La forza di un’idea: il valore della prevenzione

Nel panorama dei progetti candidati al Premio FareRete InnovAzione BeneComune – Michele Corsaro 2025, promosso dall’Associazione FareRete InnovAzione BeneComune APS e dedicato al tema “Benessere, Prevenzione e Salute”, il progetto “Prima che sia troppo tardi” della Fondazione Patrizio Paoletti si è distinto per originalità, impatto e visione.

Primo classificato con 203 voti, il progetto rappresenta un modello innovativo di prevenzione del disagio giovanile e di promozione del benessere psicologico, fondato su un approccio interdisciplinare che integra neuroscienze, psicologia, pedagogia e didattica.
Un’iniziativa che incarna in modo esemplare la filosofia del Premio: fare rete per il Bene Comune, trasformando la conoscenza in azione e la prevenzione in responsabilità collettiva.

Come ha ricordato Rosapia Farese, presidente dell’Associazione FareRete InnovAzione BeneComune, nella cerimonia di premiazione al Senato della Repubblica, “questo progetto rappresenta un segno tangibile di ciò che significa investire nel futuro: ascoltare i giovani, educarli alla consapevolezza, aiutarli a comprendere le proprie emozioni prima che il disagio diventi sofferenza. È il senso profondo del Bene Comune tradotto in pratica quotidiana”.

La Fondazione Patrizio Paoletti: un laboratorio di umanità e conoscenza

La Fondazione Patrizio Paoletti, con sede a Roma e operante a livello internazionale, è un ente non profit che da oltre vent’anni promuove la crescita personale e sociale dell’essere umano, con una missione chiara: favorire il benessere nelle sue dimensioni individuale, relazionale e collettiva.

Le sue attività si fondano sull’idea che la conoscenza dell’uomo sia la chiave per un mondo migliore. Attraverso la ricerca neuroscientifica, la formazione educativa e la divulgazione scientifica, la Fondazione crea ponti tra scienza e società, diffondendo strumenti pratici per il miglioramento della qualità della vita.

Dal 2000, anno della sua nascita, ha realizzato oltre 500 progetti formativi, raggiungendo più di un milione di persone tra studenti, insegnanti, genitori, operatori sociali e comunità vulnerabili. Le sue iniziative spaziano dall’educazione alla resilienza al sostegno psicologico, dalla ricerca sui processi di apprendimento alla promozione della cultura della pace e della consapevolezza.

Nel 2024 la Fondazione ha intensificato il proprio impegno verso le nuove generazioni, lanciando “Prima che sia troppo tardi”: un progetto ambizioso che nasce dall’urgenza di rispondere a un fenomeno sempre più diffuso, quello del malessere giovanile.

Un’emergenza silenziosa: il disagio dei giovani

Negli ultimi anni, gli indicatori di salute mentale tra adolescenti e giovani adulti hanno registrato un peggioramento significativo. Ansia, depressione, isolamento, dipendenza da social media e disturbi alimentari sono solo alcune delle manifestazioni di un disagio che ha radici complesse e che spesso sfugge all’attenzione degli adulti fino a quando “è troppo tardi”.

Secondo i dati ISTAT 2024, quasi un giovane su quattro in Italia manifesta sintomi riconducibili a disturbi d’ansia o depressione, mentre cresce il numero di ragazzi che abbandonano la scuola o che ricorrono a sostanze per gestire lo stress.

La pandemia ha amplificato questa fragilità, rendendo ancora più urgente un approccio sistemico che connetta educazione, salute e comunità. Ed è proprio in questo contesto che la Fondazione Patrizio Paoletti ha scelto di agire, portando avanti un progetto che unisce prevenzione, formazione e inclusione sociale.

Un modello integrato per il benessere mentale

“Prima che sia troppo tardi” è, come lo definiscono i suoi ideatori, un modello integrato di intervento e prevenzione. Non un singolo programma, ma un ecosistema educativo articolato in tre aree sinergiche, ognuna delle quali risponde a una dimensione fondamentale del benessere: conoscenza, educazione, comunità.

  1. Divulgazione scientifica e consapevolezza

La prima area è quella della divulgazione, cuore pulsante del progetto.
Attraverso un portale online ricco di contenuti scientifici, Edukit digitali, podcast, storytelling e glossari, la Fondazione offre strumenti concreti per educare studenti, famiglie e insegnanti alla consapevolezza psicologica e alla prevenzione del disagio.

Lanciato nel 2023, il portale ha già raggiunto oltre due milioni di giovani in tutta Italia.
Ogni giorno vengono pubblicati nuovi contenuti pensati per stimolare riflessione, empatia e auto-osservazione, contribuendo a costruire una cultura condivisa della salute mentale.

