L’elaborazione di INSIEME sulla salute mi sembra assai qualificata e idonea per affrontare il problema sanitario in Italia.
Su due aspetti occorre occorre riflettere con attenzione. Innanzitutto la coerenza dell’azione medica che deve necessariamente partire dal medico di medicina generale. Questa coerenza deve trovare una forma di idoneità contrattuale che al momento non esiste. In altre parole, occorre che vi sia una contrattazione unica della dirigenza medica, tenendo conto delle specificità dei ruoli, che comprenda anche il medico di famiglia.
In pratica, dev’essere superato il sistema in convenzione con un rapporto di dipendenza come tutte le altre figure mediche. Questo avrebbe “l’effetto collaterale” di ridurre l’attività di lobbying della FIMMG e dell’Ordine dei medici che, con Anelli, è piuttosto un organo sindacale che non di deontologia professionale. Riprova ne è la farmacia dei servizi che assegna l’atto medico al farmacista che, tuttavia, non ha competenze mediche e potrebbe addirittura mettere in pericolo la vita della persona. Si pensi, per esempio, ad uno shock anafilattico in caso di vaccinazione o di infarto durante un Ecg. Il Ministero ha esteso ai farmacisti l’esenzione della colpa medica.
L’altro aspetto su cui una riforma sanitaria deve intervenire è la decentralizzazione della sanità. Intanto, perché è un sistema complesso che non può essere paralizzato, poi perché occorre una coerenza intrinseca che ad oggi manca, infine perché la sanità regionale ha duplicato la burocrazia con sperpero immane di risorse economiche.
Questi aspetti completano il quadro proposto da INSIEME. Il governo Draghi ci stava lavorando, la destra ha stoppato quel disegno di legge.
Pasquale Pellegrini