Le parole di Donald Trump, che ha definito gli europei “parassiti” beneficiari della protezione americana, tradiscono non solo un’approssimazione storica sconcertante, ma anche una malafede politica volta a screditare gli alleati naturali degli Stati Uniti. Se oggi l’America è una grande potenza, lo deve innanzitutto all’Europa, che non solo l’ha scoperta, ma l’ha letteralmente creata, formata e plasmata nei secoli con la sua cultura, le sue istituzioni e il suo spirito democratico. Senza l’Europa, l’America come la conosciamo oggi non esisterebbe. Non è un’esagerazione: è un dato di fatto. A partire dalla scoperta di Cristoforo Colombo nel 1492, l’intera costruzione politica, sociale e culturale degli Stati Uniti è stata un’eredità europea. Dai Padri Pellegrini inglesi ai coloni francesi e olandesi, fino alle ondate migratorie di italiani, tedeschi e irlandesi, sono stati i popoli d’Europa a portare nel Nuovo Mondo le idee di libertà, il senso del diritto e la costruzione di una società basata sullo stato di diritto.
Dall’Europa alla democrazia americana
La democrazia americana è figlia del pensiero europeo. Le Costituzioni degli Stati americani e la Dichiarazione d’Indipendenza sono intrise delle idee illuministiche di Locke, Montesquieu e Rousseau. Il sistema di pesi e contrappesi che regge la politica statunitense si ispira direttamente alla tradizione costituzionale britannica e all’equilibrio dei poteri elaborato in Europa. Le istituzioni americane, la separazione tra Stato e Chiesa, la tutela dei diritti individuali, la libertà di stampa e di espressione non sono frutto di un’improvvisazione americana, ma il risultato di un’elaborazione culturale e giuridica nata in Europa e sviluppata nel corso dei secoli. Anche l’economia americana deve molto al vecchio continente: il capitalismo moderno è nato tra l’Olanda e l’Inghilterra del XVII secolo, e il sistema bancario e industriale si è formato su modelli europei.
Arte, scienza, cultura: il contributo dell’Europa
Oltre alla politica e all’economia, l’Europa ha fornito all’America i suoi riferimenti culturali e artistici. Senza la musica classica di Beethoven e Mozart, senza la pittura rinascimentale di Michelangelo e Leonardo, senza la letteratura di Dante, Shakespeare e Goethe, l’America non avrebbe avuto una base culturale su cui costruire la propria identità artistica. Persino Hollywood deve molto al vecchio continente: gran parte dei grandi registi e attori del cinema classico erano europei emigrati negli USA. Sul piano scientifico, l’Europa ha donato all’America alcuni dei più grandi intellettuali e scienziati della storia. Einstein, Fermi, von Braun e molti altri hanno attraversato l’oceano portando conoscenze e innovazioni decisive per la crescita tecnologica americana.
L’emigrazione europea: il vero motore della potenza americana
Se l’America è diventata una superpotenza economica e industriale, lo deve all’emigrazione di milioni di europei che, tra Ottocento e Novecento, hanno costruito città, strade, ferrovie, industrie e istituzioni. Gli italo-americani, gli irlandesi, i polacchi, i tedeschi, i greci hanno dato un contributo fondamentale alla costruzione del sogno americano, lavorando duramente, combattendo nelle guerre, contribuendo al progresso sociale ed economico degli Stati Uniti.
Definire “parassiti” gli europei significa ignorare che la stessa identità americana è frutto di una sintesi di culture e tradizioni nate in Europa. Non si può separare la storia degli Stati Uniti da quella del vecchio continente, perché gli USA sono, a tutti gli effetti, una proiezione dell’Europa nel Nuovo Mondo.
Trump: un presidente senza visione storica
Le dichiarazioni di Trump non sorprendono più di tanto: il suo sguardo sulla politica internazionale è riduttivo, basato esclusivamente su rapporti di forza e interessi economici immediati. Ma un vero statista sa che la grandezza di un Paese non si misura solo con il PIL o con la spesa militare. Se l’America vuole davvero essere “great again”, non può rinnegare le sue radici, né trattare i suoi alleati europei con sufficienza e disprezzo. L’Europa non è un parassita: è la madre culturale e storica degli Stati Uniti. Trump può anche non riconoscerlo, ma la storia parla chiaro. E la storia, quella vera, non si riscrive con quegli slogan sempre più strampalati e populisti.
Michele Rutigliano