C’è un negazionismo esplicito ed uno strisciante. Quest’ultimo si esercita anche con il silenzio e la mancata diffusione di notizie e di dati. A differenza delle estate scorse, quando era oramai evidente l’effetto dei cambiamenti climatici sull’innalzamento verticoso delle temperature, il tema sembra rientrato completamente ed esclusivamente negli spazi dedicati alle previsioni del tempo.
Gli anni scorsi era tutta una notizia sulle nostre città trasformate in forni bollenti, sulla distribuzione gratuita delle bottigliette d’acqua a turisti e passanti, sul numero dei decessi provocati dalle continue bolle di calore. Quest’anno, invece, è solo un sostanziale silenzio nonostante il mese di luglio, anche in Italia, abbia segnato il superamento di ogni record storico in fatto di aumento della temperatura media.
L’unico membro del Governo che ne ha continuato a parlare è stato il Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin. Da tutti gli altri silenzio. Perché parlare di cambiamento climatico significa mettersi nella condizione di intervenire su quella quota parte delle cause addebitabili all’azione umana. A partire dei vecchi sistemi di produzione e di trasporto, in primis quello aereo, che vanno ad incidere sulle emissione delle sostanze nocive nell’atmosfera e responsabili dell’effetto serra.
Governo e struttura economica – produttiva sanno molto bene che la transizione ambientale necessaria richiede un cambio di paradigma che ha costi notevoli ed è destino ad incidere nel profondo, magari provocando la fuoriuscita dal mercato di vetuste attività inquinanti per la cui sostituzione è logico pensare a tempi non brevi e alle inevitabili conseguenze pure sul lavoro.
Quelli del Governo sanno benissimo tutto ciò, ma non sono disponibili a pagare il prezzo politico necessario e, allora, provano ad allontanare il più possibile il calice amaro della trasformazione. E così, meno se ne parla e meglio è. Poi, come in parte vale anche per quelli che continuano ad ammalarsi e a morire per il Covid, che continua a circolare in una sorta di ufficiale indifferenza, verrà il tempo dei dati e delle statistiche.