La Direttiva Europea n.29 del 2012 ha introdotto tutta una serie di diritti per le Vittime di reato.

L’Unione Europea ha preso in considerazione le rilevanti divergenze di sistemi normativi, tutt’ora esistenti negli ordinamenti interni dei paesi membri, ed ha sollecita to questi ultimi ad apportare sistemi di tutela minimi in favore delle Vittime di reato

Il provvedimento, benché persegua principalmente l’obiettivo dichiarato di rafforzare specifici diritti per le vittime (in particolare: informazione, assistenza, protezione e partecipazione) disciplina le prerogative di tutte le vittime, indicando le modalità di individuazione delle vittime vulnerabili e come tali meritevoli di particolari strumenti di tutela, pure disciplinati nel testo del provvedimento.

Nel nuovo sistema delineato dal Legislatore europeo, il rafforzamento della posizione del soggetto leso passa innanzitutto attraverso l’estensione soggettiva della nozione di “vittima”, con cui la Direttiva indica “una persona fisica che ha subito un danno, anche fisico, mentale o emotivo, o perdite economiche  che sono stati causati direttamente da un reato”.

Ma non basta dettare le regole: occorre farle conoscere ed attuarle in concreto, in particolar modo tra i giovani a partire dalla scuola.

Occorre, in particolare, avviare sul piano sociale ogni iniziativa educativa diretta a prevenire le nuove forme di devianza che hanno assunto, negli ultimi anni, livelli notevoli tra i giovani..

L’Educazione alla legalità, quindi, deve avere per oggetto l’insegnamento della natura e della funzione delle regole nella vita sociale, i valori della democrazia, l’esercizio dei diritti di cittadinanza.

Essa aiuta a comprendere come l’organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche, sviluppa la consapevolezza che valori quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette.

Oltre ad essere una premessa culturale indispensabile, essa si pone come un sostegno operativo quotidiano, perché solo se radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza, di programmata risposta all’incalzare del fenomeni criminali emergenti.

Nella definizione della circolare ministeriale del Ministero Pubblica Istruzione n.302 del 1993 si afferma che ” Educare alla legalità significa elaborare e diffondere un’autentica cultura dei valori civili

Si tratta di una cultura che .

-intende il diritto come espressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioni consapevoli tra i cittadini e tra questi ultimi e le istituzioni;

-consente l’acquisizione di una nozione più profonda ed estesa dei diritti di cittadinanza, a partire dalla consapevolezza della reciprocità fra soggetti dotati della stessa dignità;

-aiuta a comprendere come l’organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche;

– sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza, non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette”.

Il rispetto delle leggi non comporta, tuttavia, un atteggiamento acritico e passivo, ma nasce dalla consapevolezza che, se ingiuste o non più rispondenti alle esigenze del momento, regole, norme e leggi possono essere modificate.

Educare infatti alla legalità vuol dire in primo luogo praticarla: le regole non devono essere presentate come puri comportamenti obbligatori, ma devono essere vissute con consapevolezza e partecipazione.

Per recuperare e per affermare il valore della cultura della legalità, occorre promuovere il concetto di cittadinanza fondato: sulla coscienza di due principi essenziali: quello del “diritto” e quello del “dovere”, sul rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi.

L’Educazione alla legalità va progressivamente ampliando l’ambito di intervento verso la tematica della cittadinanza attiva, recependo ,altresì, le questioni poste dal fenomeno della globalizzazione, la telematica, le forme di criminalità organizzata transnazionale che intrecciano a tematiche quali la pace, l’interculturalità, la tutela dell’ambiente, il consumo critico, nuove forme di partecipazione sociale.

E’, quindi, necessario per il Governo avviare nelle Scuole  un Progetto innovativo diretto a sensibilizzare le comunità locali, le istituzioni, le scuole ed i cittadini sui principi della legalità.

Su tali premesse “Progettare la Legalità” si pone l’obiettivo di discutere ed affrontare in ambito scolastico le problematiche derivanti alla Società Civile dalla criminalità organizzata giovanile e dai nuovi fenomeni devianti legati all’utilizzo da parte dei giovani dei sistemi informatici e dei social network che hanno effetti devastanti per la forma zione e l’educazione degli studenti alla legalità ma anche, in particolare, per quanto concerne la condotta di guida sia in stato di alterazione psico-fisica sia derivanti dall’uso improprio dei nuovi sistemi di comunicazione nonché dall’utilizzo di nuovi veicoli per la circolazione urbana.

L’iniziativa è diretta a fornire solidi e utili elementi di riflessione, oltre a raccogliere, tra gli studenti, opinioni e  proposte nei settori menzionati, per affrontare un problema che ci coinvolge direttamente come familiari e come collettività.

Affrontare l’emergenza egli effetti della nuove devianze tra i giovani nel tessuto economico e sociale del Paese appare, quindi, di fondamentale importanza, per creare una solida e diffusa coscienza civile, scudo contro i nuovi fenomeni emergenti della criminalità giovanile.

Il coinvolgimento dei giovani nella iniziativa è, quindi, di fondamentale importanza per la diffusione e la creazione di una coscienza civile collettiva ed un modello da seguire.

Buona parte dei problemi che minacciano la convivenza pacifica o la tutela dell’ambiente, sono attribuibili non solo a fattori economici, naturali, storici, ma anche a interventi nella sfera pubblica che trascurano l’interesse della collettività o l’ambiente .

Il principio di legalità in democrazia rappresenta un mezzo di prevenzione di questi rischi e di comportanti devianti sempre più diffusi.

Progettare la Legalità” tende a facilitare la partecipazione responsabile alla vita sociale, sviluppando la concezione del diritto come espressione del patto sociale, valorizzando la nozione di interesse comune.

