Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha trasmesso ai Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati la relazione finale tecnica sull’Opera “Ponte sullo Stretto di Messina”. Il responso, sinteticamente, è un responso positivo, con l’affermazione che l’infrastruttura è necessaria. “Profonde motivazioni per realizzarlo”. Raffaella Paita, Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha annunciato l’avvio della discussione parlamentare.

In un momento storicamente disomogeneo rispetto all’attuale fase, nel febbraio dell’anno 2020, l’Assemblea regionale siciliana aveva approvato una legge per l’inserimento nello Statuto della Regione del “riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità”; norma che è già in corso di istruttoria presso le Commissioni Affari Costituzionali sia del Senato che della Camera dei Deputati. Le isole dell’Europa meridionale, infatti, evidenziano un Prodotto interno lordo pro capite inferiore sia a quella della media dell’Unione Europea, sia a quello della media delle 362 isole Europee; in particolare, il PIL siciliano si pone tanto sotto quello della media italiana che al di sotto di quello della media europea. La condizione di insularità costa alla Sicilia più di € 6 miliardi all’anno, pari a circa 1.300 € in ragione di anno per ogni cittadino siciliano.

Adesso, finalmente, è possibile affermare in modo condiviso che, per la prima volta dopo più di dieci anni, la realizzazione del Ponte sul Mediterraneo è al centro del dibattito nel Paese, in ottica di far diventare l’Italia intera più competitiva grazie alla piattaforma logistica chiamata Sicilia, posizionata al centro del Mare Mediterraneo.

Importante non sprecare questa opportunità perdendosi in furbeschi approcci burocraticamente dilatori travestiti da dilemmi tecnici, non moralmente risolti: questo colossale approntamento infrastrutturale deve essere vissuto quale sforzo economico\organizzativo\politico dell’intero Paese, coeso in tutte le sue componenti vitali verso un risultato trasformativo. in meglio.

Il collegamento tra i grandi corridoi europei, le reti ferroviarie italiane, i porti e retro porti italiani è uno dei punti chiave del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attuativo del Next Generation EU.

Con il collegamento stabile tra Italia continentale e Sicilia si eliminerebbero le “rotture di carico” per persone, merci e flussi turistici dando alla mobilità dell’area la indispensabile efficacia ed efficienza per alimentare la crescita dei Territori e per sfruttare la logistica favorevole, in un momento storico in cui l’andamento della globalizzazione sta attribuendo sempre più un  importante ruolo geopolitico al Mediterraneo. Il Ponte sullo Stretto del Mediterraneo impatterebbe su quantità e qualità del mondo del lavoro, sulla fiscalità, sulla conoscenza e cultura degli individui coinvolti e dei territori, sull’incremento delle conoscenze e dei saperi nell’ambito di imprese e professioni, sul turismo, sulla logistica, sulla mobilità e gli interscambi di persone, beni, servizi, culture, sulla produttività delle imprese, sul costo dei semilavorati  in trasferta e dei prodotti finiti in entrata.

Quali sono le posizioni politiche nella prospettiva di questa discussione?

I parlamentari nazionali siciliani di Forza Italia, della Lega, di Italia Viva sostengono la realizzazione del Ponte del Mediterraneo e chiedono che, a partire da oggi, il ministro competente smetta gli approcci burocraticamente pilateschi e faccia chiarezza.

L’ex Ministro siciliano Stefania Prestigiacomo evidenzia, però, l’insidia contenuta nella relazione ministeriale: “Dal Documento emergerebbe la tesi a favore di una nuova soluzione a tre campate. Abbandonare un progetto che ha già superato tutti i vagli e gli approfondimenti scientifici (ed è stato appaltato al Consorzio Eurolink, nda) per un altro tutto da fare, sarebbe un modo burocratico ed ipocrita per mettere una pietra tombale sulla più importante opera infrastrutturale europea del prossimo futuro”.

Il ministro per il Sud, Mara Carfagna, evidenzia con questa dichiarazione il proprio punto di vista: “Il Ponte sullo stretto si può fare anche con fondi nazionali; personalmente ritengo che il Ponte si debba fare, che sia un’Opera strategica, che bisogna promuovere una sorta di patto politico largo, trasversale, su questo progetto, che consenta di iniziarlo ed anche di non abbandonarlo finché non sarà completato, inaugurato, e consegnato ai cittadini meridionali; il Ponte è una di quelle grandi Opere che cambiano un Paese”  “Tra gli altri interventi principali ci sono l’Alta Velocità sulla tratta Palermo\Messina\Catania, gli importanti investimenti sui Porti e sulle due Zone Economiche Speciali dell’Isola per un totale di 325 milioni di €; le aree interne siciliane avranno ossigeno attraverso una quota importante dei 300 milioni di € destinati al Sud”.

