Articolo a firma di Bernd Debusmann Jr & Max Matza, liberamente tratto e tradotto dalla Bbc

Il dilemma se gli Stati Uniti debbano unirsi a Israele nell’attacco all’Iran o rimanere completamente fuori dall’offensiva ha messo in luce le divisioni tra i sostenitori del Presidente americano Donald Trump.

“Potrei farlo, potrei non farlo”, ha dichiarato mercoledì il Presidente repubblicano, rispondendo alla domanda se gli Stati Uniti si uniranno al conflitto prendendo di mira i siti nucleari iraniani.

Trump si è spesso scagliato contro le “stupide guerre senza fine” in Medio Oriente durante la campagna elettorale, ma ha anche sostenuto che l’Iran “non può avere un’arma nucleare”.

La possibilità che possa trascinare gli Stati Uniti in un altro coinvolgimento in terra straniera ha messo duramente l’una contro l’altra le ali isolazioniste e dei falchi del suo partito.

Tra coloro che hanno espresso dubbi sui piani nucleari dell’Iran c’è la direttrice dell’intelligence nazionale nominata da Trump, Tulsi Gabbard, che a marzo ha testimoniato davanti al Congresso che, sebbene l’uranio arricchito iraniano fosse al massimo storico, gli esperti non credevano che l’Iran stesse lavorando ad un’arma nucleare.

Il 10 giugno, appena tre giorni prima dell’inizio degli attacchi israeliani contro l’Iran, Gabbard pubblicò anche un video in cui avvertiva che “l’élite politica e i guerrafondai” stavano “fomentando incautamente paura e tensioni” che rischiavano di mettere il mondo “sull’orlo dell’annientamento nucleare”.

Il video di Gabbard e i suoi precedenti commenti hanno aperto una frattura tra lei e Trump, che, secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense Politico, “si sarebbe indignato” per il video.

“Non mi interessa cosa ha detto”, disse Trump ai giornalisti quando gli fu chiesto dei suoi precedenti commenti davanti al Congresso. “Penso che fossero molto vicini ad avere un’arma”.

In seguito la Gabbart accusò i media di aver estrapolato i suoi commenti dal contesto, dichiarando alla CNN di essere “sulla stessa lunghezza d’onda” di Trump.

Gabbard non era l’unica tra i repubblicani a criticare il potenziale coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto.

Martedì, il deputato repubblicano conservatore del Kentucky, Thomas Massie, si è schierato con i Democratici per presentare un disegno di legge che impedirebbe a Trump di impegnare le forze statunitensi in “ostilità non autorizzate” con l’Iran senza l’approvazione del Congresso.

“Questa non è la nostra guerra. Anche se lo fosse, il Congresso deve decidere su tali questioni secondo la nostra Costituzione”, ha scritto Massie su X.

Diversi sostenitori della dottrina “America First” di Trump hanno sottolineato che si è impegnato a tenere gli Stati Uniti fuori da “guerre esterne” come quelle che hanno portato alla morte di migliaia di soldati statunitensi in Afghanistan e Iraq.

L’ex conduttore di Fox News, Tucker Carlson, ha chiesto agli Stati Uniti di rimanere fuori dal conflitto con l’Iran. Nel suo podcast, ha attaccato duramente i “guerrafondai” repubblicani, provocando una reprinand da parte di Trump, che ha definito Carlson “pazzo”.

La deputata della Georgia e fedelissima di Trump, Marjorie Taylor Greene, è intervenuta in difesa di Carlson in una rottura decisamente insolita con il Presidente. Ha affermato che chiunque sostenesse un simile intervento non era di  “America First”.

Le tensioni sono esplose in una lite accesa martedì durante un’intervista tra Carlson e il senatore texano Ted Cruz, un falco. Cruz si è messo sulla difensiva quando gli è stato chiesto se conoscesse la popolazione e la composizione etnica dell’Iran. Carlson ha detto: “Sei un senatore che chiede il rovesciamento del governo e non sai nulla di quel Paese!”. Cruz ha ribattuto: “No, tu non sai nulla del Paese!”