L’obiettivo è ridurre lo stigma che ancora circonda i disturbi psichici, favorendo un linguaggio nuovo: scientifico ma accessibile, rigoroso ma empatico.

  1. Scuola: formare docenti e studenti

La seconda area è quella della Scuola, dove il progetto assume una dimensione concreta e trasformativa.
Attraverso un protocollo educativo blended, che combina webinar, video-lezioni, laboratori esperienziali e percorsi guidati, il programma ha coinvolto finora oltre 15 scuole e 1.500 studenti in diverse regioni italiane.

L’obiettivo è sviluppare le cosiddette life skills – competenze di vita – come la gestione delle emozioni, l’empatia, la comunicazione efficace, la risoluzione dei conflitti e la cooperazione.

Grande attenzione è riservata alla formazione degli insegnanti, considerati figure chiave per garantire continuità e sostenibilità all’intervento.
Attraverso workshop e percorsi di aggiornamento, i docenti imparano a riconoscere i segnali precoci di disagio e a costruire relazioni educative basate sull’ascolto e sulla fiducia.

Il progetto promuove così una comunità educante in cui scuola, famiglia e territorio collaborano per la crescita integrale dei ragazzi.

  1. Territorio e prossimità: i centri di ascolto

La terza area riguarda il territorio e l’inclusione sociale.
Due centri di ascolto psicologico, attivi nei quartieri ad alta marginalità di Tor Bella Monaca (Roma) e Scampia (Napoli), offrono spazi protetti di ascolto e sostegno individuale.

Nel 2024 sono state accompagnate 292 persone tra adolescenti, genitori e giovani adulti.
Qui la prevenzione si fa presenza: accoglienza, ascolto, accompagnamento nel reinserimento sociale. Accanto al supporto psicologico, si organizzano attività educative, artistiche e motorie, che favoriscono l’espressione e la crescita personale.

Il progetto si fonda su evidenze scientifiche: utilizza il Sphere Model of Consciousness, elaborato dalla Fondazione, e la Pratica del Silenzio, una metodologia che aiuta i giovani a sviluppare capacità di auto-osservazione, concentrazione e resilienza.

In questo modo, “Prima che sia troppo tardi” intercetta il disagio prima che si cronicizzi, offrendo una risposta concreta e personalizzata, in rete con scuole, famiglie e servizi sociali.

Scienza e umanesimo: una nuova alleanza per la salute mentale

Uno degli elementi più innovativi del progetto è la sua capacità di conciliare scienza e umanesimo.
Le neuroscienze, infatti, non vengono utilizzate come semplice strumento di analisi, ma come base per educare alla consapevolezza di sé.

Attraverso lo studio dei processi cerebrali legati all’apprendimento e alle emozioni, la Fondazione Patrizio Paoletti promuove una visione integrata dell’essere umano, in cui mente, corpo e relazioni sono inscindibili.

Il progetto si ispira a una domanda fondamentale: che cosa significa oggi essere giovani, crescere, trovare il proprio posto nel mondo?
E risponde con un modello educativo che unisce rigore scientifico e compassione, due dimensioni che troppo spesso la nostra società tiene separate.

Come ha affermato Patrizio Paoletti, fondatore della Fondazione:
“Ogni ragazzo ha dentro di sé un potenziale straordinario. Ma ha bisogno di adulti capaci di vederlo, di crederci, di accompagnarlo. ‘Prima che sia troppo tardi’ significa proprio questo: scegliere di esserci prima che il silenzio diventi dolore.”

Una rete che educa: la co-progettazione come metodo

Alla base del successo di “Prima che sia troppo tardi” vi è un elemento essenziale: la co-progettazione.
Il progetto nasce e cresce attraverso la collaborazione tra scuole, famiglie, operatori sociali e istituzioni locali, in un processo partecipativo che garantisce sostenibilità e replicabilità.

Ogni intervento viene adattato al contesto territoriale e socio-culturale, per rispondere in modo concreto ai bisogni specifici della comunità.
Questo approccio riflette perfettamente lo spirito del Premio FareRete InnovAzione BeneComune, che promuove la costruzione di reti di cooperazione come strumento per generare impatto e valore condiviso.

Il risultato è un modello replicabile in altri territori, scalabile e capace di integrarsi con le politiche pubbliche di prevenzione.
Come ha osservato la Commissione Valutatrice del Premio, “il progetto della Fondazione Patrizio Paoletti incarna in modo esemplare la missione del Premio: unire innovazione, etica e partecipazione. È un intervento che non si limita a curare, ma a educare. Non si ferma al sintomo, ma investe sulle cause profonde del benessere”.

