Centinaia di famiglie ucraine in fuga dalla guerra stanno ritirando la domanda di accoglienza nel Regno Unito. Il programma “Homes for Ukraine” (Case per gli ucraini) non funziona e questo sta provocando, già da più giorni, accese polemiche in Uk. I richiedenti asilo e le organizzazioni umanitarie denunciano i pesanti ritardi registrati per il rilascio dei visti. Alcune delle famiglie ucraine coinvolte, dopo circa sei settimane d’attesa, hanno persino deciso di tornare indietro nel loro paese lasciando quelli confinanti con l’Ucraina dove avevano trovato una prima, provvisoria accoglienza.

I giornali sono inondati di proteste. Anche da parte di tutti gli “sponsor” britannici che si erano detti disponibili a sostenere i rifugiati e ad offrire loro un tetto. L’organizzazione “Holme Valley Homes for Ukraine” del nord dell’Inghilterra ha reso noto che su 160 profughi coinvolti  in un loro progetto in 40 hanno rinunciato. Un’altra organizzazione umanitaria ha reso noto che una famiglia musulmana ucraina  ha preferito addirittura dirigersi  a Baghdad.

Il Ministero degli interni di Londra ha dovuto riconoscere che i ritardi sono causati del sistema di valutazione delle richieste. In taluni casi il rifiuto della concessione del visto per un solo componente ha fatto sì che l’intero nucleo familiare mantenesse la richiesta di ospitalità. Particolarmente pesanti le accuse rivolte alle autorità britanniche per il rifiuto di concedere il visto ai bambini al fine d’impedire, di fatto, alle famiglie di trasferirsi in Gran Bretagna. Accuse vigorosamente respinte dal Ministro dell’Interno Kevin Foster.

Su tutti questi ritardi grava adesso l’ombra della tratta degli esseri umani, soprattutto dei bambini.

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