Nell’ultimo rapporto di Censis e Confcooperative, dedicato al Recovery Plan, ci sono un’indicazione interessante e un’ipotesi di soluzione: l’indicazione è che l’Italia è il nono  Paese del mondo per l’export,  ma occupa solo il 21° posto per efficienza delle sue infrastrutture pesanti; l’ipotesi di soluzione consisterebbe nella scelta di investire 192,4 miliardi in infrastrutture, soprattutto nel Mezzogiorno. Se ne avrebbe un effetto moltiplicatore d’investimenti pari a 666 miliardi di euro entro l’anno 2030 (449 miliardi come effetto leva di produzione diretta ed indiretta e 216 miliardi di produzione indotta) creando anche 4.200,000 nuovi posti di lavoro a fronte di quelli attualmente previsti; assegnando al Mezzogiorno maggiori risorse rispetto a quanto fin qui previsto, il 24% (in aperto contrasto con quanto indicato dall’Unione Europea), si potrebbe incrementare il Prodotto interno lordo annuo fino a farlo arrivare all’11,6.

Realizzazione del tratto di Ferrovia ad Alta Velocità tra Salerno e Reggio Calabria. Questo è un punto di partenza. L’Italia potrebbe utilizzarlo, per realizzare le altre opere necessarie a realizzare il corridoio Augusta\Berlino e il collegamento TEN-T, fare così diventare la Sicilia piattaforma logistica del Mediterraneo e porta sud dell’Europa, riaffermare l’importanza geostrategica dell’Italia nel Mediterraneo, definire il collegamento tra la tratta già finanziata con Fondi MIT Palermo\Messina\Catania ed il Ponte e la Reggio Calabria\Salerno, con le risorse non ancora impegnate del Fondo di Coesione 2014\2020; l’esito finale dello scontro\trattativa è stato quello di inserire l’attraversamento stabile senza dirlo chiaramente; (vedi Michele Guccione, La Sicilia Catania, Lo Stretto di Messina entra nel PNRR purché non lo si scriva chiaramente); l’assunto che l’Opera non potrebbe essere pronta entro il 2026 e le sue non impossibili proroghe non può essere affermato burocraticamente ed apoditticamente; come l’esperienza Genova si è incaricata di dimostrare.

Potrà funzionare a regime questa strategia? Le reti Ten-T sono un insieme di infrastrutture, lineari e puntuali, considerate rilevanti a livello comunitario e la “Core Network” è costituita dai nodi urbani a maggiore densità abitativa, dai nodi intermodali di maggiore rilevanza e dalle relative connessioni.

Per ANCE Messina la necessità del completamento dell’opera entro l’anno 2026 è una errata interpretazione del nostro Paese e dei suoi Politici; in realtà, entro questa data devono essere in corso avanzato i lavori con tutte le fasi realizzative e con il supporto analitico delle relative Work Breakdown Structures;  per il Vice Ministro Teresa Bellanova, “vanno consumati gli altri passaggi istituzionali e poi occorre dare risposte concrete e chiare”.

Su indicazione di Italia Viva, si è chiesto un nuovo tracciato della Salerno\Reggio Calabria più veloce; inoltre si registrano interventi a favore della logistica integrata dei Porti di Augusta, Gioia Tauro, Taranto e Napoli per potenziare il segmento occidentale del Corridoio Scan\Med, collegato alla Ferrovia Salerno\Taranto\Bari.

Per Conftrasporto, collegare il Nord dell’Europa con la Sicilia è di vitale importanza e chi rifiuta l’idea danneggia il nostro paese, le popolazioni del Mezzogiorno, la competitività generale; secondo Paolo Uggè, in Italia  “da troppo tempo si temporeggia, seguendo gli umori di un ambientalismo di facciata che nasconde il vero obiettivo: impedire ogni opera infrastrutturale in nome di un ambientalismo ottuso o di una teoria astrusa di decrescita felice.”

Alfonso Barbarisi ha evidenziato il ricorrere per la realizzazione del Ponte del Mediterraneo delle medesime pre condizioni che hanno reso possibile la ricostruzione in tempi certi e brevissimi, del Ponte di Genova: si avevano già le autorizzazioni (idem); per gli appalti si sono adoperate le normative europee (giuridicamente possibile); tutti hanno lavorato, con unico obiettivo di rispettare i tempi previsti, sotto l’occhio vigile e collaborativo della Magistratura e delle forze dell’ordine (possibile, volendolo).

Anche il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, ritiene che per colmare i Gap del Mezzogiorno,  servirà una strategia, che comprendendo i Fondi del Recovery, faccia leva anche sui Fondi Strutturali Europei e sul Fondo Sociale Coesione, in grado di mobilitare alcune ulteriori decine di miliardi di Euro.

Il futuro dell’Italia passa anche dalla capacità di adoperare bene i ventiquattro giorni che separano il giorno sei Aprile dalla data del trenta Aprile, entro cui bisognerà presentare a Bruxelles la definitiva versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Riforma delle pubbliche Amministrazioni compresa: a questa difficile realizzazione sono intenti i Ministri Brunetta, Cingolani, Colao e Franco, sotto la supervisione diretta del Presidente Draghi.

