Dei fondi della Politica di coesione Ue è raro che si parli. Ma negli ultimi mesi sta succedendo più spesso.

Il Governo Meloni, infatti, vuole rinegoziare con la Commissione UE non solo il PNRR, ma anche l’accordo di partenariato (CLICCA QUI) che regola l’utilizzo proprio di questi fondi europei. Con un recente decreto legge, l’Esecutivo ha cambiato la governance (CLICCA QUI) del PNRR e ha toccato anche quella della Politica di coesione. Inoltre, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche (CLICCA QUI), vorrebbe anche spostare sotto il capitolo della coesione i progetti del PNRR che sono in ritardo, in modo da poterli completare entro il 2029, guadagnando così tre anni in più. Il Governo con questa mossa punta a centralizzare molti dei processi, nella speranza che questo faciliti l’utilizzo delle risorse. Certo, bisognerà vedere se e come il decreto sarà convertito dal Parlamento, ma intanto è utile capire il contesto in cui il provvedimento ha visto la luce.

Partiamo dal presupposto che tutto questo fermento avviene in un momento delicato.

A causa della pandemia, la programmazione 2021-2027 della Politica di coesione è appena cominciata, con più ritardo del solito. Cambiare le modalità di utilizzo in questa fase potrebbe causarne di ulteriori. Andando a incidere negativamente anche sul nostro sistema di welfare. Vediamo perché. (Per la lettura integrale dell’articolo CLICCA QUI)

Paolo Riva