“Tutti al mare”. Fu l’invito di Bettino Craxi nel 1991 per provare a non far raggiungere il quorum necessario ad abrogare la Legge sul numero delle preferenze previste per le elezione dei deputati. Sembrava un referendum minore e che, quindi, quell’invito avrebbe avuto successo, complice pure la buona stagione.
Anche quella volta, guarda caso, il referendum si teneva un 9 di giugno come accadrà tra meno di un mese per la verifica referendaria di quattro provvedimenti sul Lavoro, a partire dal famigerato articolo 18, ed uno sulla riduzione degli anni necessari per ottenere la cittadinanza italiana.
Fu un disastro per Craxi, visto che votò il 62,6% e la preferenza plurima per il Parlamento venne cancellata dal 95,6% di quanti si recarono alle urne. In gran parte per votargli contro. Secondo alcuni bisognerebbe andare a quel risultato per sentire i primi rintocchi delle campane a morte per la cosiddetta Prima Repubblica.
Ma Craxi faceva la sua parte politica. Era il Segretario del Psi e non aveva incarichi istituzionali. Diversa la condizione di Ignazio La Russa che, da Presidente del Senato, ha fatto lo stesso invito per il referendum sul Lavoro e sulla cittadinanza.
Né a Craxi né a La Russa le mamme dissero che il bagno in mare si fa solo il 24 giugno, come soleva suggerire la saggezza delle vecchie generazioni.
Ma parlando di cose serie, come non chiederci come mai la seconda carica dello Stato sembra dimenticare l’art. 48 della Costituzione secondo cui l’esercizio del voto “è dovere civico”. E’ molto grave che questi esponenti della destra, per quanto cresciuti della cultura che dovette essere sconfitta per avere la nostra Carta fondamentale, ignorino il minimo richiesto dai fondamentali della nostra democrazia.
Dal Senato fanno sapere che, a differenza del Capo dello Stato, i Presidenti di Camera e Senato non sono tenuti a sospendere la loro associazione al partito di provenienza. Ma questo cosa significa? Se non la conferma che questa destra, oltre ad ignorare il “galateo” della politica, che ha visto i predecessori alla guida dei rami del Parlamento assumere sempre una postura dal di sopra delle parti, a dispetto del decisionismo di cui si vanta, fugge di fronte ad un quesito referendario tanto importante per non dirci neppure cosa ne pensi. La stessa “fuga” politica di Forza Italia.