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La sacrosanta battaglia per i diritti non può creare discriminazioni – di Alessandro Diotallevi

Ci risiamo. Due giorni fa, Margiotta Broglio, al quale ho sentito il dovere di rispondere con la nota che ripropongo alla fine di questo mio intervento. Lo stesso giorno, sempre su Repubblica, Fedez che, sconclusionatamente, interviene (e riceve spazio), per affrontare un tema (libero di farlo) che lo sovrasta culturalmente e sovrasta tutti noi, quello del rapporto tra gli Stati e le religioni. 2500 anni di riflessioni filosofiche non sono riuscite a convincerci che per parlarne bisogna aver piantato nel terreno della nostra cultura radici profondissime che attingono il loro nutrimento dalle sorgenti di pensiero cui ci si abbevera, con l’umiltà, della nostra immensa ignoranza. A Fedez non mi sono sentito di replicare.

Ieri il Prof. Ainis, ancora su Repubblica, e ancora con una intonazione che mai ci si aspetterebbe da un valentissimo costituzionalista. Io non condivido neanche una parola del suo articolo (sono cresciuto a pane e Costituzione, anche per il lavoro che ho svolto nelle istituzioni e che continuo a dover trattare nella professione). Mi attengo agli aspetti scientifici, pur con la tentazione di mettere in campo del sensazionalismo giuridico. Ebbene, non mi sembra affatto che sia definibile con le categorie della simmetria ciò che è stato il contenuto della nota verbale vaticana e ciò che (come fa credere il prof. Ainis) potrebbe essere una nota verbale dello Stato italiano su temi interni della legislazione canonica. Che nessuna donna possa diventare Papa, professore, è questione che la Chiesa potrà continuare a trattare per millenni nel proprio ambito. Capacità di agire nei confronti di questi tema da parte degli Stati non c’è. Per noi cattolici che abbiamo “una religione della laicità” l’invadenza laicista costituisce violazione di un principio fondamentale.

Lasciate che le religioni si basino, tutte, sui loro fondamenti di fede. Trovate per gli Stati, troviamo per gli Stati, terreno comuni di intervento che non abbiano l’obiettivo dello sterminio delle fedi. Insomma, per scendere a esemplificazioni facilmente comprensibili, lasciate che chi crede sia libero di continuare a poter manifestare liberamente il proprio pensiero, in attuazione di principi costituzionali. Per esempio si deve sentir libero ed essere legalmente tutela sulla possibilità di poter credere e dire pubblicamente di avere una preferenza per un matrimonio tra un uomo e una donna.

Dopodiché, io mi auguro che la sacrosanta battaglia per l’eguaglianza dei diritti di tutte le persone e quindi, a maggior ragione, delle persone fin qui discriminate, quelle del popolo LGTB, non si concluda con discriminazioni ritorsive per i dolori loro inflitti per troppo tempo. Sapendo che la Chiesa in questo ambito ha crediti infiniti.

Professor Ainis: una sua citazione, quella di Thomas Jefferson, andrebbe spiegata. Chi ascolta i giuramenti dei Presidenti degli stati Uniti diversamente non capisce che cosa significa nell’ordinamento nord americano e nel pensiero di Jefferson il “rifiuto verso ogni contaminazione di valori religiosi in tutto ciò che è pubblico, di tutti”. I Presidenti americani invocano l’aiuto di Dio sul più pubblico degli interessi di tutti gli americani, quello delle libertà e del loro rispetto.

Infine, poiché come Margiotta Broglio, anche il prof. Ainis scantona in ambiti persecutori nei confronti della Chiesa cattolica, non volendo più mostrare l’altra guancia (Dio mi perdoni!) dico che non c’entra niente la questione dell’IMU in questo ambito di discussione, come ieri non c’entrava niente la questione della pedofilia messa in campo dal sunnominato per far credere che la Chiesa persegua una volontà di potenza che la protegga dalle accuse di non aver punito i suoi preti indegni.

