Come in ogni “favola terrestre” che si rispetti … dopo tre anni abbondanti di guerra, distruzione, miseria, vittime incalcolabili di ogni età ed in particolare due generazioni di giovani, tanto russi quanto ucraini, spediti allo sbando e al reciproco massacro, ecco il miracoloso sopravvento di sua maestà, il mega-presidente galattico, accompagnato dal proprio cavalier d’armi e di ventura dall’intelligenza artificiale, Elon, che scendono improvvisamente e inaspettatamente sul pianeta terra per annunciare a noi tutti, comuni mortali: la pace. Non importa se giusta e condivisa, anzi quasi all’insaputa del popolo aggredito, dicasi gli ucraini.
E subito, la gran parte dei politici, esperti (o presunti tali), opinionisti e giornalisti vari, si schierano dalla parte del Salvatore delle patrie … per rendere nuovamente grande un’altra nazione: la sua, gli U. S. A. Non importa se è l’opposto di quanto l’amministrazione statunitense ha fatto – e condiviso sia il governo italiano che l’U.E. – investendo ingenti somme di denaro pubblico in armamenti e sacrificando parimenti per le spese sociali! Non importa neanche che l’Europa venga isolata, checché ne abbia immaginato il presidente Meloni, battutasi strenuamente contro quella aggressione che ora non conta più per il super-Dio Donald, né tantomeno per il suo alleato-amico Putin: prima l’America ed … ex aequo la Russia. Noi al palo come sempre … castigati europei, prima alle spese militari, poi a contribuire alla ricostruzione, muti e zitti.
Piano piano non valgono più nulla le battaglie per la libertà e l’indipendenza dei popoli, evocate in ogni piazza e sala televisiva da destra e manca, né ci ricordiamo affatto delle affermazioni per cui la guerra “non è ancora persa e ci batteremo fino alla fine per l’Ucraina”. E poi che “Zelensky è un paladino della libertà” .. mentre ora un “mediocre comico” che ha usurpato la carica di presidente.
La morale della favola: chi non ha l’anello al naso capisce bene che conta dividersi le Terre rare con le preziose miniere annesse e quindi spartirsi gli interessi economici che produrranno le energie fossili e non rinnovabili, il cui costo peserà soprattutto sull’Italia, priva di fonti energetiche. Ed il paradosso? Dopo centinaia di sanzioni e direttive di ogni genere a danno dell’economia russa, che non ne ha risentito quasi per nulla, dobbiamo assistere paradossalmente ad una sorta di premio per l’aggressore.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio (dirlo a Giorgia …)
Michele Marino