C’era una volta l’unico paese democratico nel Medio Oriente? La guerra stravolge tutto. E anche le relazioni interne e il dibattito politico, e il confronto tra le varie anime diventano così estremo che per il passaggio verso forme di superamento della democrazia ci vuole davvero poco. Noi che ci critichiamo tanto, e spesso a ragione, non possiamo però dimenticare come la nostra democrazia resse alle terribili spallate del terrorismo e della mafia. Non pensammo mai di radere al suo le case dove si sospettava ci fosse un covo dei criminali, di destra e di sinistra, che risolvevano la contesa ideologica gambizzando ed uccidendo. Neppure, abbiamo mai bombardato le case dei mafiosi. E la stampa è sempre stata libera, persino nel comunicare i bollettini dell Brigate rosse.

In Israele, anche per il clima interno creato dopo il 7 ottobre del 2023, certe certezze cominciano a scricchiolare  e non si prende di mira solo la stampa straniera, in particolare quella araba o palestinese. Quella che, comunque, ha già pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane a Gaza dove sono stati uccisi finora 128 giornalisti secondo Committee to Protect Journalists (Cpj) e 130 stando ai dati di  Reporters Sans Frontières (Rsf). Adesso, il Governo di Netanjahu ha approvato una risoluzione per colpire Haaretz, il più importante giornale indipendente israeliano, nato nel 1919, vietando agli  enti  governativi di avere relazione con il foglio contrario a Netanjahu e, persino, di  pubblicare sulle sue pagine annunci pubblicitari.

Il Governo rimprovera ad Haaretz articoli che avrebbero “danneggiato la legittimità dello stato di Israele e il suo diritto all’autodifesa” e prende di mira, in particolare, le corrispondenze da Londra di Amos Schocken che, secondo Netanjahu sosterrebbero il terrorismo e chiedono l’imposizione di sanzioni al governo.

Quelli di Haaretz hanno risposto definendo la decisione ” un altro passo nel percorso di Netanyahu per smantellare la democrazia israeliana”. Ed hanno aggiunto: “come i suoi amici [il presidente russo Vladimir] Putin, [il presidente turco Recep Tayyip] Erdogan e [il primo ministro ungherese Viktor] Orban, Netanyahu sta cercando di mettere a tacere un giornale critico e indipendente. Haaretz non si tirerà indietro e non si trasformerà in un opuscolo governativo che pubblica messaggi approvati dal governo e dal suo leader”.

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