Da dieci mesi, fermi ai blocchi di partenza, 430.585 candidati al concorso ordinario di scuola secondaria e altri 76.757 del concorso ordinario di infanzia e primaria attendono il via per aggiudicarsi poco più 45mila posti di insegnante nella scuola statale. Da un mese per il secondo gruppo di quel mezzo milione di candidati è tutto pronto (commissioni, collaudo aule e strumentazioni informatiche, batterie dei test) per le prove preselettive che dovrebbero servire ad ammettere allo scritto circa 23.500 candidati (4.800 per il concorso dell’infanzia e 18.700 per il concorso primaria). Ma tutto resta, ancora una volta, fermo, forse anche a causa della nuova norma voluta dal ministro Brunetta ( CLICCA QUI ) che ha cambiato alcune regole nei procedimenti dei concorsi per semplificarli e accelerarne (!) lo svolgimento.
Mentre quel mezzo milione di candidati scalpita per iniziare finalmente questa prova per conquistare un posto stabile di docente nella scuola a cominciare dal settembre 2022, per il settembre 2021 ( cioè subito ) il ministero dell’istruzione è alla ricerca di una soluzione ( CLICCA QUI ) che possa assicurare la maggior stabilità possibile alle tante cattedre prive di titolare.
Nella secondaria potrà nominare soltanto i vincitori del concorso straordinario ( CLICCA QUI ) (non su tutti i 32mila posti messi a bando, perché 8-10mila rimarranno vacanti a causa del minor numero di ammessi), ma sui tanti posti ancora disponibili è tuttora alla ricerca di una risposta adeguata.
Sembra venire avanti l’ipotesi di una specie di concorso per soli titoli con nomina su posti liberi a settembre, seguito da un anno di formazione (in tirocinio formativo), al termine del quale occorrerebbe sostenere una prova di verifica per potere essere confermato in ruolo sulla sede assegnata.
Ammesso che sia questa l’ipotesi che ha nel cassetto il ministro Bianchi – che deve contemperare le tesi contrapposte del M5S e della Lega – ci sarà bisogno comunque di un decreto legge che introduca la nuova procedura straordinaria senza ledere il diritto e le aspettative di quel mezzo milione di candidati bloccati (chissà ancora per quanto tempo) ai blocchi di partenza.
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