Il Recovery Plan è figlio del Recovery Fund, a sua volta rientrante nel più vasto progetto NEXT GENERATION EU così come approvato dal Consiglio Europeo del 17 – 21 luglio 2020.

Riporto brevemente quanto fu approvato nel Consiglio Europeo appena nominato:

Il Consiglio Europeo nell’accordo 17 – 21 luglio 2020 (clicca qui – mio articolo del 28 dicembre 2020 L’Italia si gioca quasi tutto con il Recovery Fund)) ha deliberato un piano per la ripresa economica europea della consistenza finanziaria di 750 miliardi di euro così suddivisi:

  • I trasferimenti diretti ossia le sovvenzioni a fondo perduto, passano da 500 a 390 miliardi;
  • I prestiti salgono da 250 a 360 miliardi.

A seguito della suddetta delibera i trasferimenti che spettano all’Italia salgono da 173 a 208,8 miliardi tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti da rimborsare (81,4 a fondo perduto e 127,4 come prestiti).

I Paesi beneficiari del Recovery Fund presenteranno dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza” (PNRR) per il periodo 2021-2023. Tali piani dovranno prevedere investimenti per la transizione verde e digitale e per le infrastrutture al fine di incentivare “la crescita e la creazione di posti di lavoro”.

Il Recovery Plan di cui al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) Italia così come presentato dal Governo “Conte 2” si basa sull’attuazione di tre momenti che sono i seguenti: 1) STRATEGIA; 2) PRIORITA’; 3) MISSIONI.

Per quanto riguarda la strategia, “l’azione di rilancio del Paese” di cui al PNRR si basa su tre assi strategici: a) digitalizzazione e innovazione; b) transizione ecologica; c) inclusione sociale.

  • Digitalizzazione e innovazione: Attraverso la digitalizzazione e innovazione dei processi produttivi di beni e servizi, ci sarà un miglioramento generale della nostra economia tale da poter competere con le economie degli altri Paesi e di adeguarsi, al loro livello, in ciò privilegiando l’integrazione digitale e innovativa dei settori economici dell’Europa e così permettere all’Italia di diventare “protagonista della competizione tecnologica globale”.

L’asse strategico di cui si parla, si basa su forti interventi in innovazione e ricerca, cosa che in Italia non avviene da anni (perché innovazione e ricerca sono state da sempre trattate da cenerentole nelle leggi di bilancio dello Stato) e che ci vede, nell’indice DESI (indice di digitalizzazione dell’economia e della società), posizionati al quart’ultimo posto in U E ed all’ultimo posto sulla competenza digitale (Recovery Plan Italia del 12 gennaio 2021 – Speciale il Sole 24 Ore);

  • TRANSIZIONE ECOLOGICA: L’Agenda 2030 che riguarda “lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, considera la Transizione Ecologica la “base del nuovo modello economico e sociale di sviluppo su scala globale”. (Recovery Plan Italia del 12 gennaio 2021 – Speciale il Sole 24 Ore).

Avviare la TRANSIZIONE ECOLOGICA. significa “ridurre drasticamente l’emissione di gas clima alteranti in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi e del Green Deal europeo” e migliorare l’efficienza energetica, sia nell’uso delle materie prime, sia nei settori degli insediamenti civili ed edifici pubblici, sia nel miglioramento della qualità dell’aria e delle acque interne e marine. Dovremo effettuare inoltre una piena riconversione ecologica con forti investimenti, tra cui quelli nell’agricoltura e nell’economia circolare a partire dal Mezzogiorno, al fine di pervenire ad una completa e vera green economy.

Tale progetto entra nel progetto NGEU (Next Generation EU) che è soprattutto un “progetto culturale europeo che qualifica gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo” e che è proiettato verso le future generazioni. Nella logica di NEXT GENERATION EU, “lo sviluppo sostenibile è legato alla riduzione strutturale delle asimmetrie e delle disuguaglianze, fra le aree geografiche e fra le persone” (Recovery Plan Italia – Speciale Il Sole 24 ore).

Nella TRANSIZIONE ECOLOGICA vengono privilegiati i progetti riguardanti i settori della cultura e del turismo su cui dovranno essere fatti investimenti strategici.

  • L’inclusione sociale, che dovrebbe portare ad uno sviluppo sostenibile, riguarda la “crescita inclusiva e coesione sociale e territoriale, accanto alla transizione verde e digitale…su cui poggiare la programmazione e il contenuto del PNRR e in base ai quali verrà valutato dalla Commissione europea l’impianto complessivo del Piano.” (Recovery Plan Italia – Speciale Il Sole 24 ore).

 Il PNRR contiene inoltre tre priorità trasversali che sono: 1) Donne; 2) Giovani; 3) Sud.

