Approfittando della “favorevole circostanza” (si fa per dire) delle indagini giudiziarie a carico dei vertici della SOGEI, società convenzionata con il MEF da lunghi decenni, mi sono imbattuto in una miriade di enti, consorzi ed agenzie che “godono” in ogni senso di cospicui contributi, pubblici, in misura totale o parziale, il cui elenco non sarà mai esaustivo a causa della fantasia creativa del nostro sistema politico-istituzionale: CONSIP, ICE, SIMEST, CONI Servizi, Leonardo, Agenzia nazionale per gli armamenti, per la sicurezza Cyber, Beni sequestrati alle organizzazioni criminali, Cooperazione allo sviluppo, AGEA e ISMEA per il settore agricolo, ALES Arte lavoro servizi spa ( di cui non appaiono i curricula del CdA, gli anonimi Tagliaferri, Ciucciovino (sic !) e Interlandi), EQUITALIA, INVITALIA, Banco nazionale prova armi da fuoco portatili munizioni, Agenzie regionali di ogni specie, ecc.

Su tutto questo mare magnum è preposto a riferire al Parlamento il Ministro per la Pubblica amministrazione, avvalendosi del CONSOC, del quale non abbiamo notizie ufficiali, né della struttura (se partecipata o ordinario ufficio dirigenziale), né delle Relazioni che sono ferme al 2011 a riguardo dei bilanci e delle attività svolte dai consorzi a totale o parziale partecipazione da parte delle P. A. Che dire? Sto osando, oddio, entrare nei gangli “vitali” che servono a gestire i beni e servizi essenziali dello Stato ma che, in realtà, foraggiano molti conti in banca con risultati spesso poco brillanti e costi relativi a qualche miliardo annuo, di cui non è cosa semplice riuscire a farne la somma complessiva (ne faccio un cenno anche nel mio saggio “In-Out”). Ma è dato sapere che la presenza femminile è tuttora ai minimi termini, nonostante le disposizioni in tema di pari opportunità e la crescita culturale e manageriale della donna.

La mia proposta risale, in qualche modo, alla “questione morale” che sollevò Spadolini negli anni ’80, e che costituisce un po’ l’essenza della democrazia moderna: la trasparenza che manca nella designazione dei vertici, nel comunicare pubblicamente i costi ed i risultati delle distinte attività, ma soprattutto la vigilanza ministeriale sugli organi societari, che non siano chiamati a risponderne soltanto in via giudiziaria, ma costantemente in modo serio e professionale. Bensì si decida il Parlamento a svolgere quella funzione, imprescindibile, di controllo – dicasi sindacato ispettivo – sulla gestione amministrativa delle Pubbliche amministrazioni.

Siamo stanchi di dover attendere dall’autorità giudiziaria, dopo annosi processi, l’esito in merito alla correttezza o meno dell’uso del denaro pubblico; ma anche del moltiplicarsi degli enti pubblici (ora con la riforma della giustizia saranno triplicati i consigli della magistratura!), al solo fine clientelare o di una gestione leggera e spavalda delle scarse finanze statali. Inoltre, soltanto in Italia una società di capitali, come la SOGEI, può continuare a gestire i redditi della popolazione in forma monopolistica e continuativa da decenni! Non  sono un esperto contabile, né finanziario, e perciò mi astengo dal giudizio tecnico, ma appare molto strano che detta società si sia affermata, quasi imposta, fin dalla I Repubblica ad oggi attraverso ogni genere di esecutivo e maggioranza parlamentare. “E io pago!”, dice il comune, “gentile contribuente”, così definito dal nostro, attuale cosiddetto Fisco amico …

Michele Marino

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