L’Amministratore Delegato di Webuild, Pietro Salini, ha dichiarato: ”Noi abbiamo fatto mille chilometri di ponte nella nostra storia imprenditoriale, compresi  due a campata unica tra i dieci  più grandi del mondo; quello sullo Stretto si può fare, è il solo Progetto cantierabile entro qualche mese, lo stavamo facendo, ci hanno fermati; è una sfida che insieme come italiani dobbiamo affrontare e vincere, lo dobbiamo ai Giovani di Calabria e Sicilia, in funzione di Futuro; si potrebbero creare presto 20.000 nuovi posti di lavoro”.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha aggiunto: “Noi vogliamo diventare il cuore del Mediterraneo; la piattaforma naturale delle navi che lo attraversano; non è possibile diventarlo senza il Corridoio di Alta Velocità\Capacità ferroviario e non ci può essere Alta Velocità se non si attraversa in tre minuti lo Stretto di Messina; il Mediterraneo è un Mare che unisce, dove passano le merci e dove non passano le merci, passano gli eserciti.” “Adesso serve la responsabilità di tutti, a cominciare dal Premier Draghi; il progetto c’è già, i fondi pure; c’è già un progetto esecutivo, perché continuare a perdere tempo?”

“Abbiamo posto la questione del Ponte ha dichiarato il vice Presidente della Regione Siciliana ed Assessore all’Economia Gaetano Armao; la Sicilia già ad Ottobre 2020 dalla Conferenza delle Regioni aveva ottenuto il sostegno per la realizzazione dell’Opera; oggi continua questa battaglia insieme alla Calabria; come Regione abbiamo detto al Governo che il Ponte sullo Stretto è imprescindibile”.

Per l’ex Ministro degli Interni Enzo Bianco, “il collegamento tra Calabria e Sicilia deve essere fatto presto e con esso anche la tratta siciliana dell’Alta Velocità”.

Il 29 Aprile i parlamentari nazionali calabresi e siciliani del Partito Democratico hanno preso posizione affermando che il programma di rilancio del Paese dopo la Pandemia “manca di un progetto simbolo: l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, che permette all’Italia di essere porta principale dell’Europa da e per il Mediterraneo, può e deve rappresentare quel simbolo che dia significato e prospettiva all’intero programma di ripresa elaborato in questi giorni dal Governo, come pure il completamento dell’Alta Velocità Salerno\Reggio Calabria”.

Infine importante appare l’opinione di Alberto Quadrio Curzio, Professore Emerito di Economia Politica all’Università Cattolica di Milano: “L’Italia non riparte se non riparte il suo Mezzogiorno; il Sud dell’Italia è una straordinaria piattaforma potenziale in vista dei grandi sviluppi previsti nel Mediterraneo orientale”

I tecnici ritengono che un’unica area metropolitana integrata dello Stretto, con i suoi circa 800.000 abitanti, costituirebbe un acceleratore di sviluppo più che proporzionale alla dimensione demografica.

L’importante avere chiaro e presente che i treni dell’Alta velocità e capacità, notoriamente inconsutili, arrivati da Torino a Reggio Calabria non potranno mai, senza collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto, arrivare in Sicilia e quelli eventualmente confinati al traffico siciliano non potranno in alcun modo arrivare nel resto dell’Italia e dell’Europa.

Per quanto attiene al finanziamento della realizzazione, i tecnici interpellati dal Ministero ritengono “più efficiente finanziare il sistema di attraversamento (guai a citare il vocabolo Ponte) interamente e trasparentemente a carico di finanza pubblica, anche in relazione ai benefici diffusi che l’opera ha sull’intero Paese”. Ciò non toglie che sia astrattamente possibile esaminare anche altre ipotesi: Il ricorso al Project Financing;  il ricorso ad una accisa sul costo del carburante venduto per un certo periodo di tempo in una certa area.

Al riguardo, il fatto politico positivo appare la circostanza che neanche la forza politica tradizionalmente meno favorevole alle Grandi opere infrastrutturali è, adesso, compattamente contraria; il Vice Ministro Cancelleri ha convintamente affermato il proprio “sì” alla realizzazione; anche Giuseppe Conte, nei suoi contatti informali, sembra suggerire che, nella nuova fase alla quale il Movimento 5 Stelle si approssima, bisognerà ragionare in termini meno ideologici.

