Voglio esprimere alcuni pensieri a rinforzo della più che appropriata lettera aperta redatta da INSIEME, alla Ministra dell’interno on. Luciana Lamorgese già Prefetto e Capo di Gabinetto al Ministero oggi da Lei presieduto ( CLICCA QUI ).

INSIEME richiama le istituzioni e gli Enti dello Stato nelle varie declinazioni, deputate alla tutela della sicurezza e al soccorso pubblico a una risposta più ferma, per evitare sottovalutazioni e quindi scoprire brecce che possono far proseguire i malfatti. Purtroppo gli eventi di cronaca che hanno interessato anche lo sguardo dall’estero, sono avvenuti nel tempo di reggenza della Sig.ra Ministra dell’Interno, ma bisognerebbe fare una revisione anche sull’operato dei precedenti titolari pro-tempore, dei relativi articolati uffici centrali e territoriali alle loro dipendenze.

Nella lettera vi è un richiamo che molti potrebbero leggere come un appello di rito: no, è molto di più. Per chi come me da 23 anni svolge una professione all’interno di un ramo del sistema di  Sicurezza e Soccorso Pubblico, possedendo un lungometraggio allargato e reale della situazione, rafforzato da approfondimenti extra lavorativi e dalla fortuna di avere nell’ambito familiare e amicale appartenenti all’ambito, può confermare a INSIEME che la situazione degli enti dello Stato, dediti a questo settore in tutta la piramide organizzativa, è ormai giunta a livelli di frammentarietà non più sostenibile funzionalmente, efficacemente ed economicamente.

Quindi, è ovvio che la ferma risposta non trova e non troverà la giusta applicazione, lasciando che tutto sia effettivamente una ordinaria vicenda di ordine pubblico. Già nell’ordinario non si riesce o si fatica a intervenire sulla previsione, prevenzione e men che meno con la tempestività, di fronte agli eventi in accadimento: mi si creda che, ogni soglia di casa che si oltrepassa (ma è lo stesso per qualsiasi luogo), mostra una problematica che da specifica, interseca un correlato necessario di competenze multidisciplinari e integrate spesso ostacolate dall’espressione “non di mia competenza”. Un cane che continua a mordersi la coda: la storia e la cronaca antecedente i tempi attuali e pre-pandemici, ne confermano l’assunto. Non si ha più il coraggio di dire no a dei potenziali rischi, perché vi sono influenze esterne. Non si è più capaci di fare prevenzione, per poi spendere tre volte di più in interventi del momento e ripristino della normalità. Inoltre dall’evento, rare sono le occasioni di confronto per estrapolare una prevenzione sinergica. “Non accadrà mai” è l’espressione più nefasta che genera all’evento la confusione e agitazione aggravanti la situazione ormai fuori controllo.

Quando uno Stato non riesce a garantire, mantenere ed erogare un servizio essenziale quale quello della sicurezza interna nelle tre declinazioni cardine (ordine pubblico, soccorso tecnico e sanitario), non custodisce la democrazia e la protezione della proprietà  del Paese, intesa come territorio e tutto ciò che in esso è contenuto (persona, vita, salute, lavoro, società, ambiente). Il contributo venuto da Eleonora Mosti ( CLICCA QUI ) in più passaggi ci presenta messaggi inequivocabili utili per una riflessione rivolta sia al Cittadino sia alla Pubblica Amministrazione in generale.

Forse c’è troppo Stato nello Stato? Forse val bene una trasformazione di quanto già esiste rendendo più efficace ed efficiente il sistema? Forse un’ormai secolare suddivisione e moltiplicazione di enti che si occupano della materia non ha più senso di essere sostenuta? Perché creare continuamente settori e dirigenze ridondanti che all’atto pratico poi si mostrano in un susseguirsi di passaggi di responsabilità e di non prese in carico definitive e risolutive per il Cittadino? Una seria riforma della Pubblica Amministrazione e degli Enti che si occupano della sicurezza interna del Paese non ha ancora visto la rinascita per il tempo in cui ci troviamo e per quello in divenire. La formulazione dei Disegni di Legge è minata da plurimi interessi di parte e quelli discussi o in discussione nelle varie commissioni di Camera e Senato (es. riforma del Soccorso Sanitario ove si persevera ad applicare pezze, Legge Madia inerente Corpo Forestale dello Stato versus Arma dei Carabinieri con un mancato proseguo dell’ accorpamento di funzioni delle forze di polizia e altre, ampliamento di dirigenze presso il Viminale, ecc.), non trovano o non hanno trovato una multidisciplinarietà e una integrazione di contenuti e di progresso. Il risultato è (e sarà) sempre regolato da testi monchi, necessitanti di decreti attuativi ripetuti con il pensiero rivolto al proprio individuale settore, più o meno influenzato dal proponente. Inoltre i redattori di un ddl si fermano forse troppo davanti ai dati: provino a mettere da parte per un pò i numeri, che se continuamente rimaneggiati dicono qualsiasi cosa, e ragionare in termini di scopo, anche se questo può eccedere di poco per nulla, ma è garante per la collettività.

Si può anche affermare, dal mio punto di vista, che alle professioni che si occupano di tale ambito, va elevato il grado di preparazione, caratura, competenza, mantenimento delle conoscenze e dotazioni all’avanguardia in modalità trasversale, riconoscendo anche una proprietà di studio scientifico. Va innalzata la capacità di capire anche le motivazioni del perché una persona svolge quel tipo di professione o ruolo: serio interesse o mero opportunismo?. Inoltre non si risolve la situazione solo aumentando organici e stipendi: non si tratta di “operai dello Stato” ma qualcosa che occorre rispettare guardando alla finalità. E il rispetto istituzionale se c’è (civico-educativo di esempio), deve cambiare indirizzo di progettazione e programmazione di una riforma, guardando bene il panorama nazionale ed europeo.

Il Politico eletto e nominato che affronterà questa tematica dovrà impegnarsi a realizzare una fotografia minuziosa e indipendente, locale ed europea (non è necessario andare oltreoceano), che anche senza specifiche competenze, aumenterà di certo la propria cultura e interesse tematico. Dovrà essere capace di calarsi nella realtà per poi confrontare con il dichiarato dagli Enti. Saranno sicuramente due versioni opposte, ma lì si vedrà la levatura del Politico a inserire in mezzo il disegno di trasformazione. La popolazione italiana sarà sicuramente grata e vedremo finalmente i nostri territori vivibili appieno nella più totale serenità.

Marco Torriani

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