Nel complicato scenario attuale, il restringersi dei mercati, l’emergenza sanitaria, la salvaguardia dell’ambiente, il mercato multipolare, l’Ai esigono la crescita obbligata dei livelli odierni di produttività. Se si vuole mantenere l’attuale benessere, diventa essenziale, cioè, immettere nel mercato beni e servizi di più alta qualità e molto competitivi nel prezzo, grazie a una decisa azione di ristrutturazione dei processi produttivi. È un aspetto molto delicato se si tiene conto che la produttività della Germania , nel 2023, è diminuita dello 0,8%, ( Limes 6/24 ).
Al tempo stesso, vanno affrontati sia il malcontento che attraversa la società europea , causato principalmente dall’iniqua redistribuzione dei profitti, sia la scarsa fiducia nelle istituzioni per le intollerabili disuguaglianze sociali.
Inoltre, la guerra Russia-Ucraina rende il quadro economico e sociale ancora più complesso, cosicché sembra profilarsi una crisi strutturale, tale da far perdere di senso il lavoro nel sistema produttivo, che, invece, andrebbe riformato attraverso profonde trasformazioni, compresa quella fiscale. Nei principali Paesi europei, infatti, l’alta aliquota del prelievo fiscale è un incentivo a non “amare” il lavoro, rafforzando, così, il malessere di molti lavoratori ,dipendenti e autonomi, non più disponibili a sacrificarsi per gli indispensabili incrementi della produttività del Sistema. È questa la via per ripiegarsi su se’ stessi e mettere in crisi le radici dello spirito del capitalismo. Come scrive Luigino Bruni ( Dizionario di Economia Civile, ed. 2024), soprattutto nei Paesi calvinisti, dal tempo della Riforma, il lavoro , inteso quale vocazione dell’uomo, è alla base del Capitalismo; ne è il suo spirito. Per i protestanti, il lavoro diventa una nuova forma di preghiera laica.Questo spirito sopravvive da secoli, e fino ai giorni nostri, che quindi vedono il venir meno di punti di riferimento ancestrali. Le certezze sulle ragioni del lavoro non sono più al centro della vita sociale. La crisi dello spirito del capitalismo è intrinseca a una società che sta cambiando rapidamente.
Malgrado la diffusione di benessere, favoritodall’evoluzione tecnologica , il cambiamento ha generato non solo malcontento e mancanza di fiducia nel mondo del lavoro e nel sistema delle imprese , ma anche inquietudine nell’esistenza del cittadino-lavoratore, che ha perso di vista il rapporto tra sacrifici di tipo calvinista e la conseguente accumulazione di capitale.
Per i politici europei , la sfida è un graduale processo di riforma , che sappia darenuova fiducia alle prospettive di libertà, di dignità e di benessere sociale, possibili mediante una rapida integrazione dei singoli Paesi coinvolti in un Europa Unita.
A tale fine il primo passo è la formulazione di un patto del lavoro e dell’impresa : la scrittura di un contratto sociale coerente con un sistema di lavoro intelligente e umano; valori che rispecchino un nuovo spirito di capitalismo democratico, dove il lavoro è prima di tutto ricco di significato esistenziale.
I passaggi successivi mirano alla formazione di un’unica Comunità politica, democratica, pluralista e popolare, che si ricordi ( come scrive FareedZakaria in” L’età dellerivoluzioni “),che noi Europei siamo gli eredi della più grande tradizione culturale che abbiasaputo liberare la mente e lo spirito dell’uomo.
Roberto Pertile