Nel corso di questa settimana è in programma l’incontro tra il Presidente Draghi, i ministri, le regioni; entro il 15 aprile dovranno essere messe a punto le misure per lo snellimento delle procedure e per  assicurare tempi certi per la realizzazione dei progetti recepiti che dovrebbero confluire in un decretone.

Per quel che vale, chi scrive concorda con quanto scritto da Enrico La Loggia: “Continuo a chiedere e non sono certo solo, una pronuncia chiara, trasparente, non equivoca e senza condizioni o rinvii quantomeno ai presidenti di Senato e Camera”

Domanda diretta ai decisori: cosa osta ad ottenere una risposta chiara, trasparente, congruentemente motivata, non equivoca, auspicabilmente assertiva sulla necessità di realizzazione dell’approntamento infrastrutturale?

Quanto sopra indicato è quello che il Mezzogiorno ha il dovere di chiedere ed il diritto di ottenere in ottica di perequazione tra aree disomogenee; il PNRR dovrà tenere presenti il Mezzogiorno, le donne e i giovani; senza le furbate denunciate da Giovanni Mollica, quali nel Mezzogiorno AVR (Alta Velocità di Rete) ma AV\AC, ma collegamento reale con la rete Ten-T; è finalmente pronto il progetto di fattibilità tecnico economica sull’Alta Velocità ferroviaria Salerno Reggio Calabria, con un percorso non litoraneo, passante da Cosenza, con due lotti finanziati dal Recovery Plan; tutta l’opera dovrebbe essere realizzata entro l’anno 2030, coinvolgendo anche il Porto di Gioia Tauro. Come pure, se l’attraversamento dello Stretto deve essere  realizzato adesso, la soluzione non può che essere quella del “ponte sospeso a campata unica di 3.300 metri di luce”, del quale esiste il progetto definitivo aggiornato tecnologicamente, sviluppabile in esecutivo in tempi brevissimi e la disponibilità delle imprese alla realizzazione in tempi brevi.

Il Ponte sullo Stretto è infrastruttura strategica in chiave Europea, parte integrante del Corridoio Europeo 1, che dovrebbe vedere impegnati i Pubblici Poteri Nazionali e Regionali nel lungo periodo, ad utilizzare le armi per prevenire e curare la corruzione, male pubblico endemico, che si possono identificare nel principio di concorrenza, nei controlli amministrativi, nelle authorities, nei codici deontologici; nel breve, nella grande scommessa di impedire, fisicamente, informaticamente, penalmente alle attività criminali di interferire con la realizzazione dell’Opera, utilizzando sul Territorio, spinti dalla volontà di contrasto, uomini (Esercito compreso), mezzi, tecnologie, sofisticate tecniche di controllo come di indagine, quali l’Intelligenza Artificiale, i Droni, le intercettazioni Ambientali.

Secondo Paola Severino (Proteggiamo il Recovery Fund, la Repubblica 1° -novembre 2020) “l’Italia già dispone di un set di strumenti normativi per prevenire e contrastare fenomeni illeciti nell’impiego di denaro pubblico: le norme antiriciclaggio, i sistemi di tracciabilità dei flussi finanziari, i controlli antimafia, i vari obblighi di trasparenza, le norme anticorruzione, il ruolo dell’ANAC rappresentano presìdi all’avanguardia, la cui attivazione è indispensabile per intercettare distrazioni di fondi. particolarmente odiose in un periodo di crisi profonda”; serve inoltre diffondere presso le Amministrazioni competenti ulteriormente l’uso del digitale per garantire trasparenza ed efficienza; assumere giovani con competenze di programmazione digitale che consentano il potenziamento del sistema di controlli incrociati; occorre puntare sull’utilizzo di meccanismi automatici quali il “Credito di Imposta”.

Le infiltrazioni criminali non possono essere usate quale argomento “a contrario”.

Un argomento velenoso: Una infrastruttura destinata ad una utenza caratterizzata da poca domanda è antieconomica e non va realizzata. Ma, ci si domanda, la poca domanda dell’utenza è tale perché l’infrastruttura non servirebbe neanche se ci fosse? Spesso non vero; la poca domanda potrebbe anche dipendere ed in genere dipende da insufficiente, inadeguata, scomoda offerta. Oppure soltanto dalla circostanza che l’offerta non ci sia? I numeri degli attraversamenti dalle due sponde (11 milioni all’anno), la definizione dei corridoi europei, l’ammontare enorme dei traffici intercettabili in verticale anziché in circumnavigazione, l’esigenza europea di una Porta Sud stanno a testimoniare di un ponte, opera strategica di grande impatto economico\finanziario\culturale\sociale.

Il Paese ha già fatto questa esperienza con la modifica generalizzata dei comportamenti dell’utenza e con la risposta ai quesiti di cui sopra, grazie all’eccellente servizio offerto dai treni ad Alta Velocità lunga la tratta Torino Salerno e dall’utenza premiato con uso massiccio e continuato.