I numeri del cambiamento

L’impatto di “Prima che sia troppo tardi” è già tangibile:

  • 2 milioni di giovani raggiunti online in un solo anno;
  • 15 scuole coinvolte in 6 regioni italiane;
  • 1.500 studenti partecipanti attivi ai percorsi educativi;
  • 292 persone seguite nei centri di ascolto psicologico;
  • oltre 100 docenti formati alla prevenzione del disagio;
  • decine di contenuti divulgativi diffusi quotidianamente su piattaforme digitali e podcast.

Sono numeri che raccontano un impegno concreto, ma anche una visione sistemica del benessere: non più interventi isolati, ma una rete di azioni integrate che costruiscono capitale umano e sociale.

Prima che sia troppo tardi: un invito all’azione collettiva

Il titolo del progetto è già di per sé un messaggio: “Prima che sia troppo tardi” non è solo un monito, ma un appello alla responsabilità condivisa.
È un invito a riconoscere che la salute mentale dei giovani riguarda tutti: scuola, famiglia, istituzioni, media, comunità locali.

La prevenzione non può essere delegata, ma deve diventare parte della cultura sociale.
In questo senso, il progetto della Fondazione Patrizio Paoletti rappresenta un modello virtuoso di educazione civica al benessere, che restituisce ai giovani la fiducia nel futuro e alla società la capacità di prendersi cura dei suoi membri più fragili.

Dal Premio alla comunità: un riconoscimento che genera futuro

La vittoria di “Prima che sia troppo tardi” al Premio FareRete InnovAzione BeneComune – Michele Corsaro 2025 non è solo un riconoscimento simbolico, ma un passo importante nella costruzione di un movimento culturale più ampio.

Il Premio, giunto alla sua seconda edizione, celebra progetti che coniugano innovazione sociale, impatto comunitario e umanizzazione delle pratiche di cura, in linea con la visione di Michele Corsaro, a cui è dedicato.

Corsaro, imprenditore e umanista, credeva in una società fondata sul valore della persona e sulla responsabilità collettiva verso il Bene Comune. La sua eredità ideale permea l’intera iniziativa, che in questa edizione – coincidente con il Decennale di FareRete – ha trovato nuova forza e visibilità.

La Commissione Valutatrice, presieduta da Lucio Corsaro, ha premiato il progetto della Fondazione Patrizio Paoletti proprio per la sua capacità di connettere saperi diversi e persone diverse, generando una rete di solidarietà e conoscenza.
Come ha dichiarato lo stesso Corsaro durante la cerimonia:
“Premiare un progetto come questo significa credere che la salute mentale dei nostri giovani non è un tema privato, ma una responsabilità pubblica. Significa scommettere su una società che sa ascoltare, comprendere e prevenire”.

 Il Bene Comune come orizzonte educativo

Nel quadro del Premio, la vittoria della Fondazione Patrizio Paoletti assume un significato che va oltre l’ambito specifico della salute mentale.
Essa testimonia come il concetto di Bene Comune – fondamento dell’intera filosofia di FareReteBeneComune – possa tradursi in pratiche concrete capaci di migliorare la vita delle persone e delle comunità.

“Prima che sia troppo tardi” ci insegna che il Bene Comune non è un’idea astratta, ma un processo quotidiano di costruzione collettiva, fatto di ascolto, educazione e cura reciproca.
È un invito a investire sui giovani non come destinatari di politiche assistenziali, ma come protagonisti di un cambiamento culturale ed etico che parte dalla consapevolezza di sé e dalla solidarietà verso gli altri.

Conclusione: un premio che educa alla speranza

Il Premio FareRete InnovAzione BeneComune – Michele Corsaro 2025 e il progetto vincitore “Prima che sia troppo tardi” convergono su un punto essenziale: la necessità di umanizzare la società.
Entrambi propongono un nuovo paradigma in cui innovazione e bene comune si incontrano per costruire futuro, inteso come spazio di relazioni significative, cura e crescita condivisa.

“Prima che sia troppo tardi” non è solo un progetto, ma una promessa di futuro: quella di una società che sa prendersi cura dei suoi giovani, riconoscendo in loro la speranza più autentica del cambiamento.

Come recita il motto del Premio:

Generare futuro insieme – perché ogni gesto di consapevolezza, ogni rete costruita, ogni giovane ascoltato è un passo verso un mondo più empatico, resiliente e umano.

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