In vista del voto del 12 e 13 febbraio, Claudio Gessi, Direttore della Commissione regionale per la Pastorale sociale e il lavoro del Lazio, ha scritto il seguente intervento pubblicato su Lazio Sette, supplemento di Avvenire, e con il quale ricorda l’intervento di Gianrico Ruzza, vescovo delegato per il Lazio della Pastorale sociale
Il Lazio, congiuntamente alla Lombardia, il 12 e 13 febbraio prossimi, sarà chiamato al voto per l’elezione del nuovo Governatore e il rinnovo del Consiglio regionale. La tornata elettorale, riguardando le due regioni guida del nostro paese, una per il suo rilievo economico, l’altra per la sua centralità istituzionale, assume una forte rilevanza, amplificata dal fatto che viene a cadere a distanza di pochi mesi dalle recenti consultazioni politiche, che hanno segnato un cambio radicale alla guida del paese.
La complessa situazione sociale del paese, tra gli ultimi in Europa per crescita dei salari, con l’ascensore sociale bloccato da troppi anni ed una povertà che assume livelli drammatici (2 milioni di famiglie, oltre 5,5 milioni di cittadini sotto il livello minimo di sussistenza) richiederebbe un clima di confronto e collaborazione costruttiva per il bene del paese. Invece il quadro politico segna l’ennesima situazione di scontro aperto tra le parti. Sarebbe utile ristudiare il clima degli anni 1946/1947, quando una classe politica, divisa profondamente dalle proprie ideologie
e aspirazioni, mise da parte ogni pregiudiziale per il bene di un paese uscito distrutto dalla Seconda guerra mondiale ed elaborò una straordinaria Carta Costituzionale, di cui abbiamo festeggiato l’ottantesimo anniversario della sua entrata in vigore (1 gennaio 1948).
La Costituzione fu il terreno fertile dove sviluppare la nascente democrazia e il piano di rilancio e sviluppo dell’Italia. Oggi siamo lontanissimi da quel clima. Cresce sempre di più la disaffezione verso la politica, segnata da un aumento sensibile dei livelli di non partecipazione. Tutti gli studi sull’esame del voto affermano che la maggioranza di coloro che non si sono recati alle urne appartengono a quel “mondo cattolico” in gran parte deluso dall’attuale rappresentanza politica non vedendo alcuna realtà politica coerente con i principi della Dottrina sociale della Chiesa.
Come pastorale sociale del Lazio stiamo analizzando questo tema per individuare idonei percorsi e strumenti di riflessione, educazione e formazione. «Oggi più che mai vanno superate barriere ideologiche per una condivisione costruttiva su temi che non possono essere più relegati a una parte o un’altra, ma che hanno un’urgenza civica trasversale, fanno cioè parte della realizzazione del bene comune. Qualunque sia l’esito elettorale l’augurio è che gli eletti promuovano e difendano la persona in ogni momento della vita, con riguardo particolare ai più fragili», ha sottolineato Gianrico Ruzza, vescovo delegato per il Lazio della Pastorale sociale. «Questo si può realizzare a partire dall’emergenza educativa che richiede lo sforzo deciso per custodire gli adolescenti dai molteplici rischi di dipendenza, quali stupefacenti e gioco d’azzardo», ha aggiunto Ruzza.
Si tratta infatti di «condizioni che aggravano il crescente rischio di marginalità sociale con l’incremento dei disagi psicologici e psichici, osservati nei ragazzi, oltre che negli adulti». A tutto ciò si aggiunge il fatto che «sulle famiglie, affaticate dalle difficoltà economiche e dalla crisi energetica, incombe il problema della stabilità lavorativa che blocca i progetti famigliari dei più giovani. Anche l’integrazione delle persone provenienti da altri paesi richiede percorsi che consolidino l’appartenenza sociale di chi qui cerca un futuro». Inoltre, fa notare il presule «non va dimenticata la
condizione degli anziani, spesso soli e malati: per loro – e più in generale – per tutti vanno incrementate possibilità di assistenza domestica nei percorsi terapeutici e iniziative di vitalità sociale. Va ricordato che la cura delle relazioni si integra con quella della cosa comune: la transizione ecologica e l’economia circolare garantiscono lo sviluppo economico e la crescita umana di ogni territorio».
Infine, rivolgendosi all’impegno partecipativo dei credenti, il vescovo ha ricordato che: «è auspicabile che ciascuno scelga secondo la sua coscienza, prendendo in considerazione l’impegno dei candidati su temi riconducibili al messaggio evangelico, la storia politica e la fiducia riservata alle persone che desiderano servire gli altri nella cosa pubblica».
Claudio Gessi