci …ma in realtà dovrebbe dirti: “GRATTA E PERDI, GRAZIE!”. Grazie perché, insieme ai tabaccai, lo Stato incassa molti soldi senza far capire ai giocatori che li sta in effetti tassando. Oggi
molti tabaccai confessano: “Se non fosse arrivato il ‘gratta e vinci’ in molti saremmo falliti, perché con la campagna contro il cancro si vendono meno sigarette”.

Nel 2019 per i “giochi” di Stato gli italiani hanno speso 110,5 miliardi. E sembra che persino una parte del reddito di cittadinanza finisca nel “gratta e vinci”. Siamo diventati i primi in Europa nel “grattare” e si è stimato che il 20%
di questi “biglietti dei sogni” a livello mondiale sia venduto in Italia. Ma in prospettiva lo Stato biscazziere verrà superato dai “casinò on line” legali offerti su internet.

Ecco una lista dei più popolari: Fastbet, Slottery, Pocherstars, LeoVegas, The Money Game, Hotfiesta, Fire Toad, Fire Jocker Freeze, Enchanted Lamp, Cash Ultimate, Welcome Casinò, Betfair. Una volta i Casinò non erano “democratici”. Erano riservati a quei pochi ricchi, che non conoscendo il valore del denaro – avendolo spesso ereditato e quindi non guadagnato con il loro lavoro – finivano per sperperarlo al tavolo verde (colore simbolico…). Oggi, invece, il gioco d’azzardo è molto democratico, è aperto a tutti, poveri e ricchi. Lo Stato ci dice: siete tutti liberi di rovinarvi, tanto io guadagno sempre. E con l’ultimo Decreto Dignità il governo ha deciso di aumentare le imposte sulle vincite, forse sperando ingenuamente di limitare il fenomeno… … 20 anni fa scrissi per la rivista RINASCIMENTO POPOLARE un editoriale dal titolo: “La sfortuna di dare la caccia alla fortuna”. Lo ripropongo notando con una certa amarezza che oggi la situazione è di molto peggiorata rispetto al 2001.

“L’uomo, si sa, è libero di fare il bene e di fare il male. Se non ci fosse questa doppia libertà, fare il bene (solo il bene per mancanza di alternative) non sarebbe una virtù, mentre non è possibile fare solo il male, perché ciò avrebbe già portato da tempo l’umanità alla sua autodistruzione. Il mondo, lo vediamo ogni giorno, è un pianeta misto di male e di bene. È dominato da due potenti forze in continua competizione tra loro. È lapalissiano affermare che possiamo sperare in un mondo migliore solo con il netto prevalere del bene sul male, anche se questo resterà con noi sino alla fine del mondo.

A chi spetta di lavorare per il bene? Ovviamente a tutti, ma vi è una categoria di persone cui spetta più di altre: sono le donne e gli uomini “caricati” di responsabilità. Fra questi innanzitutto chi è stato eletto dai cittadini per servire i cittadini. Ciò significa che il mondo politico, a tutti i livelli, alti e bassi, deve impegnarsi a fare del bene facendolo bene, non per sé ma per gli altri. Responsabilità politica vuol dire soprattutto responsabilità sociale. Pensieri utopistici? No, se è vero che tanti uomini politici, specialmente a livello locale, si distinguono per l’impegno e per la serietà con cui lavorano. Certo è che fanno più notizia gli altri, quelli che non dimostrano alcuna responsabilità politica e sociale. E fanno tanto male.

In questo numero di Rinascimento Popolare vogliamo denunciare un fatto davvero scandaloso, quello dello Stato biscazziere, che aguzza diabolicamente l’ingegno per fare soldi e rovinare tante famiglie. In particolare desideriamo denunciare la vergogna del futuro Bingo. Vergogna, perché dalla vecchia e cara tombola giocata con i fagioli si passerà all’educazione del gioco d’azzardo con servizi via via più sofisticati e con grave danno economico e morale per i cittadini più deboli. Vergogna, perché dietro lo Stato biscazziere si nasconde una verità: vincerà sempre chi tiene il banco e in questo caso non è un soggetto privato ma pubblico.

Nel 1957 furono chiuse le “case chiuse”, perché – si disse – lo Stato non può fare soldi sulla carne umana. Ma ora si apriranno le sale da gioco del Bingo e lo Stato non si vergogna di fare soldi sfruttando la debolezza umana, una debolezza alimentata e pubblicizzata dallo stesso Stato. Chi ha la sfortuna di voler dare la caccia alla fortuna è sospinto in questa disgrazia da chi dovrebbe invece fare esclusivamente il bene dei cittadini, ai quali si pone al loro servizio.

Don Sturzo lottò a lungo contro lo Stato biscazziere. Le sue dure critiche erano rivolte contro il gioco d’azzardo nei Casinò (all’inizio degli anni ’50 si parlava di aprire un Casinò a Taormina). Ma le sue critiche erano rivolte anche contro giochi più innocenti, come il Totocalcio e il Lotto. Nel 1951 scriveva: ‘Mi metto anch’io fra coloro che invocano provvedimenti per eliminare la passionalità che destano questi giochi, da essere ridotti (se debbono sopravvivere) al minimo di puntate o di vincite, riducendoli a semplici distrazioni. In realtà sono un mezzo di ingiustificato arricchimento, che nella maggior parte dei casi non giova ai vincitori e a lungo andare prosciugano le borse dei poveracci che ci sperano’”.

Chissà cosa direbbe oggi Don Sturzo nel vedere lo Stato che – dopo avere trasformato in un suo
“business” l’innocente tombola con i fagioli – ha ideato il ‘gratta e vinci’, ha autorizzato le scommesse
sportive fatte dietro l’angolo o, peggio, i casinò ‘on line’ dentro casa come potenti idrovore che
prosciugano i portafogli di tante famiglie… Tuttavia, con il suo ottimismo di fondo, Don Sturzo oggi certamente ci direbbe: “Fate bene a lottare contro queste aberrazioni della società civile, resa spesso incivile da quegli stessi
uomini che dovrebbero proteggerla. Ma non dimenticate mai che, mentre tante persone fanno del male,
un numero maggiore di persone sta facendo del bene”.

In effetti basta pensare ai 6 milioni di volontari, che oggi operano in Italia, per capire quanto sia
forte l’esercito dei “mai visti”. Milioni di persone che non si stancano mai di lavorare per il bene
degli altri, quasi sempre a favore dei meno fortunati, e che non credono nelle false scorciatoie del
“gratta e vinci” in quanto credono nella verità del “gratta e perdi”. Verrà il giorno in cui anche lo
Stato capirà che neppure a lui conviene di essere truffaldino.

Giovanni Palladino

 

Pubblicato su Servire l’Italia ( CLICCA QUI )

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