Steve Bannon, ex stratega politico di Trump, ha sostenuto nel podcast di Carlson che consentire allo “deep state” di trascinare gli Stati Uniti in una guerra con l’Iran avrebbe “fatto saltare in aria” la coalizione dei sostenitori di Trump. “Se veniamo risucchiati in questa guerra, che sembra inesorabilmente destinata a scoppiare sul fronte bellico, non solo farà saltare in aria la coalizione, ma ostacolerà anche la cosa più importante, ovvero la deportazione degli invasori stranieri illegali che si trovano qui”, ha affermato.

Mercoledì, tuttavia, Bannon è sembrato ammorbidire leggermente i toni, dicendo ai partecipanti a un evento del Christian Science Monitor che l’ala MAGA dei suoi sostenitori si sarebbe fidata del suo giudizio se avesse deciso di impegnare le forze statunitensi.

Un altro commentatore politico conservatore, Charlie Kirk – che si descrive più vicino alla parte “isolazionista” del dibattito – ha affermato su X che Trump è “pragmatico” e apprezza il “buon senso”.” Non so se il presidente Trump sceglierà di coinvolgere l’America contro l’Iran”, ha scritto Kirk. “Ma è un uomo di cui mi fido e che prenderà questa decisione”.

Il senatore del Kentucky Mitch McConnell ha affermato che è stata “una brutta settimana per gli isolazionisti” del Partito. “Quello che sta succedendo qui è che alcuni membri del movimento isolazionista guidato da Tucker Carlson e Steve Bannon sono preoccupati che potremmo aiutare gli israeliani a sconfiggere gli iraniani”, ha detto McConnell alla CNN.

Altri falchi del partito stanno incitando Trump a prendere di mira l’Iran. La senatrice della Carolina del Sud Lindsey Graham ha affermato che è nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti impedire all’Iran di ottenere una bomba nucleare. Teheran sostiene che il suo programma nucleare è per scopi pacifici e civili, come l’energia.

“Il presidente Trump comprende la minaccia che l’ayatollah [la Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei] rappresenta per noi, non solo per Israele, e che, alla fine, aiuterà Israele a portare a termine il lavoro”, ha detto Graham a Fox News.

Il vicepresidente JD Vance, cercando di colmare il divario, ha affermato in un post sui social media che Trump “potrebbe decidere di dover intraprendere ulteriori azioni per porre fine all’arricchimento iraniano”. “Questa decisione spetta in ultima analisi al Presidente”, ha aggiunto. “E naturalmente, le persone hanno ragione a preoccuparsi del coinvolgimento con l’estero dopo gli ultimi 25 anni di politica estera idiota”.

Un sondaggio d’opinione condotto negli ultimi giorni indica che gli elettori di Trump sosterrebbero ampiamente gli Stati Uniti nell’aiutare Israele ad attaccare l’Iran.

Il sondaggio di Gray House ha rilevato che il 79% degli intervistati sosterrebbe la fornitura da parte degli Stati Uniti di armi offensive a Israele per colpire obiettivi militari iraniani. Circa l’89% si è detto preoccupato che l’Iran ottenga bombe atomiche.

Sulla piattaforma social Trump’s Truth, Tuttavia, in molti hanno espresso preoccupazione per il fatto che gli Stati Uniti potrebbero ritrovarsi nuovamente coinvolti in un conflitto mediorientale a migliaia di chilometri di distanza. (…)

Durante la campagna elettorale per la Casa Bianca a settembre, Trump ha dichiarato: “Ripristineremo rapidamente la stabilità in Medio Oriente. E riporteremo la pace nel mondo”.

Con il conflitto Iran-Israele sul filo del rasoio, la questione se il Presidente degli Stati Uniti sia un isolazionista o un interventista potrebbe trovare risposta prima del previsto.

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