Non c’è l’hanno proprio nel Dna il concetto della distinzione dei poteri dello Stato. L’ultima conferma è venuta dalla reazione, prima, di Matteo Salvini e, poi, di Giorgia Meloni alla decisione della Corte dei Conti di negare il visto alla costruzione del Ponte di Messina. E lo hanno fatto senza neppure conoscere le motivazioni che a presto arriveranno.

Ora, anche i Giudici amministrativi fanno politica! Questa la reazione dei due che, evidentemente, pensano di essere perfetti e, quindi, di attendersi un sì per principio. Anche per un’opera che costerà agli italiani miliardi su miliardi e su cui, a loro avviso, è opportuno sorvolare sulle “minuzie” che potrebbero riguardare le spese della cosa pubblica.

Noi non abbiamo alcun pregiudizio in un senso o in un altro. Registriamo che le opinioni sul Ponte sono diverse e pensiamo bene che, in ogni caso – e proprio nel più alto interesse di noialtri cittadini – è bene che ognuno faccia la propria parte. Se il Governo ha fatto tutto in regola emergerà, ma se ciò non dovesse accadere, invece, noi dovremo ringraziare quei magistrati contabili cui, comunque, è riconosciuto un rilievo costituzionale. Vedremo! Il Governo, magari rivolgendosi alla Corte costituzionale, potrà far valere le proprie ragioni. E se così dovesse essere ci toglieremmo ogni dubbio.

Intanto ci spieghiamo la mancata reazione da statisti da parte della Meloni e di Salvini con il fatto che il Ponte – e tutto l’imponente giro d’affari che gli ruota attorno – rende sbilenca una parte degli accordi di potere che tengono in piedi questo  Governo.

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