L’Educazione alla legalità ebbe origine nel contesto storico 1992-’93, quando gravi eventi (le stragi di Capaci e via D’Amelio, gli attentati di Milano, Firenze, Roma) resero forte la percezione di una minaccia al sistema democratico contro cui reagire.

L’onda emotiva che ne seguì portò ad un proliferare di iniziative della società civile, che indussero ad un nuovo impulso nella promozione della cultura democratica, quale mezzo di contrasto a fenomeni, come quello mafioso, permeati della cultura della prevarica zione, violenza e tendenzialmente pericolosi per la libera convivenza.

La lotta alla Mafia ha rappresentato negli anni a seguire (.),oltre che un’occasione specifica di traduzione in termini concreti dell’educazione alla legalità, ma anche una verifica operativa di un processo formativo destinato a creare, in tutti i cittadini, ”una forte cultura civile e ad inserire nel circuito democratico persone sempre più coscienti dell’importanza che, per la vita del Paese, rivestono la correttezza dei rapporti giuridici, la salvaguardia dei diritti individuali, il rifiuto di qualsiasi forma di contiguità tra società del diritto e società della sopraffazione.”(v.Circ. Min. Istruzione n .302/1993)

Nel corso degli anni successivi vi è stata anche un’evoluzione dell’approccio metodologico da seguire in ambito scolastico.

Le primissime esperienze consistevano nella realizzazione di cineforum o di incontri con esperti, a carattere prevalentemente informativo (le c.d. “attività del guardar fuori “), ma, a fronte del rischio di favorire atteggiamenti di delega dell’impegno a chi apparisse “in prima linea”, ci si è orientati ad attività che prevedano il coinvolgimento attivo dei discenti nell’attuazione di pratiche democratiche nel quotidiano, nelle relazioni interpersonali (le c.d. “attività del guardarsi dentro” ).

Oltre, dunque, ad avviare attività come gli incontri con esperti, si annoverano ricerche sul territorio, ricerche bibliografiche, scambi culturali e gemellaggi, laboratori sulla gestione dei conflitti sociali, fino a forme di partecipazione attiva dei ragazzi alla vita culturale e politica del territorio.

Tuttavia, dopo varie esperienze, appare sempre più necessario procedere ad una formazione che preveda un rapido aggiornamento di educatori e docenti che afferiscano ai seguenti aspetti:
a. sensibilizzazione verso rischi presenti o emergenti;
b. conoscenza sui principi di legalità, Diritti Umani, Costituzione della Repubblica Italiana;
pratiche di democrazia, di affermazione dei principi di legalità.

L’educazione alla legalità è, attualmente, uno tra gli obiettivi più importanti che si pone la scuola come istituzione e l’insegnamento della legalità è sicuramente quello di formare futuri cittadini capaci di rispetto e responsabilità nei confronti del prossimo e della comunità.

L’educazione alla legalità nelle Scuole non va banalizzata e ridotta ad attività di tipo informativo sulla democrazia e sulle caratteristiche di uno stato democratico, come avere atteggiamenti, azioni, pensieri e parole conformi alle leggi.

Legalità significa, soprattutto, essere capaci di azioni rispettose delle regole, essere attivi nella partecipazione alla vita sociale e civile, essere responsabili nei confronti della comunità esercitando sempre e comunque la propria libertà.

A partire da questa definizione del principio di legalità è possibile dedurre che un’efficace attività o un Progetto innovativo, legato alla legalità, deve creare un comportamento virtuoso nei Giovani, una coscienza civile basata sulla consapevolezza che la libertà personale si realizza nel rispetto dei propri doveri, nell’esercizio dei propri diritti ma anche nel rispetto dei diritti altrui e delle regole che governano la convivenza civile.

Non è possibile esaurire tutto ciò solo attraverso la semplice conoscenza della Costituzione e delle Istituzioni Italiane o dell’Unione Europea.

Una frontiera educativa di tale portata è raggiungibile solo attraverso percorsi educativi che puntino allo sviluppo dello studente nella sua dimensione personale e umana.

Per educare alla legalità e garantire un futuro migliore occorre ,quindi, puntare al pieno sviluppo della personalità dei giovani affinché siano capaci di accettare e rispettare le regole, cooperare e collaborare con i suoi amici, rispettare gli altri e la diversità, spesso causa di gravi episodi di intolleranza..

Un buon Progetto di legalità o un’attività di educazione alla legalità deve avere come obiettivo lo sviluppo di abilità sociali poiché i giovani con buone abilità sociali (social skills) tendono ad assumere atteggia menti pacifici, rispettosi dell’altro e delle regole.

Bisogna, quindi, educare puntando a:

  1. Conoscere, riflettere sulle regole sociali e rispettarle non perché si è obbligati a farlo ma perché si coglie la profonda importanza delle regole.
  2. Convivere con gli altri ed essere disposti alla collaborazione percependo la diversità come un valore aggiunto.
  3. Agire, reagire e pensare nel rispetto delle persone, delle loro idee e della loro unicità.

In definitiva, la legalità si sviluppa a scuola più che in ogni altro contesto!

La Classe è un vero e proprio microcosmo sociale dove vanno incentivate le attività pratiche e operative di promozione della cultura della legalità, offrendo agli allievi dei “banchi di prova” in cui allenare le competenze sociali utili per vivere oggi e domani.

La stessa Maria Montessori diceva:

“Tutti parlano di legalità, ma nessuno educa alla legalità.

 Quando educhiamo a cooperare ed essere solidali l’uno con l’altro, quel giorno, educheremo alla legalità“.

Mario Pavone

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