La creazione di nuovi posti di lavoro è una delle missioni del Next Generation Eu e per quanto adesso concerne il nostro Paese del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel Mezzogiorno servirebbe avvicinarsi, in termini di perequazione all’obiettivo di tre occupati ogni quattro abitanti, situazione della quale godono le regioni del Centro Nord d’Italia, invece dell’attuale percentuale di un occupato ogni due abitanti. Esaminando gli stessi dati dei Fondi dall’angolo visuale dell’occupazione, il fabbisogno di lavoratori nel periodo intercorrente tra gli anni 2021 e 2026 è di circa 3,9 milioni; somma rappresentante la somma tra quota di sostituzioni per naturale turn over  (circa 2,6 milioni di occupati) e componente espansiva in ipotesi prudente (1,3 milioni di nuovi addetti, 100.000 dei quali Pietro Salini accredita alla realizzazione del Ponte), moltissimi dei quali dovranno essere giovani e disporre delle nuove skills richieste dal nuovo mercato del lavoro.

Il lavoro si può generare investendo sulle opere infrastrutturali, soprattutto attraverso progetti che attuerebbero il Bene comune europeo tramite approntamenti strategici e subito cantierabili tra i quali certamente il Ponte sul Mediterraneo per attuare il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.

ll ponte, finanziariamente operazione attiva, si annuncia come un incredibile moltiplicatore di ricchezza; ogni milione di euro investito nell’opera si stima che ne generi 2,36 di produzione aggiuntiva; assicurando alle finanza dell’Italia una crescita annuale del Prodotto interno lordo dello 0,2%, pari a 2,5 miliardi di €.

Resterebbe da ripetere quanto già scritto e pubblicato su questo sito in tema di “benaltrismo”. Troppo lungo per un articolo necessariamente breve: si rimanda a quanto già scritto.

In mano a chi ideologicamente ovvero strumentalmente ad altri interessi di parte o di partito o di equilibri politici si opponesse alla realizzazione del Ponte resterebbe solo una carta: il timore dei danni che un grave terremoto potrebbe arrecare all’Opera realizzata. La scienza risponde: “giammai!”

“In caso di terremoti, vista la storica frequenza con la quale tali eventi si ripetono nell’area dello Stretto, il Ponte reggerebbe?”  La risposta è sì. La conferma è arrivata da uno studio condotto da Stretto di Messina ed Eurolink, consorzio che fa capo al gruppo Webuild  (che in Romania sta realizzando un ponte dalle caratteristiche molto simili a quello che potrebbe collegare  Sicilia e Calabria), sono stati effettuati oltre 200 sondaggi sul terreno e 11.642 km. di perforazioni nei luoghi in cui si dovrebbe costruire la struttura. Le università di Catania, Roma, Bergamo (laboratori Ismgeo) e Napoli hanno collaborato alle analisi. Gli studi sono stati coordinati dal professore Fabio Lentini, già Ordinario di geologia all’Università di Catania, e dalla professoressa Francesca Bozzano, Ordinario di geologia applicata alla “Sapienza” di Roma. Le analisi sono state condotte su una fascia di sottosuolo profonda dai 25 ai 100 metri. Sono stati prelevati dei campioni di terreno al fine di effettuare prove geotecniche e prove sismiche, le quali sono state eseguite anche in superficie nelle zone in cui dovrebbero sorgere le torri alte 400 metri. Per la prima volta, nell’analisi dei terreni ghiaiosi e sabbiosi di fondazione, è stata utilizzata la tecnica del congelamento attraverso l’azoto liquido. Le indagini effettuate sono state sottoposte al Comitato Tecnico, istituito all’inizio del progetto, che ha sottolineato a più riprese il rispetto di tutti i requisiti. Secondo i risultati ottenuti, i movimenti tettonici nell’area dello Stretto non sono in grado di generare spostamenti superiori a qualche centimetro al di sotto delle opere relative alle torri su entrambe le sponde. La struttura, dunque, rispetta i criteri di sicurezza antisismici”. Il progetto è stato elaborato in sintonia con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e certificato da decine di altri enti; anche le simulazioni della galleria del vento hanno dato esito positivo.

In conclusione, serve augurarsi che i decisori nei prossimi giorni scelgano non secondo apriorismi ideologici obsoleti o peggio ancora secondo calcoli di parte, ma sulla base di valori e Bene comune; “Da questa decisione dipende in larga misura quale sarà il Futuro economico ed identitario dell’isola, il suo non solo concreto e simbolico ancoraggio culturale all’Italia e la sua partecipazione all’Europa”, decisione di portata storica  come c’ha ricordato Giuseppe Sacco ( CLICCA QUI  ).

Gli eventi dei giorni scorsi, con le esternazioni dei ministri tecnici Cingolani e Giovannini sembrano piuttosto, adesso, adombrare motivazioni di equilibri politici dietro dichiarazioni altrimenti incongrue, goffamente burocratiche, francamente incomprensibili ai cittadini. Sono compatibili questi eventi con il perseguimento del Bene comune?

Massimo Maniscalco

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