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Usa – Canada: i conservatori che dicono “no” a Trump

Il leader dell’Ontario, Doug Ford, un signore davvero conservatore, ha giurato di reagire a Donald Trump dopo essersi assicurato un terzo mandato alla guida della regione più popolosa del Canada.

“Trump non ci spezzerà” ha tuonato Ford di fronte ai suoi seguaci in festa, scandendo: “il Canada non è in vendita”. La stessa scritta che portava sul suo cappellino. indossato durante tutta la campagna elettorale il cui slogan era “Proteggi il Canada”. Ford aveva addirittura interrotto anticipatamente la legislatura regionale proprio per ricevere un mandato preciso contro il conservatore che a sud sta oltre confine, nonostante sia molto più potente. E la gente ha reagito confermandogli le preferenze a danno del New Democratic Party e dei liberali.

“Donald Trump non sa cosa sappiamo noi. Ci sta sottovalutando. Sta sottovalutando la resilienza del popolo canadese, lo spirito canadese” – così ha dichiarato Ford- che non ha esitato a rispondere alle minacce di Trump dell’imposizione di dazi al Canada proprio intervenendo sulle reti tv degli Stati Uniti. E questo nonostante la interdipendenza tra l’economia americana e quella canadese che nell’Ontario è particolarmente evidente soprattutto nel settore automobilistico, specialmente per l’importante produzione di pezzi di ricambio delle auto.

Ford ritiene infatti che circa 500.000 dei 16 milioni di abitanti dell’Ontario potrebbero perdere il loro posto di lavoro se gli Stati Uniti applicassero gli annunciati dazi del 25%. La sua risposta è stata la richiesta al Governo centrale di tagliare la fornitura di energia verso agli Stati Uniti e, addirittura, chiedendo ai negozianti di liquori di svuotare i loro scaffali degli alcolici americani.

 

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