Disuguaglianze e solitudine, salute mentale e disabilità, violenza sulle donne e migrazioni, malattia e guerra: in sintesi la cultura dello scarto, i grandi peccati di questo tempo, secondo l’efficace definizione di Papa Francesco. Un tempo bizzarro ci fa riflettere su questi drammi, ci prende per l’elezione del nuovo Papa ma ci invita anche a una raffinata selezione di cinema che li racconta i drammi. Invogliati ad assistere alla Rassegna “ Tulipani di seta nera ”al Cinema Moderno di Roma, in Piazza della Repubblica, per vedere proiettati cortometraggi di qualità ispirati da tutto ciò che l’umanità in una dimensione sempre più misera, riesce a compiere.

La rassegna è dentro il Festival Internazionale del Film Corto, evento annuale organizzato dall’Associazione L’Università Cerca Lavoro (UCL). Sono selezionati audiovisivi brevi di interesse sociale come rappresentazione di un mondo lanciato verso la catastrofe con l’orrendo fondale dei cambiamenti climatici. In altre parole un cinema d’autore che supera la percezione delle brutture del pianeta. Tutto questo è stato sintetizzato bene da Monsignor Giovanni Fusco, docente dell’Università Lumsa: “ Papa Francesco ha valorizzato le periferie del mondo e le periferie antropologiche. Credo che anche il cinema possa essere un ulteriore veicolo di superamento della cultura dello scarto”. E si, perché le diversità non sono mai un impoverimento. Fino al 10 maggio assisteremo, dunque, a opere cinematografiche selezionate per non farci chiudere gli occhi.

L’edizione 2025 della Rassegna è stata presentata alla stampa da Diego Righini, Presidente e Paola Tassone, Direttrice artistica. Ancora una volta si rinnova la dedizione allo sviluppo della cultura umanitaria con opere che sono la “ denuncia visiva di ciò che alcuni preferirebbero rimuovere” è stato detto. Autori, attori sceneggiatori si impegnano e si presentano non tanto e non solo perché il filo conduttore della Rassegna “abbraccia l’eredità testamentaria di Papa Francesco”. No, la cultura può rappresentare i bisogni veri della gente; la finzione è arte senza confini.

Un messaggio espresso anche da Lorena Bianchetti, volto noto della Tv. “ Papa Francesco ha chiesto la pace, ha chiesto di mettere fine alla guerra, ha parlato del mercato delle armi, usando l’espressione infantilismo bellico. Noi dobbiamo recuperare il silenzio che ci permette di ascoltare l’altro e di accogliere l’altro. Questo festival è un appuntamento significativo per accendere i riflettori su quella che viene chiamata fragilità e che a mio avviso invece è autenticità ”.

Tulipani di Seta Nera ha visto una grande partecipazione internazionale, con ben 500 opere iscritte nelle sue quattro sezioni: 300 cortometraggi, 70 documentari, 80 SocialClip e 50 digital series, provenienti da tutto il mondo. 97 opere sono state selezionate per il Premio sorriso Rai Cinema Channel e sono visibili sulla piattaforma Rai Cinema Channel fino a domenica 11 maggio. Quindi, il vincitore che sarà scelto basandosi sul numero di visualizzazioni. Queste le opere finaliste. Per la sezione dei Cortometraggi, con direttore artistico Paola Tassone e presidente di giuria Giovanni Veronesi i corti finalisti sono: “Amina” di Serena Tondo; “Fiabexit” di Lorenzo Giovenga e Giuliano Giacomelli; “2020: Odissea nello spazio Covid” di Pierfrancesco Campanella; “Gli Elefanti” di Antonio Maria Castaldo; “La legge del mercato” di Alessandro Panza; “La vie en rouge” di Andrea Fornalè; “L’acquario” di Gianluca Zonta; “L’ultimo sogno” di Davide Maria Marucci; “Mercato libero” di Giuseppe Cacace; “Milo” di Daniele Fabietti; “Ronzio” di Niccolò Donatini; “Rosetta” di Vincenzo Palazzo; “Vivremo nelle pareti” di Rocco Anelli. Per i Documentari il direttore artistico è Christian Carmosino Mereu, mentre il presidente di giuria è Mariangela Barbanente. I 7 finalisti selezionati sono : “Jawhara Insha’allah” di Arianna Proietti Mancini e Claudia Paola Sagona; “L’ultima veglia” di Nicolò Ribolla; “Persone” di Carlo A. Bachschmidt; “R_evolucion” di Jacopo Brucculeri e Gianluca Paolisso; “Sbam” di Diego Monfredini; “Se io non dimentico” di Vincenzo de Caro; “Tineret” di Nicolò Ballante. La sezione Social Clip è guidata da Claudio Guerrini, mentre la giuria è capitanata da Silvia Salemi con questi finalisti: “Blood Soaked Earth” di Marco Ferrara; “Come Paride” di Marina Fastoso; “I nostri fiori” di Virginia Imbimbo; “Il futuro è degli ingenui” di Luca Bizzi; “Jay” di Francesca Alotta e Andrea Dathe Martelli; “Le pasticche” di Riccardo Andreani; “Noche que se va” di Luca Maffoni; “Rosso” di Patrizia Di Martino; “Sono come te” di Beppe Stanco & Simone Forti; “Vivi se ne va” di Viviana Iannizzi. Infine, la sezione Digital Serie – Janet De Nardis direttore artistico e Vincent Riotta Presidente di giuria- con i selezionati per la finale :“Dammi il la” di Daniele Chiariello, “Discreet” di Sophia Belahmer e Juliette Gosselin; “Memories of a forgotten child” di Lars Smekal; “Never too late” di Lorenzo Vignolo e Salvatore De Chirico; “Power up” di Rose of Dolls e Oliver Mend; “Prayer international series” di Young Man Kang; “The meteorites” di Nadia Louis-Desmarchais; “We are fearless” di Raffaele Iardino, Gianmaria Fiorillo, Raffaele Ciriello e Antonio Zannone. Uno sforzo organizzativo e di contenuti che Papa Francesco avrebbe apprezzato senza nessuna esitazione.

Nunzio Ingiusto

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