Con soddisfazione e speranza, come la gran maggioranza dei cittadini italiani, ho visto il nascere   del Governo Draghi, chiamato a compiti di grande importanza e complessità, in una fase storica paragonabile al dopoguerra della II Guerra Mondiale. Allora, sotto la guida di De Gasperi e di tutti gli altri leader politici, uniti nell’impegno  della ricostruzione morale ed economica del Paese, l’Italia, una volta divenuta Repubblica,  finalmente risorse. Oggi la situazione richiede un impegno corale del Governo, del Parlamento, di tutte le Istituzioni e del Popolo.

Scrivo qui a titolo personale, pur citando la Fondazione Sorella Natura – FSN- di cui sono fondatore e presidente- per ricordare che fra i temi di vitale importanze c’è quello dello sviluppo sostenibile, possibile solo se veicolato da un’economia solidale, in una sintesi che, con la Fondazione Sorella  Natura  definiamo, da 30 anni, Saggia Ecologia.

Cioè una cultura  ambientale fondata su Etica, Scienza, Tecnologia ed ispirata al Cantico delle Creature di S. Francesco d’Assisi; una cultura ambientale che nulla ha a che fare con il chiassoso ambientalismo ideologico ed emotivo che ancor oggi, certo non come quello degli anni ’90, è presente nella società e nella politica.

In questi giorni avevo ascoltato, con preoccupazione, la richiesta di un super  ministero per la transizione ecologica, proveniente  da chi  aveva sempre opposto  dei no pregiudiziali alla transizione ecologica. Con Fondazione Sorella Natura abbiamo sostenuto, dagli anni ’90 (quanto era difficile farlo allora…!!!), che sul tema si dovesse passare dai no pregiudiziali ai si meditati con una sintesi espressa dalla Charta Deontologica dello Sviluppo Sostenibile*.

La richiesta dell’Istituzione di un super Ministero della Transizione Energetica era preoccupante oltre che politicamente, anche dal punto di vista legislativo, amministrativo, organizzativo: per far partire un ministero di tal fatta non sarebbe certo bastato un anno di lavoro preparatorio …avrebbe dato  luogo  all’inefficienza di una super burocrazia avvitantesi su se stessa …

La saggezza del Presidente Draghi ha evitato tutto ciò, conferendo al “vecchio” Ministero per l’Ambiente, Tutela del Territorio  e del Mare, la denominazione di Transizione Energetica; preannunciando al contempo la costituzione di un Comitato Interministeriale per  il Coordinamento della Transizione Energetica, che potrà subito attivarsi.

Inoltre, va salutata con grande fiducia l’ulteriore prova di saggezza che ha visto la nomina di due scienziati, Roberto Cingolani, al Ministero Transizione Ecologica –ex Ambiente –  e Enrico Giovannini  alle Infrastrutture e Trasporti e di un maneger, Vittorio Colao, all’Innovazione Tecnologica”.

La Transizione Energetica non sarà solo il passaggio all’idrogeno, specie idrogeno verde, alla mobilità alternativa, sia umana che trasporto merci – qui il progetto Pipe Net  sviluppato da Franco Cotana, scienziato di fama internazionale  e presidente del Comitato Scientifico di FSN potrà avere un grande ruolo -; dovrà, una volta per tutte, affrontare  il problema dello smaltimento dei rifiuti non riciclabili e farlo con un serio piano di termovalorizzazione; non potremo certo seguitare con le discariche e l’invio all’estero; dovrà affrontare il problema dell’acqua, pubblica ma non res nullius; dovrà affrontare la situazione ambientale del Nord industrializzato e del Sud, lasciato indietro: entrambi inquinati, divoratori di territori…

Dovrà sburocratizzare le normative ambientali a 360° gradi, a cominciare, con urgenza assoluta, dalla questione dello smaltimento delle macerie delle aree terremotate, rendendo le norme, chiare, facili e veloci da applicare, realmente  capaci di tutelare l’ambiente, consentendo il corretto sviluppo e coniugando, al rispetto  dell’ambiente e allo sviluppo, la tutela della salute e del lavoro.

Su tutte queste problematiche la squadra dei ministri  del Comitato Interministeriale per la Transizione Energetica, dovrà prendere decisioni  sistemiche, oggettivamente fondate, senza pensare che tutto si possa fare e, al contempo, senza la demagogia nei no pregiudiziali.

Si dovrà rispondere alle richieste dell’U.E. caratterizzando il  Recovery Plan dal punto di vista dello sviluppo sostenibile e dell’economia solidale.

Accanto agli impegni urgenti da affrontare va evidenziato che la Transizione Energetica, cui FSN ha dedicato grande attenzione con il suo Comitato Scientifico – oltre 50 accademici – e con Simposi e Convegni innumerevoli,  richiede seri studi, anni di impegni scientifici, tecnologici, economi ed educativi.

Non potrà certo avvenire con l’ottica “non nel mio giardino”, con slogan belli ma utopistici come “rifiuti zero”; neppure con “comitati contro”, cortei  e concerti …mai con il fare per il fare, a qualunque costo.

La Transizione Energetica è  macro problema ,   che esige anche di esser affrontato con un grande piano di educazione ambientale permanente, su questo i Ministri, questa volta “tecnici” della P.I. e dell’Università e Ricerca, dovranno dare un grande contributo.

Temo che senza dare a tutta la popolazione seria informazione/ istruzione sulle questioni ambientali, la transizione energetica, comportamentale, dei singoli cittadini non avverrà, pur dovendo esser a fondamento delle scelte  di chi Governa ( con la G maiuscola; di governi e governanti con la g minuscola ne abbiamo avut abbastanza).

Roberto Leoni

About Author