Dico subito di essere d’accordo con l’autorevole disamina realizzata su questo tema da Maurizio Cotta (CLICCA QUI).

Viene detto: “Abbiamo bisogno di Leader che permettano ai popoli di comprendersi e di dialogare e generino un nuovo spirito di Helsinki, la volontà di rafforzare il multilateralismo, di costruire un Mondo più stabile e pacifico. Per far questo occorre dialogo con tutti (1) ”.

L’iter della nascita del nuovo Governo (2) dimostra che potrebbe andare incontro a possibili problemi nascenti dal suo interno per la soluzione dei quali “Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni avrà bisogno assoluto dell’aiuto del Presidente della Repubblica”, (come l’episodio immigrati e Francia si è incaricato di dimostrare) aiutando il “sistema politico a compiere una svolta capace di porre fine alla stagnazione (3) ” in cui il Paese si è dibattuto per troppo tempo, prima dell’era Draghi.

“Oggi, la composizione del conflitto, il luogo della mediazione alta che sappia portare ad una sintesi dotata di senso le mille disparate suggestioni da comporre nell’orizzonte di un credibile interesse generale della collettività non sta più solo nella dialettica dei Corpi Sociali, ma attraversa la coscienza individuale, personale dei cittadini, ciascuno interpellato ultimativamente nella propria singolarità, la Persona” (4) ; la Libertà da assumere soprattutto come dovere da compiere; il rapporto indispensabile tra Libertà e Giustizia, con la prima di fatto delegittimata dalle diseguaglianze che offendono la seconda.

Per molti costituzionalisti non sembrano esserci, adesso, le condizioni per una revisione organica della Costituzione, soprattutto a causa della delegittimazione reciproca tra i partiti; altro motivo riguarda la necessità, auspicabilmente condivisa, che le modifiche restino nell’alveo del Patto Costituente, per rinnovarlo nel consolidarne principi e valori; altro autorevole studioso opinionista (5) ritiene che il modello presidenziale, catapultato nel nostro ordinamento, indebolirebbe le istituzioni di garanzia. In ogni caso, il focus di eventuali modificazioni costituzionali dovrebbe concernere la tenuta del sistemi dei poteri, anche avendo presente (6) , l’interesse delle future generazioni (7) .

Stante, però, la fragilità costituzionale (8) di quasi qualunque governo, ciclicamente si ripresenta la questione della governabilità, questione che, inconsultamente ed improvvidamente, ci si propone di risolvere con una riforma costituzionale relativa alla figura ed al ruolo della Presidenza della Repubblica; sarebbe, ad avviso di chi scrive, davvero inopportuno mettere in discussione l’unica Istituzione che ha garantito da sempre la tenuta del Paese, anche in recenti momenti di vere difficoltà. Servirebbe, invece, riconoscere una base costituzionale alla situazione di fatto che si è costituita in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, come, ad esempio dimostra la struttura verticale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, saldamente affidato alla responsabilità dell’inquilino di Palazzo Chigi; e ciò per merito della circostanza che il Presidente del Consiglio è componente del Consiglio Europeo, il luogo di definizione degli orientamenti e delle priorità politiche dell’Unione, come stabilito dall’articolo 15 del Trattato; in via di fatto, chi partecipa alle decisioni di Bruxelles, è il concreto decisore della soluzione dei problemi in Italia. Con questo riconoscimento, non si turberebbe l’impronta parlamentare della Costituzione pur avendo un Presidente del Consiglio dei Ministri di più solida garanzia costituzionale ed un rafforzamento istituzionale del Governo.

Opportuna, nell’eventualità, la contestuale approvazione di uno dei contrappesi reperibili tra quelli adottati dagli altri ordinamenti europei. Un professore di Scienze Politiche presso l’Istituto di Scienze Politiche di Parigi, individua dei pericoli reali, rappresentati da questo progetto:

-l’elezione a suffragio universale diretto del Presidente non garantisce il suo dominio, ma potrebbe offrirgliene la possibilità;

-l’elezione diretta del Presidente si aggiungerebbe a quella dei parlamentari, comportando il rischio di risultati contraddittori;

-c’è chi ritiene che potrebbe, addirittura mettere a rischio la stessa democrazia nel nostro Paese; infatti, dove attuato ha dato e dà “evidenti prove di disfunzioni, degenerazioni.

Presidenzialismo, No! Ma si potrebbe studiare ed approfondire, esaminando le compatibilità con il nostro sistema parlamentare, una preminenza del Presidente del Consiglio sui Ministri, non più solo Primus inter Pares.

Massimo Maniscalco

 

1 Papa Francesco, in occasione del suo viaggio in Kazakistan.

2 Sul tema si rimanda a quanto scritto dall’autore del presente Zibaldone su Politica Insieme.com il 18 Ottobre 2022,.

3 La guida di Giorgia Meloni e la svolta necessaria, Ernesto Galli della Loggia, Corriere della Sera, 21 Ottobre 2022.

4 I Popolari, l’Autonomia e l’Opposizione al Presidenzialismo, Domenico Galbiati, PoliticaInsieme.com, 10 Gennaio, 2023.

5 Stefano Passigli, cit.

6 Domenico Galbiati, cit.

7 Articolo 9 della Costituzione.

8 Per la Costituzione la salute della Società conta maggiormente rispetto a quella delle Istituzioni.

 

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