“E’ stata una grande gioia accogliere in ‘Missione Speranza e Carità papa Francesco, il 15 settembre 2018, a pranzo con tutti i poveri. Io ero a poca distanza da lui, al tavolo di fronte con mia moglie Barbara, e mi ha colpito per la sua semplicità nel parlare con tutti i fratelli accolti. Sembrava uno di noi da sempre, non era un papa tra i poveri, ma un padre che amava i suoi figli e li ascoltava tutti con pazienza e gioia”: ad un mese dalla morte di papa Francesco, avvenuta lo scorso 21 aprile, Riccardo Rossi, piccolo figlio della ‘Divina Volontà’ di Palermo ricorda gli incontri con il papa durante la visita nella missione fondata dal francescano laico Biagio Conte.

Ricordi indimenticabili di una visita di papa Francesco nella missione: “Papa Francesco ha emanato talmente tanta gioia che tanti hanno preso coraggio e si sono alzati dal tavolo assegnato per andare ad abbracciarlo in una sala mensa stracolma di gente. E’ stato molto bello quando ha incontrato due sposi, lui Nigeriano e lei italiana, e ha preso in braccio con paterno amore la loro piccola figlia”.

Quindi gli chiediamo di raccontare i suoi ricordi degli incontri con papa Francesco: “Tutti ricordi molto belli. Nel febbraio del 2016 in piazza San Pietro con mia moglie nell’incontro con i neo sposi, abbiamo ‘scoperto’ il papa dell’ascolto, che chiede umilmente di pregare per lui, che in realtà è un pregare per il mondo intero!

Ho avuto la grazia di incontrare papa Francesco anche quest’anno al Giubileo dei giornalisti in sala Nervi in Vaticano; in quest’occasione ci ha donato una grande fede, dicendo a noi giornalisti: ‘Ma tu sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu nel tuo interiore, nella tua vita sei vero?’ Ci ha detto di essere sempre veri, che vuol dire essere coerenti in quello che scriviamo, diventare persone totalmente vere, portando in noi Cristo, che è l’unico perfetto.

La nostra vita deve profumare di Cristo, non possiamo fare articoli meravigliosi e poi nella nostra vita essere portatori di discordia, di intolleranza, di parole cattive. Non ci può essere una dicotomia tra il nostro lavoro e il nostro comportamento giornaliero, non possiamo essere perfetti fuori ed essere insopportabili a casa con la famiglia e con chi ci sta vicino; e questo vale per tutte le categorie sociali. Papa Francesco nel dolore ha trovato una grande fusione con Gesù e Maria, tale da dare in questi ultimi tempi messaggi di una profondità così grande, che sembrano provenire direttamente dal Cielo.

Papa Francesco ci ha indicato la Via: dobbiamo sempre di più fonderci in Gesù ed essere testimoni di verità. Accogliamo le nuove esagerazioni d’amore del Re Divino, nei 36 volumi di Libro di Cielo, vergati dalla serva di Dio Luisa Piccarreta, per perseguire, fusi in Gesù e Maria, la manifestazione del Regno di Dio su questa terra che porterà alla fine di ogni male e all’acquisizione di tutti i beni”.

Papa Francesco è stato pure a pranzo nella missione ‘Speranza e Carità’ il 15 Settembre 2018: quali gesti ti sono rimasti impressi?

“Innanzitutto devo dire che sembrava uno di noi, un padre che ama i suoi figli. Ha chiesto al Signore di accompagnarci nel cammino della vita, di darci gioia nel cuore e molto amore. E ha ascoltato attentamente fratelli e sorelle di tutte le parti del mondo, cosa poco comune in questi tempi di non ascolto dell’altro”.

Nel messaggio per la prossima Giornata delle Comunicazioni sociali papa Francesco ha invitato a condividere ‘con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori’: attraverso quali gesti può avvenire questa condivisione?

“Diventando dei giornalisti che raccontano le buone notizie che edificano la società. Diventando giornalisti che lottano per la pace, per un mondo migliore, ma avendo in ogni articolo lo scopo di dare tutta la Gloria a Dio, la salvezza di tutte le anime e di affrettare il Regno di Dio sulla terra”.

Per quale motivo invitava a non ‘dimenticare il cuore’ nella comunicazione?

“Il cuore è l’emblema dell’amore. Senza amore non si va da nessuna parte. L’amore vero è portare Gesù Cristo e Mamma Maria agli altri, in ogni parola, in ogni articolo, in ogni intervista”.

Allora come è possibile fare una comunicazione di ‘prossimità’?

“Essendo fusi in Gesù e Maria e portando Speranza con le nuove esagerazioni d’amore del Re Divino che ci vuole di nuovo fusi in Lui, come eravamo al principio, come Adamo ed Eva”.

Nel Giubileo della Comunicazione il papa aveva sottolineato la necessità di raccontare storie di speranza: ‘Quando raccontate il male, lasciate spazio alla possibilità di ricucire ciò che è strappato, al dinamismo di bene che può riparare ciò che è rotto’.

In quale modo è possibile?

“Bisogna raccontare le storie comuni che danno speranza, di chi è una buona madre; di chi fa un lavoro umile e insegna ai suoi figli che Dio ci ama e che noi possiamo ricambiarlo con il Suo amore; di chi fa ogni gesto nella Divina Volontà e ogni giorno con i gesti più semplici aiuta tutta l’umanità, passata, presente e futura.

Per volontà della Madonna, conduco una trasmissione Tv che ha come spunto le parole di papa Francesco della 59^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Una trasmissione atta a fare capire che non occorre fare grandi cose, essere potenti, famosi, ma vivere pienamente nella Divina Volontà la realtà della propria famiglia, del proprio lavoro, qualora fosse anche piccolo e insignificante; un nuovo programma televisivo dal titolo ‘Verità di Cielo’ a cura dei Piccoli Figli della Divina Volontà di Palermo, su Maria Vision Italia (canale 255 e in streaming CLICCA QUI),  trasmessa il giovedì sera alle 19,30,  con cadenza quindicinale e che andrà avanti fino alle fine dell’anno 2025. Per chi lo desidera, può trovare le puntate precedenti CLICCA QUI )

A tal proposito Gesù ci dice nel volume 33 del Libro di Cielo, 4 Ottobre 1935: Oh se tutti capissero che solo la mia Divina Volontà sa fare le cose grandi, ed ancorché fossero piccole e insignificanti, oh, come sarebbero tutti contenti, e ciascuno amerebbe il posticino, l’ufficio in cui Dio lo ha messo! Ma siccome si fanno padroneggiare dall’umano volere, vorrebbero dare di loro, fare azioni grandi che non possono fare, perciò sono sempre scontenti della condizione o posto in cui la Divina Provvidenza li ha messi per loro bene”.

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