Allora, e mi scusino i miei amici che leggono, la questione dell’IMU è molto più complessa di quello che pensa il prof. Ainis. Aldilà della soluzione data per gli immobili commerciali della Chiesa, che è legge dello Stato, c’è un fatto che mi risulta “asimmetrico” nel suo pensiero. E cioè che non si dica che una parte consistente della ricchezza culturale del Paese deriva allo Stato e a noi italiani dalle realizzazioni nella forma di Chiese monumentali per celebrare la grandezza del Signore. Ad Ainis, a Margiotta Broglio, a Fedez, voglio dire che non debbono illudersi che mezzo mondo venga in Italia per i meriti della produzione culturale del nostro laicato. Al netto della monumentalità romana e di quella cristiana resta esclusivamente lo sfacelo ambientale prodotto da classi politiche e da partiti, succedutisi in tempo di democrazia, a sperperare la ricchezza del creato data ad ogni donna e ad ogni uomo. E lo hanno fatto partiti e classi politiche senza tema di peccare. E, purtroppo per noi, senza pagare prezzi di responsabilità pubblica!

Alessandro Diotallevi

 

Risposta a Margiotta Broglia

Eh no! Da Margiotta Broglio non solo non accetto lezioni d’ordine giuridico ma, tanto meno, sottolineature sarcastiche. Volentieri, gli getto in faccia che la legge di Dio non ha bisogno di essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Non ingaggio con chi non ha consapevolezza della complessità della questione una qualsiasi forma di conflitto. Veda Margiotta Broglio il sentimento religioso non appartiene a nessuna delle categorie nelle quali Lei sembra aver conchiuso la vicenda delle libertà umane.

D’altra parte non intendo accreditare come adeguato contraddittore un signore che conclude il proprio commento sulla debolezza contingente della Chiesa cattolica a proposito di pedofilia.

Noi cristiani abbiamo in odio tutti i preti pedofili, non la Chiesa cattolica. Abbiamo in odio tutti i pedofili compresi quelli, laici, che scorrazzano dalle nazioni evolute per democrazia ed economia verso paesi lontani ad offendere minori e famiglie che hanno la sola colpa di essere poveri. Poveri, minori e famiglie, soccorsi a milioni da preti per bene che ben sanno utilizzare la carità cristiana per arrivare a donare speranza a persone che giuristi ed economisti evoluti vorrebbero fuori dai diritti umani. E lasci argomentazioni che lo fanno assomigliare a Salvini e alla sua compagnia di giro. No, Margiotta Broglio, su queste cose non si deve neanche per scherzo non entrare nel merito delle questioni.

Le libertà, compresa la libertà di religione, sono tutte uguali, figlie del principio di uguaglianza che, non l’avrà dimenticato, ha fondamenta costituzionali sia in atteggiamento statico che dinamico.

Allora, fuori di ogni dubbio che debba rimuoversi tutti gli ostacoli, ivi compresi quelli consistenti in discriminazioni, che privano persone della loro dignità. Ma deve trattarsi di una lotta (Le voglio offrire un argomento retorico) del bene contro il male. Sennonché nel bene vi vedo presenti laici, cattolici, cultori di filosofie e di religioni che hanno ad ispirazione comune quella di togliere di mezzo ogni offesa alla dignità umana.

Il Margiotta Broglio, da bravo giurista, si trova a suo agio con commi e codicilli. Ma nessuna legge ha mai raggiunto l’obiettivo di essere giusta. Salvo la legge divina. Faccia come vuole, e però, lasci che noi cattolici ci si pronunci sulle libertà, noi che abbiamo dato, storicamente, un contributo ad affermarle nel nostro paese e a rispettarne ogni forma di manifestazione. E legga bene quello noi ci aspettiamo, ben oltre la sicura ingenuità dimostrata dalla Chiesa negli strumenti intrapresi per difendere la religione. Legga bene e cerchi di capire che da parte nostra non c’è nessuna volontà di discriminazione. E non confonda i cattolici con centrodestristi, populisti, “isti” d’ogni risma. Se ce la fa, sappia che il nostro è un ambito immune di pregiudizi, quindi, sarà il benvenuto per tenere insieme tutti in un unico, armonioso consorzio civile.

Alessandro Diotallevi

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