Quando si ritiene di stare facendo  una cosa buona , viene facile spiegarne la ragione e viene facilmente compresa. A idee chiare corrispondono concetti chiari.
Il partito d’ispirazione cristiana che Politica Insieme insieme si accinge a costituire, ha ragione d’esserci  perché si sente pressante l’esigenza di persone che, con la medesima coscienza individuale, si rendano conto di quanto occorre nel quotidiano  una vita rispondente alla dignità di ogni persona e di tutte le persone. A questa esigenza non vedo chi sta rispondendo veramente.
La buona politica consiste nella sincerità di vivere con le persone e per le persone, cogliendo le difficoltà della realtà quotidiana e adoperarsi per la soluzione vera che dia serenità. Non vedere o peggio ancora non volere vedere le cause, i motivi di una diffusa amarezza che non fa trasparire il sorriso, la gioia negli sguardi , significa non fare buona politica.
Politica insieme con le caratteristiche ineludibili enunciate nel Manifesto ( CLICCA QUI ) del novembre scorso, vuole e sente di poterlo fare con il contributo di persone libere, autentiche, legittimate dal disinteresse, dall’avere soltanto un’ambizione, quella dell’esercizio del potere per il servizio per il benessere di ciascuna persona e di tutte le persone.
Le esigenze concrete del quotidiano ci sono, e tramite azioni, gesti concreti che portino alla soluzione di essi, è facile, immediato misurare la bontà di un progetto politico buono.
Il territorio più vicino è il più immediato campo di azione della buona politica. Basta uscire da casa e subito si evidenziano quelli che sembrano i piccoli problemi di ogni giorno, che piccoli non sono perché sono tali da offendere la dignità della persona che si trova ad affrontarli. Ad esempio in questi tempi di ripresa delle attività chi non ha notato il disagio delle file esterne davanti agli uffici postali, agli uffici pubblici, alle banche, ai supermercati ed altro (si parla tanto d’innovazione digitale ma come mai neanche si è pensato di spostare le macchinette del turno ed evitare così le costanti discussioni su chi viene adesso?). Nessuno parla e si occupa di questo disagio, che diventerà più pesante quando verrà  il Generale Inverno (così si esprimevano i cronisti sportivi) e prima ancora l’asfissiante scirocco.
Cercare la soluzione è affrontare una concreta esigenze e una politica vera non può trascurarla. Non mi pare che qualcuno abbia dato delle concrete direttive affinché nei luoghi dove gli spazi sono ampi, si possa stare all’interno fino al limite della possibilità del rispetto delle distanze. Perché nell’ufficio possono soltanto  entrare le persone quando lo sportello è libero e non attendere dentro nel rispetto delle distanze? Io l’ho chiesto e la risposta è : queste sono le disposizioni.
Altro esempio che pure sembrerà banale, ma non lo è. Chi vive nel proprio territorio, sa qual è la situazione degli ospedali a cui deve rivolgersi. Già recarsi in ospedale non è mai fonte di gioia, ma non è giusto aggiungere al tormento della malattia, quello del modo di essere accolto. Difficoltà nell’accettazione, mancanza spesso di cortesia,  immobili spesso privi della manutenzione anche più semplice (tinteggiatura delle pareti, delle porte, pulizia dei locali).  Ditemi se non si tratta di lesione della dignità a prescindere dalle cure che si riceveranno. Perché non affrontare e risolvere questa stortura?
Il fatto è che per trovare la soluzione occorre prima vivere un problema, prenderlo a cuore. Problemi per la dignità delle persone non sono soltanto le grandi questioni di sistema, ma anche e forse soprattutto quelle della vita di ogni giorno. Da esse si parte per vivere con il criterio del Bene Comune, e si vedono i risultati. La realtà quotidiana , il migliorare o non migliorare, restare tale o anche peggiorare, si vede e nell’affrontarla, la menzogna non paga. Se una forza politica vuole risolvere questi problemi ha subito la possibilità di misurare la propria credibilità in termini di corrispondenza tra valutazione, azione, risultato.
Il partito d’ispirazione che sia veramente tale ha, inequivocabilmente, a suo fondamento la perenne verità del Vangelo, che si ritrova pienamente nella Dottrina Sociale della Chiesa, caratteristica essenziale specificata nel Manifesto del lancio del partito che voglio, che vogliamo, che trova consonanza in credenti e non credenti.
Per il cristiano la provvidenza di Dio non abbandona. Eccone un esempio. In questo momento, per chi , essendo meno sicuro di me, s’interroga sull’utilità del partito che vogliamo, interviene il Vangelo di ieri, domenica 21 Giugno. Di fronte all’ansia dell’avvenire, il brano del Vangelo, ci  stimola ad  operare con gesti concreti, con la convinzione del valere la pena  di trovarci uniti insieme per   un progetto di benessere legittimato dal disinteresse, dall’ambizione corretta di vedere riconosciuto il senso giusto del potere, mi ripeto ,quello di averlo per servire.
Occorre non avere paura del fallimento dell’iniziativa, non temere il distacco da chi adesso conta, di perdere la possibilità di qualche piccolo favore. Non facciamoci bloccare da queste misere cose da piccoli uomini. L’audacia dell’amare la giustizia e la verità ci porta alla verità dell’annuncio e condividendolo l’auspicata rigenerazione potrà esserci. Certo occorre prenderci ognuno la propria responsabilità.
Più volte, specialmente in questo periodo l’ho detto. Smettiamola con l’analisi e la critica agli altri, con quel pensare di essere migliori e, però, non fare nulla. Il famoso stare al balcone. Ci troviamo nelle caratteristiche di Politica Insieme, enunciate nel Manifesto, che saranno  ulteriormente esplicitate nel documento programmatico di sintesi dei lavori dei gruppi, e allora andiamo avanti, protagonisti della rigenerazione attraverso la concretezza data dalla verità, dalla cultura del vero.
Politica Insieme, con la forza della condivisione della cultura della verità, dà la possibilità a ciascuno di prendersi la responsabilità di agire per risolvere le difficoltà quotidiane senza limitarsi a guardarle dal balcone. La freschezza di un nuovo partito sta proprio nell’agire condiviso secondo coscienza e responsabilità, uniti insieme. Questa  sincera condivisione è una grande bella novità.
Non ci sarà l’ostacolo delle riserve mentali, dettate da interessi particolari, che compromettendo la verità e quindi la libertà, portano gli uomini liberi  alla desolazione e delusione che fa concludere per il tolgo il disturbo. La garanzia che ciò non accada sta nella partecipazione di persone inedite al nuovo partito, nella sua dichiarata e voluta autonomia (da non intendersi isolamento, ma rappresentare  caratteristiche ben distinte e distinguibili), che al contrario allontanerà i cosiddetti profittatori, professionisti del riciclarsi, delle strumentalizzazioni, i cosiddetti politici del piazzamento.
Le risposte concrete, vere, sono la ragione prima della costituzione del partito che vogliamo. Chi lo vuole veramente non abbia timore del percorso verso la costituzione del partito. Occorre che ci sia e allora contagiamoci in questo razionale entusiasmo. La persona sia veramente al centro del nostro percorso verso  il traguardo di tappa  della costituzione del partito.
Francesco Punzo
                                                                                                                                                                           

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