Il quadro dipinto dall’indagine Ipsos sul Rapporto giovani dell’Istituto Toniolo rivela una realtà adolescenziale e giovanile italiana attraversata da profonde contraddizioni sul tema del genere e della violenza. Sebbene emergano segnali incoraggianti di un progressivo sgretolamento di antichi muri, con una generazione che in famiglia esperimenta una maggiore fluidità dei ruoli e coltiva relazioni positive improntate al rispetto e alla richiesta d’aiuto, persistono ombre inquietanti.
La violenza, soprattutto nella sua forma subdola e pervasiva della prevaricazione psicologica, si conferma una piaga diffusa, instillando paura e insicurezza, in particolare tra le ragazze.
Tuttavia, la ricerca coglie anche un’evoluzione in atto. I giovani, figli di una generazione X che ha sperimentato dinamiche familiari più paritarie, mostrano una maggiore apertura al dialogo e una minore reticenza nel cercare supporto. Pur riconoscendo uno squilibrio persistente nel carico domestico e di cura, ancora gravante sulle donne, percepiscono una maggiore democrazia affettiva nelle loro relazioni rispetto a una società che, soprattutto per le ragazze, appare ancora limitante nella libertà di realizzazione e di autodeterminazione.
Sul fronte degli stereotipi, l’indagine evidenzia una maturità affettiva emergente nelle relazioni di coppia, dove i giovani aspirano e ricercano una maggiore parità. Ciononostante, permangono fragilità, come dimostra la difficoltà di una parte dei ragazzi nel considerare inaccettabile il controllo del cellulare o dell’abbigliamento della partner, un’opinione più diffusa tra le ragazze.
Un dato particolarmente significativo e doloroso è l’alta percentuale di giovani che hanno assistito a diverse forme di violenza, in primis psicologica, ai danni di figure femminili a loro vicine.
L’eco del femminicidio di Giulia Cecchettin ha rappresentato uno spartiacque emotivo, coinvolgendo e segnando profondamente i giovani, generando rabbia, tristezza e, in una ragazza su cinque, paura.
Nonostante le zone d’ombra, l’indagine interroga sulla possibilità di una “rivoluzione silenziosa” verso un futuro meno patriarcale. Una maggioranza di giovani si mostra fiduciosa in questo cambiamento, pur non mancando un cauto scetticismo.
La docente Cristina Pasqualini, autrice dello studio, intravede segnali di speranza, confidando che questa generazione possieda in gran parte gli “anticorpi” per una società più equa e rispettosa, sebbene il percorso richiederà tempo e impegno costante.
Isa Maggi