Il Secondo Quaderno sulle Politiche industriali, curato come il Primo da Roberto Pertile, raccoglie l’elaborazione di INSIEME  sviluppata nel corso di numerosi incontri e webinar e ha come titolo “DOVE VA IL CAPITALISMO? LA CRISI È GLOBALE”. E’ aperto da un intervento di Guido Puccio

RALLENTA LA RIPRESA E LA CRISI È DIETRO L’ANGOLO

di Guido Puccio
La ripresa economica era in corso, dopo la crisi da covid-19, segnando un forte
rimbalzo nella crescita del PIL: +6,6% rilevato pr il 2021.
Un incremento superiore a quello che hanno registrato Francia e Germania.
Tanto più significativa questa ripresa per il nostro Paese dopo quasi un ventennio
di crescita quasi a zero, con punte di perdita netta del prodotto in qualche
esercizio. Non solo, anche gli investimenti avevano registrato lo scorso anno un
incremento mai visto: +17% mentre le esportazioni erano cresciute del 13%.
Si prevedeva quindi un 2022 ancora in crescita, almeno del 4%, sulla spinta di
quello che gli economisti chiamano “effetto di trascinamento”.
Purtroppo a febbraio è esplosa la guerra di invasione della Russia in Ucraina: un
evento bellico nel cuore dell’Europa che ha rapidamente dissestato le previsioni
di sviluppo.
I primi effetti del conflitto, a parte la violenza e l’orrore, le incertezze e i rischi,
sono:
 l’esplosione dei costi dell’energia. Già era in corso a fine 2021, anche se i
costi di estrazione degli idrocarburi non erano cresciuti. Quello del gas è
aumentato di sei volte; quello del petrolio è raddoppiato;
 l’aumento dei costi della logistica, che già si erano manifestati
violentemente con la crisi da covid-19. Basti un esempio: spedire un
container da Shanghai a Trieste costava 1.000 $ ed oggi costa 10.000 $.
 l’interruzione delle catene di approvvigionamento delle materie prime e
della componentistica. Anche in questo caso già manifestatasi nel corso
della crisi sanitaria ed oggi riproposta con gli effetti delle sanzioni alla
Russia.
A questi effetti si aggiunga la ripresa delle tensioni inflazionistiche che pure si
manifestavano anche in Europa già all’inizio dell’anno e che le autorità monetarie
(BCE) ritenevano temporanea come conseguenza dell’aumento dei costi
energetici ma che tale non si rileva. Tanto da indurre la BCE ad annunciare la
sospensione, da giugno, degli acquisti di titoli e bond sul mercato sul mercato
secondario, già in atto dal tempo del Q.E. L’effetto della sospensione non ci trova
impreparati, anche se è evidente che senza gli acquisti della Banca centrale le
nostre future emissioni di titoli saranno esposte gli umori del mercato.
Quanto ai tassi di interesse per ora la stessa BCE non ha proceduto all’aumento
ma è ragionevolmente prevedibile che da settembre qualche variazione in
aumento ci sarà.

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