Indubbiamente non fa notizia affermare che in Puglia, come in genere nel Sud Italia, il sistema infrastrutturale lascia molto a desiderare, specialmente se consideriamo che siamo a tutti gli effetti uno dei Paesi G7, per cui meriteremmo una certificazione da terzo o quarto mondo. Ma la notizia è nel senso che il boom turistico che grazia la nostra, amata regione da qualche decennio non trova alcune, valida risposta dalle istituzioni, siano esse statali, che regionali o provinciali.
Basti pensare al notevole ritardo ed ai tanti disagi con cui è stata ammodernata, solo in parte, la S.s. 16 che porta verso il gettonatissimo Salento, oppure al fatto che il treno TAV termina a Bari, inesorabilmente, e non a Lecce, così come l’autostrada!
Da lunghi anni si sta “combattendo” (noi del Consorzio pro Ofanto insieme ad associazioni della Valle come “In loco motivi”, Av.) per il rilancio della storica linea Rocchetta S. Antonio/Avellino, la seconda più antica d’Italia (1881 per volere di re Ferdinando II), che ora proponiamo di ricongiungere alla Gioia del Colle – Spinazzola, al fine di collegare il parco dell’Ofanto con il Parco nazionale dell’alta Murgia. La qual cosa favorirebbe lo sviluppo del turismo lento e sostenibile tanto richiesto dal turismo del nord Europa e americano.
Ciò premesso, lo scenario logistico, diciamo primordiale, peggiora visibilmente se si pensa ai tre “gioielli” di Capitanata, quali:
a) la statale Rivolese da Cerignola a Torre di Rivoli, franosa e senza piazzole di sosta, fortemente a rischio di incidenti automobilistici;
b) la Zapponeta – Manfredonia, tratto dopo Ippocampo, il cui manto stradale risale a quasi venti anni or sono, praticamente una mulattiera ad ampio spettro;
c) la Zapponeta – Margherita di Savoia, interrotta da parecchi mesi per problemi al ponte dell’idrovora Aloisa, ove i lavori di consolidamento sono fermi da diverse settimane!
Sembrerà paradossale, ma lo possiamo definire “il triangolo delle Bermude” foggiane, dato che nel raggio di poche decine di chilometri coincidono tutte queste manchevolezze e sbadataggini che incidono negativamente sui trasporti pubblici, commerciali e turistici.
Anche in altre occasioni ho avuto modo di sottolineare che la provincia di Foggia è una sorta di Cenerentola nel dimenticatoio della politica regionale e patria, mentre ricordo che l’ultimo leader ad occuparsi dei problemi seri fu Pinuccio Tatarella, ormai quasi trenta anni fa. Così come il sistema locale non si dimostra capace di fare rete pubblico/privato, seguendo magari l’esempio dei corregionali del Salento.
Mi chiedo se sarà necessario ricorrere ad una civile ribellione o almeno ad una protesta organizzata per sbloccare questo, insopportabile, nefasto status quo.
Michele Marino