Qualcosa si muove per il mondo del lavoro, tra riforme annunciate, modifiche normative in corso, sostegni, ammortizzatori sociali, blocco totale o parziale dei licenziamenti, nuovi centri per l’impiego.

La disastrosa esperienza dei “navigator” immaginata dai grillini in vigenza del governo Conte volge al termine dopo il commissariamento della “Agenzia nazionale per le politiche attive” e le migliaia di ragazzi assunti per avviare al lavoro i percettori dei redditi di cittadinanza ora sono a loro volta in attesa di conoscere la loro sorte. Intanto si sono spesi un sacco di soldi (a debito) per questa idea che avrebbe dovuto concorrere “a sconfiggere la povertà” secondo i suoi ideatori e lo stesso reddito di cittadinanza si è rivelato per quello che è: un contrasto alle marginalità e non certo uno strumento per creare occupazione.  Per non dire dell’ennesimo conflitto tra Stato e Regioni innescato da questa trovata. Citavano l’esempio della Germania di vent’anni or sono gli inventori dei “navigator” ma i tedeschi hanno impiegato quattro anni per attuare il loro progetto, peraltro con un sistema di istruzione professionale ben diverso. Noi volevamo fare tutto in sei mesi: le nozze con i fichi secchi, quando la politica è in mano agli incompetenti.

Ora che il cambiamento è in corso e la ripresa economica è alle porte cominciano a delinearsi proposte ben diverse per affrontare il problema della disoccupazione, in primo luogo quella giovanile e delle donne il cui ingresso nel mercato del lavoro rappresenta una priorità assoluta per il Paese. Siamo infatti tra gli ultimi in Europa per queste possibilità di accesso e il confronto con i Paesi del nord è disarmante.

Tra queste proposte è da segnalare una iniziativa fortemente innovativa avviata a Milano attraverso i piani dei centri per l’impiego del Ministero del Lavoro con la Regione Lombardia. Si tratta di una azienda speciale consortile nata dalla fusione delle agenzie territoriali, accreditata presso la Regione Lombardia e alla quale partecipano i Comuni, ovviamente quello di Milano in testa. Si tratta di Afol Metropolitana e che vede la presenza tra gli amministratori del noto giuslavorista professor Pietro Ichino.

Il riferimento territoriale è un’area ampia come la città metropolitana e prevede non solo le attività di istituto proprie del centri ma anche corsi di aggiornamento, formazione, tutoraggio, utilizzo delle tecnologie digitali  informatiche, tirocini, pre-selezioni per le imprese che cercano personale, attività di orientamento specialistico e tutto con il coinvolgimento delle aziende, dalle PMI alle grandi  imprese strutturate sul territorio e quindi  con la possibilità di impiegare risorse adeguate.

Vedere il modello di questa evoluzione dei centri per l’impiego, e i settori che coinvolge, dalla meccanica alla ristorazione, dal software alle costruzioni, dalla logistica alla moda, suggerisce l’idea di vedere almeno in futuro il coinvolgimento anche della scuola, non solo gli istituti professionali ma tutti i corsi per le sempre più necessarie iniziative di post diploma.

Un governo del territorio ordinato ed efficiente, in capo alle Regioni e ai Comuni tra loro consorziati ed in stretta collaborazione con le imprese e la scuola, potrebbe così consentire di disporre di uno strumento aggiornato e potente per affrontare seriamente una volta per tutte il problema della ricerca del posto di lavoro e nello stesso tempo della disponibilità delle figure  richieste.

Guido Puccio

 

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