Il parere di chi scrive, per il poco che possa valere:

il Ponte del Mediterraneo,  opera strategica per il Bene Comune Europeo, opera finanziariamente attiva, si annuncia come un incredibile moltiplicatore di ricchezza per il Paese;

opera simbolo dell’Italia che vuole ricominciare a crescere dopo la Pandemia, opera indispensabile al Mezzogiorno d’Italia per divenire Porta sud dell’Europa riaffermando l’importanza geostrategica dell’Italia, opera capace di agevolare la mescola di culture tra le collettività più intensamente attraversate; opera capace di contribuire a riqualificare lo stock infrastrutturale del Paese, mitigando i divari rispetto alle Regioni del Centro Nord, di rilanciare tutta l’economia del Mezzogiorno, quale  Regione Europea;

opera determinante per far divenire il Mezzogiorno Piattaforma logistica nel Mediterraneo di smistamento di semilavorati verso industrie manifatturiere dell’Europa continentale; capace di intercettare una porzione dell’importante traffico navale proveniente dal Medio Oriente, da Africa, da Indie e Cina, tramite il Canale di Suez; opera costituente una porzione del Corridoio europeo Augusta\Palermo verso Berlino\Helsinky, tanto quanto la Torino-Lione;

opera funzionale al corretto utilizzo della Rete TEN-T Scan\Med; (le reti Ten-T sono un insieme di infrastrutture, lineari e puntuali, considerate rilevanti a livello comunitario e la “Core Network” è costituita dai nodi urbani a maggiore densità abitativa, dai nodi intermodali di maggiore rilevanza e dalle relative connessioni);

opera pilastro funzionale al rilancio del Turismo nel Mezzogiorno; opera che presuppone il completamento contestuale alla sua realizzazione dell’Alta Velocità\Capacità della Salerno\Reggio Calabria e della Palermo\Catania\Messina, della Napoli Bari\Taranto (con le risorse non ancora impegnate del Fondo di Coesione 2014\2020) per collegare anche il Porto di Gioia Tauro e lo Stabilimento siderurgico di Taranto da riconvertire in termini di tutela dell’ambiente e la cui produzione potrebbe essere saturata dal cliente Ponte;

opera che prevede la creazione di circa 100.000 nuovi posti di lavoro per gli anni della realizzazione;  (nel Mezzogiorno servirebbe avvicinarsi, in termini di perequazione, all’obiettivo di tre occupati ogni quattro abitanti, situazione della quale godono le Regioni del Centro Nord d’Italia, invece dell’attuale percentuale di un occupato ogni due abitanti);

opera che suggerirebbe la presenza nel Mezzogiorno di tante imprese apportatrici delle più innovative tecnologie dell’intero pianeta, capaci di contaminare con i loro saperi le strutture imprenditoriali e professionali presenti sul territorio ed i Giovani che nel Mezzogiorno troveranno nuova occupazione; opera necessariamente ed opportunamente realizzata in modalità rispondenti al requisito Green.

Importante ricordare anche l’articolo 3 della Costituzione, con riferimento alle potenzialità alle quali hanno diritto tutti i cittadini, indifferentemente dal loro luogo di nascita.

Il premio per i comportamenti virtuosi dei Governanti che si impegnassero nel raggiungimento di questi traguardi dovrebbe consistere nel tasso più basso di disoccupazione generale, giovanile e femminile, rispetto al tasso medio europeo ed in un tasso più elevato di produttività generale per ora lavorata, con conseguente miglioramento del Prodotto interno lordo dell’area per gli anni delle realizzazioni, con tutti i positivi effetti che ne conseguono per le collettività in termini di Qualità della vita e di Bene Comune; nonché certamente non per ultimo, in un elemento agevolatore di un più rapido rientro del debito contratto per realizzare le infrastrutture proposte in questa Riflessione.

L’augurio da fare all’intero Paese è che i vari livelli della discussione pubblica ed infine delle decisioni politiche si svolgano sulla base di visione e valori, in spirito di verità, in ottica di Bene comune, con l’obiettivo di conseguire la migliore ripresa possibile dell’Italia con i mezzi, ingenti, disponibili a vantaggio del miglioramento della qualità della vita delle future generazioni di italiani – europei.

Il paradigma dell’Economia integrale è connotato da una speranza realistica: “l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente» (Laudato siis 58), perché «la speranza ci invita a riconoscere che c’è sempre una via d’uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi» (Ls 61); «non tutto è perduto, perché gli essere umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi» (Ls 205). (Citazione da una Riflessione di Don Antonio Mastantuono).

Massimo Maniscalco

 

P:S:  Si richiama il contenuto delle seguenti Riflessioni sul Tema pubblicate su questo sito, ove erano state esaminate e confutate le argomentazioni contrarie alla realizzazione dell’importante approntamento infrastrutturale:

Lo Sviluppo del Mezzogiorno, Next Generation Eu, le Infrastrutture, 6\12\2020;

Appunti per il Governo su Next Generation e PNRR, parte I, 16\2\ 2021; parte II, 23\2\2021;

Ancora sul Ponte del Mediterraneo, 7\4\2021;

Parliamo INSIEME di “efficienza” delle Infrastrutture, 14\4\2021;

Il Recovery Plan, il discorso di Mattarella, il Ponte”scomparso”, 27\4\2021

 

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