  • Per le DONNE bisognerà garantire la parità di genere “come criterio di valutazione di tutti i progetti (gender mainstreaming)” che va ad aumentare il contributo delle donne nella crescita economica e sociale del Paese;
  • Per quanto riguarda i GIOVANI bisognerà garantire la piena partecipazione degli stessi alla vita sociale, economica e culturale del Paese, guardando al loro futuro in termini di occupazione e di accrescimento culturale nel campo dell’istruzione e della ricerca;
  • Per il SUD bisognerà tendere al riequilibrio territoriale e massimizzare la capacità di sviluppo del mezzogiorno in piena coerenza con il Piano Sud 2030 e inserendo lo sviluppo del Sud come “priorità trasversale a tutte le missioni”

Il PNRR si avvale inoltre di 6 missioni, che raggruppano 16 componenti funzionali e che si articolano in 47 linee di intervento.

“Le sei Missioni del PNRR rappresentano aree “tematiche” strutturali di interventi e sono le seguenti:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile<;
  • Istruzione e ricerca;
  • Inclusione e coesione.

La proposta del PNRR presentata dal Governo Conte 2 non conteneva ancora una vera proposta di “GOVERNANCE”, cosa che Il neo Primo Ministro prof. Mario Draghi ha subito fatto in un passaggio del suo discorso alle Camere, nel quale ha dichiarato che la “GOVERNANCE” sarà “incardinata” nel Ministero dell’Economia e Finanze in forte e stretta collaborazione con gli altri ministeri competenti (Transizione ecologica, Transizione Digitale, Infrastrutture e trasporti). Ai compiti istituzionali dei ministeri investiti dell’attuazione del PNRR, si potrebbero aggiungere piccole unità operative con compiti di coordinamento e impulso dei lavori, ai fini di definire le politiche e i progetti di settore.

Il Presidente del Consiglio, prof. Mario Draghi, dando la delega al Ministro del MEF, dott.. Daniele Franco, avrà la possibilità di controllare tutto l’iter di formazione del Recovery Plan, con l’ausilio dei Ministri non politici, prof. Vittorio Colao, Ministro della Transizione Digitale e prof. Vittorio Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica. Per quanto poi riguarda l’approccio delle infrastrutture sulla sostenibilità ambientale ed economica, il presidente del Consiglio si avvarrà della collaborazione del prof Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti.

La maggiore responsabilità per l’attuazione del R. Plan ricadrà sul Ministro dell’Economia, dott. Daniele Franco, che avrà il compito di coordinamento con la responsabilità generale dei “piani di recupero e resilienza” e sarà l’elemento e/o punto di contatto con la Commissione Europea.

Per tale scopo il Ministro del MEF utilizzerà sia l’unità di missione, prevista dalla legge di bilancio 2021, che permetterà la realizzazione del PNRR, sia il FONDO DI ROTAZIONE che ha il compito di supportare finanziariamente i progetti in attesa della loro approvazione e della conclusione del loro iter amministrativo. Le somme anticipate dal Fondo saranno rimborsate non appena le somme deliberate saranno disponibili perché liquide ed esigibili. Il MEF inoltre avrà il compito di monitorare le amministrazioni assegnatarie dei progetti e “beneficiarie delle risorse……con riferimento: ai costi, agli obiettivi perseguiti, alla spesa sostenuta, alle ricadute sui territori, ai soggetti attuatori, ai tempi di realizzazione, agli indicatori di realizzazione e di risultato” Insomma il MEF farebbe il monitoraggio dell’avanzamento dei progetti.”    (A. Baccaro, M. Pennisi, S. Agnoli – Corriere della Sera – del 22 febbraio 2021).

Il MEF, quale assegnatario della GOVERNANCE del PNRR, coordinerà i lavori relativi a quelli assegnati al Ministero della Transizione Ecologica sotto la direzione del Ministro prof. Roberto Cingolani, a quelli assegnati al Ministero della Transizione Digitale sotto la direzione del Ministro prof. Vittorio Colao e a quelli assegnati al Ministero delle infrastrutture e trasporti sotto la guida del Ministro prof. Enrico Giovannini.

Per quanto riguarda la transizione ecologica l’attività del Ministero diretto dal prof. R. Cingolani sarà orientata verso la cura e il miglioramento dell’Ambiente e dello Sviluppo. Circa l’Ambiente verrà costituito un dipartimento dedicato alla transizione ecologica con quattro direzioni: 1) direzione di gestione dell’economia circolare; 2) direzione che curerà il clima, l’energia e l’aria; 3) direzione che si interesserà della crescita sostenibile; 4) direzione del risanamento ambientale. Per quanto riguarda lo Sviluppo il lavoro ministeriale sarà orienteto verso i seguenti settori: 1) le fonti di energie rinnovabili; 2) l’efficienza e mobilità elettrica; 3) i riflessi sui prezzi e mercati; 4) le fonti di energie come il petrolio, il gas e la distribuzione di energie in genere.

