L’autonomia costituisce una delle cifre più importanti del nostro progetto. Un atteggiamento che ci pone in alternativa a tutto il sistema politico sempre più sfilacciato e decotto e che viene direttamente dalla nostra ispirazione e dai contenuti programmatici che da essa discendono. Siamo alternativi agli altri partiti perché elaboratori di una proposta diversa che offriamo al mondo cattolico e ai laici interessati a un rinnovato impegno politico.

Crediamo davvero nella necessità di superare la dicotomia tra i cattolici “del sociale” e “quelli della morale” per due ordini di motivi. Non intendiamo disgiungere l’impegno per la vita, per la famiglia e per sostenere la nostra visione sulle questioni eticamente sensibili da quello, altrettante forte e determinato, che discende dalla necessità di far ritrovare a questo Paese il senso della Solidarietà e dell’impegno per la Giustizia sociale. Inoltre, constatiamo come, a seguito dell’evoluzione del mondo occidentale, anche molte delle questioni economiche, finanziarie e sociali siano divenute morali perché, andando al cuore dei problemi da affrontare, pongono quotidianamente il quesito della scelta tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto. Anche i sostenitori dell’unica ideologia oggi rimasta, quella del liberalismo economico, sono costretti a constatare come la cosiddetta finanziarizzazione abbia definitivamente abbandonato quelle basi che vedevano anche una particolare etica tra le componenti che giustificavano, persino spiegavano, l’operatività economica.

A differenza di quello che pensano tante anime candide, speriamo comunque che non scompaiano mai del tutto, non sono solamente le enunciazioni di principi a modificare stati d’animo e comportamenti collettivi, bensì gli interventi concreti che riguardano in primo luogo il mondo della Politica e delle istituzioni. Una Politica che diventa solamente battaglia di schieramento, vuota retorica, occasione di ridurre tutto a promesse irrealizzabili, strumentalizzazione di sentimenti popolari diffusi non guidati con saggezza, perpetua il distacco tra un modello di società matura e consapevole con quella reale, liquefatta e parcellizzata come quella di cui, oggi, ci troviamo a far parte.

Ecco perché la nostra autonomia parte da certi contenuti e non da altri, cui poi si deve aggiungere il linguaggio il metodo e il modello organizzativo e partecipativo. L’obiettivo è quello di convergere per riannodare i fili spezzati sulla base della ripresa di un “ragionare politico” che, forse, è la cosa maggiormente smarrita all’interno del mondo cattolico, ma non solo, negli ultimi 25 anni. Eppure, parliamo di un popolo che sempre nei secoli si è distinto per una capacità politica “sapienziale”, persino istintiva, nel saper creare rapporti, sviluppare relazioni e, quindi, sostenere una costante apertura verso l’altro, persino nei confronti dello straniero o di chi è stato avversario fino al giorno prima.

E’ questo un elemento che vogliamo riscoprire e sostenere a maggior ragione nel momento in cui, dando vita a un vero e proprio partito, riflettiamo sui prossimi appuntamenti elettorali che vedranno coinvolte tra le più importanti città d’Italia e, poi, il rinnovo di Senato e Camera.

La creazione da parte di Insieme dei dipartimenti, cogliendo anche tutte le interconnessioni che le tematiche da essi seguiti richiamano, si sta già riempiendo di sostanza perché siamo consapevoli che dobbiamo presentarci dinanzi al corpo elettorale, a qualunque livello questo avvenga, con delle cose da dire che non riguardino solo gli equilibrismi politici, bensì la sostanza dei problemi che interessano i cittadini. La nostra dicitura, e il nostro partito è l’unico a presentarsi in questo modo, non si limita a presentare un “marchio” elettorale, non si limita al nostro INSIEME, al quale abbiamo aggiunto “lavoro e famiglia solidarietà e pace”.

I nostri amici che stanno ragionando nelle loro città in vista del rinnovo delle municipalità del 2021, lo fanno quelli di Roma, come quelli di Milano, di Napoli, Torino e Bologna, partono da questo stesso presupposto: studiare i problemi della città. Si tratta di offrire soluzioni, anche innovative se non addirittura rivoluzionarie come richiederebbero, ad esempio, le condizioni di Roma e di Milano, per farle diventare quello che davvero meriterebbero: città dagli standard europei, città eque e sostenibili per tutti, elemento propulsivo delle realtà che ad esse fanno riferimento e non entità autoreferenziali ed assorbenti, in qualche modo persino vessatorie e predatrici dei territori loro circostanti.

Leggiamo i giornali e seguiamo il dibattito politico che riguarda il fervore con cui si preparano le candidature o il modo in cui i partiti tradizionali provano a raccogliere i voti tra un elettorato stanco e sfiduciato. Questa, però, è cosa che ci appassiona poco. Sappiamo che dobbiamo fare i conti con gli altri. Al tempo stesso, riteniamo che ciò che più conti sia il seguire le dinamiche di un “fare” politico diverso. E’ su questo che misureremo il nostro eventuale modo di partecipare alle elezioni e di essere presenti sulla scheda elettorale.

Siamo certi però che la cosa importante sia il lavorare alla creazione di un’area più vasta, fatta di contenuti e di civismo. Quel civismo vero perché espressione delle forze emanazione e rappresentanza della vitalità sociale, economica e civile e non le liste cosiddette “civetta” che tutti i partiti in piena crisi di ossigenazione elettorale allestiscono oramai da tempo, sostanzialmente imbrogliando gli elettori.

Su questa base non abbiamo prevenzione nei confronti di nessuno. Al tempo stesso, riteniamo che ciò che di novità rappresentiamo non possa essere barattato per qualche posto da ottenere solo perché inseriti in coalizioni allestite da altri perdendo di vista il progetto più ambizioso che ci ha portato a costruire il partito Insieme.

Non è stato il medico ad ordinarci di impegnarci politicamente e, sicuramente, non lo facciamo per assicurare uno sbocco alle ambizioni elettorali di qualcuno né per metterci al servizio di altri partiti o schieramenti.

Il nostro obiettivo è quello di trasformare anche le città in cui viviamo. Per questo siamo disponibili a dialogare e confrontarci con chiunque sia interessato a convergere su un programma rigenerativo capace di superare le vecchie gestioni  locali che hanno mostrato di seguire gli stessi vizi e ritardi di quella nazionale.

Guardando all’appuntamento delle elezioni amministrative non ci poniamo la domanda del con chi sia più conveniente schierarci. Sappiamo che l’Italia ha bisogno di un impegno pubblico generoso che si preoccupi di seguire un modo nuovo di amministrare le città, di utilizzare le municipalizzate, di affrontare le questioni urbanistiche da cui dipendono la prospettiva, oltre che l’immagine dei nuclei urbani, superare gli storici ritardi in materia di habitat e di rifiuti, di mettere la struttura pubblica a disposizione dei cittadini e non il contrario.

Contiamo sul fatto che sempre in più numerosi ci si renda conto di quanto sia necessario, a tutti i livelli, creare un “baricentro” politico istituzionale in grado di superare, a partire dai territori, le vecchie logiche della vecchia politica. Se novità si vuole rappresentare, bisogna che questa debba essere novità vera.

Per questo può essere utile ragionare attorno alla creazione di autentiche “liste civiche” cittadine per innescare un processo di trasformazione che, ne siamo consapevoli, non possiamo certo avviare da soli, ma assieme a tutti coloro che credono ancora che il nostro Paese e le nostra comunità locali possano “ricominciare”…

Giancarlo Infante

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