A milioni di americani piace mangiare italiano, eppure il loro Presidente Donald Trump applicando dazi all’import alimentare li castiga. I dazi di Donald Trump peseranno per 2 miliardi di euro sul cibo Made in Italy. Il Presidente parla di dazi del 25% sulle esportazioni agroalimentari negli Usa, situazione che delinea una grave batosta per i consumatori. Sul mercato Usa i prodotti italiani sono molto apprezzati come dimostrato, del resto, dalle iniziative promozionali che si svolgono durante l’anno nelle varie città.
Già con il primo mandato di Trump l’export era sceso, ma ora con nuove tariffe aggiuntive il quadro che si delinea è ancora peggiore. A sostenerlo c’è anche un’analisi di Coldiretti su dati Istat. Se i dazi dovessero interessare l’intero settore, il costo stimato per le singole filiere sarebbe di 500 milioni per il vino, 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi. Sono prodotti ottenuti con certificazioni di qualità e buoni standard ambientali e ben visti dai giovani. La filiera sostenibile con i soldi pubblici e privati spesi subisce un rovescio incredibile. D’altra parte il Made in Italy di qualità dalle campagne alla grande distribuzione è associato allo sforzo di economia circolare che faticosamente si sta costruendo.
I dazi sarebbero una vera stangata con il crollo degli acquisti. Un film già visto con la precedente presidenza Trump. Allora si ebbero contrazioni fino al 20 % su una vasta gamma di prodotti apprezzati dai consumatori Usa. “ L’imposizione di dazi sulle nostre esportazioni aprirebbe uno scenario preoccupante, tanto più in considerazione dell’importanza che il mercato statunitense ha per le nostre produzioni agroalimentari e non solo” dice Ettore Prandini presidente di Coldiretti . Negli Usa il Made in Italy a tavola è cresciuto del 17% contro un calo generalizzato di oltre il 3% dell’export italiano. Il cibo è un simbolo dell’economia del Paese con effetti sulle abitudini alimentari di milioni di persone. Una guerra commerciale avrebbe effetti devastanti.
Peraltro c’è da capire quale potrebbe essere la ritorsione dell’Unione Europea all’imposizione dei dazi Usa, si chiedono i coltivatori italiani. Sempre ricordando la precedente presidenza Trump, l’Europa impose tariffe del 25% su prodotti americani come ketchup, noccioline, cotone e patate, frumento, tabacco, cacao. Ma l’agroalimentare italiano ha caratteristiche diverse da quello di altri paesi dell’Ue. E anche nel caso di unna trattativa diretta Italia-Usa sui dazi prossimi venturi, resta da capire cosa sono in grado di dire la premier Giorgia Meloni e il suo Ministro dell’Agricoltura su prodotti difesi a spada tratta come simbolo di italianità e di sovranità. Il rischio di toppare è molto reale.
Nunzio Ingiusto