“A differenza della Transizione Digitale su cui c’è molto da investire e lavorare, su quella ecologica possiamo dire che siamo a buon punto in quanto “c’è un Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile che si va affermando come l’unico paradigma di sviluppo in grado di coniugare crescita, tutela dell’ambiente, coesione sociale.” (Marco Sabella – Corriere della Sera – Economia – del 26 febbraio 2021). Sempre in base all’ articolo di Marco Sabella i primati dell’Italia nella green economy riguardano: l’economia circolare (primo posto in UE), le energie rinnovabili (con ENEL, che include la controllata “Green Power”, come la prima azienda privata nel mondo nel campo delle energie rinnovabili), il Made in Italy in piena crescita, l’export di prodotti green (esportazione al secondo posto dopo la Germania), la farmaceutica (secondo posto come valore della produzione), il design, la nautica da diporto ecc…

Per la transizione ecologica è prevista una spesa di 68,9 miliardi sui 222,9 (209,8 del R.F. + 13,1 strumento finanziario REACT EU) assegnati all’Italia come da progetto NGEU. Lo strumento finanziario REACT EU (acronimo di Recovery Assisitance for Cohesion and Territories) della consistenza di 47,5 miliardi di euro, pacchetto per la ripresa NGEU, è stato costituito per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica provocata dal covid-19.

L’Innovazione e la Transizione Digitale riguarda più settori che saranno raccordati dall’azione e dalle politiche di Governo intese a facilitare la ripresa economica del Paese. Il coordinamento tra i vari settori interessati verrà tenuto dal Ministro prof. Vittorio Colao e sarà rivolto verso l’economia green e lo sviluppo delle reti e infrastrutture 5G.

Il Ministro Colao si avvarrà del Dipartimento per la trasformazione digitale, “struttura <per la promozione ed il coordinamento delle azioni del Governo finalizzate alla definizione di una strategia unitaria in materia di transizione digitale e modernizzazione del Paese>”.

Ministero Infrastrutture e trasporti – Ministro prof. Enrico Giovannini.

Tale Ministero dovrà portare avanti i progetti che avranno come obiettivo la sostenibilità giuridica ed economica e dovranno ottenere le autorizzazioni con la massima celerità senza l’intoppo dell’iter burocratico, che dovrà essere ridotto al minimo. A tal uopo saranno semplificati i controlli e ridotti e superati alcuni passaggi. Il superamento delle lentezze burocratiche si otterrà attraverso una revisione della normativa in essere che supererà parte della riforma del codice degli appalti del 2016 e del suo decreto correttivo, nonché lo sblocca cantieri e il decreto semplificazioni.

In tal modo verrà riscritto il Codice degli Appalti, rapportandolo e uniformandolo alla normativa europea. In attesa della riforma potrebbe essere emesso un decreto, con la consulenza della magistratura (invocata dal Presidente prof. Mario Draghi nel suo discorso alle Camere), di superamento della lentezza burocratica, sentiti i Comuni e le Regioni.

A tal uopo importante sarà il miglioramento della preparazione tecnico-scientifica della Pubblica Amministrazione e quindi, parole di Draghi, sarà necessario “investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare ed accelerare gli investimenti.” (Antonella Baccaro – Corriere della Sera – del 22 febbraio 2021).

Il prof. M. Draghi, non ancora Presidente del Consiglio, nell’intervista di poco tempo fa, al giornalista Federico Fubini del Corriere della Sera, come già riportato nel mio articolo “L’Italia si gioca quasi tutto con il Recovery Fund” del 28 dicembre 2020 (clicca qui), ha parlato di Tasso di rendimento sociale dei progetti, che al fine di ottenere i finanziamenti UE, dovranno produrre ricchezza e aiutare la crescita economica della Eurozona. Pertanto il “tasso di rendimento sociale” dei progetti del PNRR dovrà essere elevato e aver superato i tests di ingresso previsti, così da permettere e giustificare gli investimenti pubblici e assicurare la ripresa economica e la prevista creazione di posti di lavoro. I progetti che si rileveranno utili permetteranno quindi di rendere sostenibile il debito pubblico con il loro tasso di rendimento positivo e permettere la conseguente crescita economica.

Lo stesso prof Draghi farà in modo che il suo Governo presenti un PNRR fatto di progetti di alto profilo, ad alta utilità economico-produttiva con creazione di ricchezza e flussi di ricchezza reali. Il rendimento di ogni progetto dovrà essere elevato e tale da superare i tests di approvazione perché ad alto “tasso di rendimento socialee da  soddisfare oltre alla variabile reddituale con tasso di profitto maggiore del tasso di interesse di mercato, anche quella sociale riguardante il raggiungimento di quel “massimo ofelimitario per la collettività” di cui V. Pareto parla nei suoi scritti sociologici. (Vedi mio articolo del 04/02/2021 – Crisi politica e pandemia – clicca qui). In tal modo si permetterà il raggiungimento della sostenibilità del debito pubblico.

Antonio Mascolo

 

 

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