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Pnrr: il Patto di rientro di Napoli e il federalismo solidale e responsabile- di Antonio Troisi

Il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha lanciato un appello per evitare che l’assenza d’impegni per il Mezzogiorno che caratterizza  la  campagna elettorale, determini  una fortissima astensione.

In effetti, l’indifferenza dei partiti  politici è stata determinata  dall’aver trascurato che programma di riforme del PNRR, a seguito del Trattato di Maastricht, ha completamente cambiato l’impostazione dell’intervento nel Mezzogiorno, inserendolo in un’iniziativa basata su di un regolamento europeo e  vincolandolo alla  realizzazione di riforme comuni a tutti gli stati membri.  Di qui uno stanziamento senza precedenti (complessivamente 2012 € miliardi),la cui fornitura è a carico della UE. Pertanto, questa volta il legislatore  non è legato al ciclo del bilancio   ed ha ,quindi ,minori possibilità di essere condizionato  perché il vincolo, nato  dalla fornitura esterna delle risorse, è una garanzia di efficacia molto più forte rispetto a tutte le precedenti esperienze di politiche per il Sud, spesso  rimaste lettera morta per mancanza di fondi.

Che fare? L’europeizzazione delle  finanze pubbliche degli Stati membri, imposta dal Trattato di Maastricht, è stata da tempo posta da Mario Draghi alla base del suo Modello della Qualità delle istituzioni, elaborato leggendo il significato dell’istituzione dell’euro,  e  cogliendone la connessione con un avvenimento, apparentemente distante. L’applicazione della moneta europea ha dimostrato  che solo la qualità delle istituzioni è in grado di creare le condizioni per far crescere stabilmente salari, produttività occupazione ed il nostro Stato Sociale.

Questo schema, recepito dalla riforma costituzionale del 2012 e dalla normativa di attuazione, ha dato vita ad un nuovo rapporto Stato/Enti locali in vigore dal 1 /01/2016 . Si realizza, cosi, il completo cambiamento rispetto alla  precedente politica d’intervento straordinario perché la “Qualità delle Istituzioni”, non partendo  da circostanze  accidentali ma dalla programmazione complessiva delle riforme voluta dall’iniziativa europea,  reimposta l’intervento straordinario secondo lo schema delle riforme comuni  agli altri  Stati membri, assicurandone la realizzazione

Si spiega, cosi, perché i Patti di Rientro (Legge di Stabilità 2022)regolamentino  in maniera innovativa il rapporto tra Stato centrale ed Enti locali in difficoltà, rinunziando al solito metodo punitivo dei  tagli orizzontali alla spesa del comune in dissesto, e conciliando  il ripiano del disavanzo  con l’aumento degli investimenti, finanziato dal PNRR.

Tuttavia, va risolto il problema dell’asimmetria informativa, determinato dalla normativa che dispone l’utilizzo  dei fondi del PNRR ma non individua la riforma abilitante, capace di rimuovere gli ostacoli procedurali che ne impediscono l’utilizzo.

Il Patto di Rientro di Napoli ha risolto il problema  con l’inserimento della clausola dei nuovi investimenti  che ,in base al citato nuovo rapporto Stato/Enti Locali  consente l’ elaborazione corretta(ex comma 44 arti 1 della legge n.56/2014)del piano strategico che  abilita  Napoli a Città Metropolitana Policentrica ed Ammagliata atta  ad incassare le  risorse del PNRR, unica fonte d’investimenti concessa dal Patto di Rientro. Si assicura, cosi,   l’eliminazione di  uno dei difetti fondamentali del policentrismo spontaneo, la gerarchizzazione tra i poli , che compromette la solidarietà intercomunale e più in generale la coesione territoriale. Estendendo anche a Torino, Palermo e Reggio Calabria detta abilitazione si garantisce ai 4 comuni  di realizzare presto e bene i rispettivi Patti di Rientro, assicurando anche  l’interrelazione funzionale tra i rispettivi territori  metropolitani  e  non metropolitani , sulla quale si gioca lo sviluppo economico e civile di ognuna delle singole regioni.

Detta collaborazione  realizza un federalismo municipale  solidale ma responsabile, basato sulle condizioni di stabilita e semplicità richieste dalla Corte dei Conti  per armonizzare il federalismo fiscale con il PNRR :  a ) migliorare la trasparenza delle relazioni fiscali tra i diversi livello di governo; b)assegnare le risorse alle amministrazioni territoriali sulla base di carichi oggettivi; c)incentivare un uso efficiente delle medesime risorse.

In particolare, la declinazione operativa del nuovo rapporto Stato/Enti locali in termini di misurabilità empirica delle interdipendenze fiscali tra i diversi  livelli di governo locale insistenti sullo stesso territorio, conferisce agli strumenti di mediazione compositiva, affidati alla regione, un’effettiva operatività perché : 1) svincola il meccanismo di calcolo dei saldi dal criterio della spesa storica ,assicurandone la produttività  e la considerazione della  realtà territoriale, particolarmente variegata; 2 )individua, con un criterio obiettivo, il punto di equilibrio tra le esigenze di responsabilità degli amministratori e quelle di solidarietà; 3) bilancia le tendenze contrapposte alla spesa eccessiva o, viceversa, troppo scarsa evitando, cosi, l’impoverimento del territorio regionale nel suo complesso.

In conclusione, l’ottima gestione del Patto di Rientro di Napoli reimposta l’intervento straordinario nel quadro dell’europeizzazione della finanza pubblica. Ne deriva  un federalismo municipale, che garantisce produttività della spesa. crescita, diminuzione del debito pubblico e del divario Nord/Sud, in una prospettiva di ripresa e resilienza del sistema Paese.

Antonio Troisi

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