Perseguire un’altra cultura politica è possibile, anzi necessario. ” Riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori”. E’ indispensabile “uno sguardo d’orizzonte, una visione del futuro”. Questa la sostanza del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ancora una volta si è mosso a diverse spanne d’altezza rispetto alla media politica italiana.

Un discorso da leggere e rileggere (CLICCA QUI) anche perché ne emerge, di fatto,  un “controcanto” garbato, ma decisivo rispetto a tutto quello che ci offre il quotidiano di un sistema politico deprimente cui concorrono sia la maggioranza, sia l’opposizione.

In un periodo in cui chi, anche da posizioni istituzionali importanti, prova ad esaltare solamente il passato, Mattarella invita a  “stare dentro il nostro tempo” con intelligenza e passione. Semmai, del passato accogliere quella bussola offerta dalla Costituzione il cui rispetto è “il nostro primario dovere”. Non era necessario spingersi oltre, alla luce di tutto quello che viene proclamato sulle trasformazioni che si vogliono introdurre  nel nostro sistema istituzionale.

E anche a chi persegue politiche divisive e non eque, Sergio Mattarella, ricorda che “la Repubblica siamo tutti noi. Insieme”. Ed è così necessario pagare le tasse “perché questo serve a far funzionare l’Italia e, quindi, al bene comune”.

Avere dunque il coraggio di “progettare il domani con coraggio”. Un domani che significa battersi per la Pace, a partire da quella che deve riguardare l’Ucraina, a proposito della quale Mattarella ha ricordato le folli responsabilità che si è assunto l’occupante, cioè la Russia di Putin, ma anche preoccuparsi di tutto ciò, cui va soprattutto l’attenzione delle nuove generazioni, che riguarda la salvaguardia del Pianeta, il digitale, l’educazione.

Riusciremo a fare nostra la saggia finezza del “controcanto” di Sergio Mattarella e, soprattutto, ne saranno all’altezza chi guida la cosa pubblica e chi sta all’opposizione?

Giancarlo Infante

 

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